Cap 48: Yellow Coldplay

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Richard

Una birra.
Come potesse bastare ad allontanare il bisogno di scappare che mi si è incollato addosso.
"Ci sei già stato là sopra" Nicolas afferra la bottiglia che il ragazzo lascia scivolare sul bancone.
"Non così" rispondo, certo di una lucidità che non so gestire.
"E invece ci sei stato anche così" continua senza ascoltarmi davvero.
Dio.
Quanto diavolo assomiglia a papà.
Sempre dritto sulla sua strada.
Mai una deviazione.
Mi guardo indietro.
Ci sono stato anche così ha detto.
Lui che non si perde mai un momento.
Lui che conserva il significato nascosto di ogni cosa.
"Quando?" chiedo sicuro di non aver bisogno di cercare con lui.
"Quando papà ci ha portato a vederlo la prima volta" risponde giocando con l'etichetta sulla bottiglia.
Dio se è uguale a lui.
E non smetto mai di stupirmi di fronte alle parole che sa usare.
Sorrido e basta di fronte ad un ricordo davvero lontano.
E il volto di mio padre che ci guarda dal palco si fa tangibile.
La musica di sottofondo attorno a me a riportare in vita sensazioni lontane.
La sua mano a toccarmi la schiena dopo averci raggiunti, il suo spingermi sullo stesso palco da cui era sceso divertito.
Il mio esitare di fronte alla sua iniziativa silenziosa.
E ora lo so che ci sono stato davvero, una volta, così, là sopra.
Me la sento addosso la tensione di quel momento.
La chitarra appoggiata al muro.
Il basso stretto tra le braccia di Nicolas.
La mia paura e la sua naturalezza.
Le dita ad irrigidirsi sulle corde, l'incertezza a rendermi nervoso.
"È vero. Ci sono stato" la mia affermazione ad aggiungersi ai pensieri in cui mi sono immerso.
"Tornaci allora" le semplicità nel suo tono di voce a dirmi quanto sono inappropriato in questo momento.
Rido ingoiando la mia birra.
"Credo che quando vedrò di nuovo papà, mi renderò conto di quanto, malgrado la lontananza, mi sia sempre stato vicino" e per la prima volta, anche le mie parole, il mio dire, nascondono qualcosa.
Una superficie semplice da scovare per Nicolas.
Me ne rendo conto guardando il sorriso sulle sue labbra.
"Lo sai anche tu vero?" la mia spalla a sfiorare la sua.
"Cosa?" la sua domanda a fingersi sincera.
"Il tuo meditare. La tua attenzione verso ciò che vuoi. I tuoi pensieri, quelli che lasci scorgere senza approfondire mai abbastanza. Lo sai anche tu che sei come lui" un sospiro a uscirmi dal petto "Lo sai che hai fatto in modo ci fosse senza esserci davvero"
"Sali là sopra Ric" dice appena senza guardarmi, il collo della bottiglia a scomparire sulle sue labbra.
Guardo la sedia vuota sul palco.
Caroline davanti al microfono nervosa.
I suoi occhi a cercarmi. In attesa.
"È vero. Ci sono già salito. Ma se ricordi con attenzione. Ho sbagliato un accordo, e mi sono fermato" le mie insicurezze, quelle in grado di trascinarmi a questo bancone alla ricerca di un'evasione compresa, mi vengono incontro.
"Papà ha sempre detto che non bisogna fermarsi, mai. Ha sempre detto che su quel piedistallo, bisogna saperci stare. E tu, mi hai guardato quella sera, non ti sei fermato, hai cambiato il Groove. Hai cercato la strada giusta per rimettermi in pista. Senza la paura di chi, sotto di noi, ci stava osservando" i miei occhi si stringono un poco sui suoi.
"Grande insegnamento quello di papà Ric. Quella sera ci ha detto di prendere consapevolezza nelle nostre cadute. Ci ha detto di non preoccuparci del giudizio altrui. Di rialzarci e continuare. Senza fermarci. Mai" Nicolas si volta appena.
Il suo sguardo immobile dentro di me.
"Ci ha insegnato la vita. La vita su un palco. Con la propria passione stretta tra le mani e il mondo, lì sotto, a guardarci"
"Cristo santo Nic" un'esclamazione dovuta "Sei incredibile" sorrido divertito.
Appoggio la bottiglia sul bancone.
"A me ha insegnato che non sono in grado di affrontarla da solo, la vita. Mi ha insegnato che quando cado, ci deve essere una mano, davanti a me, piena della forza adatta a farmi tornare in piedi" ammetto finalmente a me stesso.
Nicolas finisce la sua birra.
La frangia sulla sua fronte a muoversi irrequieta, la mano a liberare il suo sguardo.
"Andiamo allora" dice appena scomparendo tra la folla.

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