1st Rule /remastered

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REMASTERED ** se lo hai già letto, rileggi! è stato completamente modificato!

Faceva freddo.

Tutto ciò che indossava era una striminzita maglia bianca, nemmeno abbastanza lunga da coprire almeno metà delle sue cosce nude -e stava congelando, ovviamente.
Il posto in cui si trovava, era pieno di uomini adulti, e le uniche donne presenti, erano vendute o 'affittate' a questi ultimi. Lei era una di queste.

Come poteva una ragazzina di sedici anni stare in un posto come questo? Tutte le donne se lo stavano chiedendo, provando pietà nei suoi confronti, e tutti gli uomini stavano solo desiderando di comprarla e possedere la sua pelle pallida con cui giocare.

In lacrime, sul piccolo palco di uno squallido teatro abbandonato, cercava di riscaldarsi; iniziò a pensare come fosse capitata in un posto del genere.
Le immagini di un lungo mese di litigi tra i genitori si facevano spazio con prepotenza nella mente disconnessa della giovane.
Lo sguardo perso nel vuoto, con le lacrime che scorrevano da sole lungo il viso, fino al collo mentre riviveva i giorni in cui i genitori già estremamente severi sfogavano le loro frustrazioni con urla e ulteriori divieti.

La gola bruciava, come quando le urla la ferivano e la confondevano. Ora erano solo una realtà, ma la confusione restava.
Qualcosa riguardante l'azienda dei suoi continuava a ronzarle in testa, ma non ricordava altro. I tre giorni precedenti erano sfocati, quasi inesistenti, più provava a ricordare, più pesante diventava il respiro.

Si accasciò al suolo urlando, le lacrime così calde da bruciarle le guance, le mani strette al petto come se volesse frenare il petto dal muoversi per l'iperventilazione, come se volesse acchiappare il cuore, quando le sarebbe uscito dal petto.
Una donna dai capelli rosso fuoco, tacchi a spillo e body provocante zampettò verso di lei, con il cuore soffocato dal dolore. Si tolse il lungo cappotto di lana per poggiarlo sulle fragili spalle tremanti della pallida figura.
Ad ogni singolo tocco, una scossa correva sulla colonna vertebrale, spaventandola a morte. Si scansò di scatto, tremando di più, emettendo un guaito straziante.

"Non voglio farti nulla." Si difese la donna, con uno sguardo misto alla pena e la compassione.
"Copriti, tesoro." Aggiunse, con un tono caldo.
Lasciò la donna poggiarle il cappotto sulle spalle, guardandola con gli occhi spalancati, emettendo dei respiri lenti, pesanti come mille incudini. Ancora una volta crollò in un pianto disperato, tra le braccia della donna, sotto i mormorii, fischi e boati degli uomini eccitati.

Passare lo sguardo su quei volti causava solo brividi di disgusto in ogni donna che si trovava in quel luogo. Non ci si potrebbe mai abituare ad una cosa del genere, a dei volti perversi e viscidi come quelli che quelle donne erano costrette a vedere ogni notte.
Diversi nella fisionomia, ma sempre uguali e orrendi nel modo di essere, mai degni di fiducia.
Chi avrebbe mai potuto proteggere quella bambina, trascinata contro la sua volontà, senza alcun mezzo per difendersi, così fragile emotivamente.

Un uomo si avvicinò, la tirò in piedi per un braccio iniziando ad urlarle di muoversi e seguirlo. Oppose resistenza con tutta la forza che aveva, ma cadde in fretta ai piedi dell'uomo, senza forze. "vi prego.."  riuscì a bisbigliare, quasi senza voce.
"Quanto offrite per la piccola? Sedici anni, pelle chiara, capelli rosa, insomma:una bambolina vera e propria!" Recitò l'uomo, tirandola su con una mano dietro il collo, come se fosse un gatto. "Partiamo da cinquanta! Cinquanta per la gattina rosa, chi offre?" Continuò con estrema naturalezza ed entusiasmo.
Un orda di mani colme di banconote si alzavano, seguite da grida entusiaste.
"Novanta!" "Novantacinque!"  "Cento!"  "D-duec-cento!"
Balbettii, borbottii, urla e grugniti animavano il luogo, mentre risucchiavano lo spirito della povera giovane. Non aveva più lacrime da piangere; stava lì, ferma a fissare il vuoto con le unghie affondate nella carne.

Daddy's RulesWhere stories live. Discover now