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Il giorno dopo, finiti i corsi mi preparo per andare alla festa. Dato che mi sento sola senza Miriam, ho chiesto a Sheldon di dormire da me dopo. Giustamente vi starete chiedendo dov'è questa Miriam... Ecco...è ritornata dalla famiglia a Minneapolis per una settimana: la mamma non sta molto bene. Le ho chiesto se la potevo accompagnare, ma lei ha preferito di no, e nonostante siamo molto amiche e ci diciamo tutto, lei non ha voluto approfondire riguardo la salute della mamma. Tanto so che quando ritornerà ne parlerà per sfogarsi.
Telefono Shel per sapere come mi devo vestire. All'infuori di Sheldon e Miriam, le persone che conosco al campus si possono contare sulle dita di una mano. Non ho mai dedicato tempo alle feste che fanno ogni settimana, sono sempre impegnata con lo studio. Di conseguenza mi sento facilmente fuori luogo...soprattutto riguardo il dress-code.

< Dimmi> risponde subito lui

< Shel, come mi devo vestire?>

< Come una puttana!>

< Ma che dolce che sei...>

< Scherzo> e cerca di non ridere, sentendo che io non ho colto l'ironia < cosa volevi mettere tu?>

< Mi prendi in giro?! Non ne ho la minima idea! Mi metto jeans e maglietta?>

< Si, mettiti quei jeans attillati che avevi oggi, dei tacchi e una maglietta carina>

< Ok, grazie>.

Attacco e mi faccio una doccia veloce, mi asciugo i capelli e mi faccio la piastra. Metto un filo di eye-liner, il mascara e il rossetto. Come avrete capito non sono come le classiche principessine protagoniste della storia che sono bellissime senza trucco e con capelli perfetti dopo un colpo di phon. Quando faccio la doccia, almeno un ora tra capelli e cura della pelle li spendo sicuramente. Stavolta riesco a ritagliarmi anche una mezz'oretta per sistemare il disordine in camera mia. Sento il telefono squillare e vedo che Sheldon è arrivato. Prendo la borsa e salgo in macchina

< Carina la maglietta> dice lui.

< È di Miriam. L'ha lasciata qua> è una maglietta leggera e larga ma corta, trasparente dietro, con gli strass e le pagliette argentate davanti.
La casa della confraternita è addobbata con lucine su entrambi i piani, tipo quelle natalizie, dalle finestre si intravedono le luci colorate. Il giardino è pieno di bicchieri e bottiglie, mozziconi di sigarette e sacchi neri dell'immondizia...evidente segno che qualche disperato aveva intenzione di ripulire. La veranda è immensa e ci sono due dondoli dove delle coppiette si stanno sbaciucchiando appassionatamente. Man mano che ci avviciniamo alla porta dell'enorme casa, la musica si fa più alta, talmente da farmi vibrare anche i piedi. Entro a fianco di Sheldon e in poco tempo ci ritroviamo con un bicchiere in mano. Deve essere una sottospecie di Gin lemon, ma è buono! Subito lui mi trascina in mezzo al soggiorno, dove ci sono un gruppo di ragazzi intenti a girare drum...o canne.

< Ciao ragazzi, lei è Carly. La mia amica> mi presenta mentre io faccio un cenno di saluto con la testa. Due ragazze mi squadrano dalla testa ai piedi. Le guardo, poi mi guardo in giro, e mi sento fuori luogo per come sono vestita. Tutte sono vestite con abitini corti e tacchi vertiginosi. Sarà la classica 'profezia autoverificata' che ho studiato tante volte?!

< Ahh, bene> comincia uno dei ragazzi, uno alto con i capelli corti castani e una camicia nera < ci hai portato la tua ragazza eh>

< No, assolutamente> dico come fosse stata un'offesa < sono solo un'amica>

< Piacere Mike> dice questo facendomi l'occhiolino. Si presentano pure gli altri ma dimentico subito i loro nomi, un classico! Per metà della serata Sheldon, Mike e un loro amico, Chris mi pare, mi costringono a ballare in una specie di pista da ballo improvvisata dall'altra parte della casa. Il mio bicchiere non è mai vuoto, o mi portano shot di cherry o drink come gin tonic o gin lemon.

< Bevi anche per me> Sheldon mi incita a bere, ma questo non ferma lui, che comunque si fa qualche shot. Arrivo quasi a non vedere più di due metri davanti a me. Così cerco il bagno nel piano superiore, che fortunatamente trovo subito. Mi sciacquo la faccia con acqua gelida una decina di volte prima che passi del tutto il conato che avevo su per la gola. Ho decisamente bisogno di aria! Scendo le scale con fatica, tenendomi al corrimano e alle persone che trovo davanti. Tutta la casa gira intorno alla mia testa ed è come se fosse calata una coltre di fumo spessissima nell'ambiente. La cecità di chi è gravemente astigmatico! Non mi ricordavo fosse così difficile scendere le scale da ubriachi... Appena esco dalla porta respiro quell'aria fresca e pungente che mi ridona quel po' di conoscenza necessaria per prendere il telefono e chiamare Sheldon. Ovviamente non risponde, quindi decido di scrivere un messaggio, anche se dubito che risponda. Dopo dieci minuti mi viene incontro per ritornare a casa. È contornato dai suoi amici di prima, e puzzano sgradevolmente di erba. Lo guardo negli occhi, penso siano rossi e lucidi.

< Ritorniamo Carly, sei praticamente ubriaca>

< E tu hai fumato...tanto>

< Ma che dici, avrò fatto due tiri> Mentre ride sotto i baffi

< Te la senti di guidare?>

< Stai tranquilla...>

< Solo, non voglio morire oggi!> scoppio a ridere. Mi fa sedere sul sedile e mi lega la cintura. Io non ho praticamente la forza di muovermi, guardando fuori dal finestrino noto che non riesco a leggere ancora le insegne luminose dei negozi che sorpassiamo. Ci fermiamo davanti il vialetto di casa mia. Sheldon prende le chiavi e va ad aprire la porta mentre io scendo e, vedendolo in difficoltà nell'inserire le chiavi nella toppa della porta, comincio a ridere. Devo avere una risata molto contagiosa da ubriaca, perché si mette a ridere anche Sheldon. In tutto l'isolato ci sentiamo solo noi. Cerco disperatamente di ritornare seria ma le espressioni che fa mi tradiscono. Mentre aspetto che apra la porta, mi giro e vedo una figura che ci guarda dalla casa di fronte, dietro una finestra al piano terra. Un brivido, seguito dalla pelle d'oca. mi passa dietro la schiena, e continua, finché non distolgo lo sguardo dalla figura per non far capire che sto fissando. Anche se ormai penso sia tardi! Quando mi giro Sheldon è sdraiato a pancia in giù e ride, scoppio a ridere anche io, avvicinandomi con difficoltà. Deve essere anche ubriaco oltre che fatto.

< Dai le chiavi a me, Boo>.
Non risponde così provo a prendergliele dalle mani, ma capisco che le ha sotto la pancia. Lo sforzo addominale per tirarle fuori mi provocano un conato di vomito. Mi sposto sul giardinetto, gattonando, per rigettare fuori tutto ciò che avevo nello stomaco. Alcool. Pulisco la bocca con il dorso della mano. Tuttavia  in quell'istante sento la forza e tutte le energie del mio corpo venire meno. Per un attimo tutto si fa buio.
Improvvisamente il caldo mi avvolge e due braccia forti mi sollevano per appoggiarmi al muro della casa. Subito provo a dimenarmi, il panico mi assale quando mi rendo conto che non può essere Shel. Insomma era svenuto a terra fino a qualche secondo prima! Per quanto la mia preoccupazione si faccia maggiore non riesco a muovere un solo muscolo e le braccia sono ben lontane dal rispondere ai miei comandi. Chi mi aiuta ora? 'Aiutoo' cerco di gridare. In cuor mio inizio a pregare Dio, sperando che nulla di brutto possa succedermi. Mi sposta i capelli dal viso e mi mette una mano sulla spalla. Cerco di scalciarlo via.

< Ehi tranquilla, ti voglio aiutare! Stai calma> non vedo bene e di conseguenza non riesco a mettere a fuoco la faccia. Mi sta accarezzando piano la spalla e decido di lasciare. Forse sbaglio...ma ho alternative?!

This is our world!  |James Maslow| {in revisione}Where stories live. Discover now