29. Vendetta

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Alle nove in punto suona il campanello, e anche se sono consapevole che non sia un appuntamento e che tutto questo sia solo un piano, il mio cuore salta un battito. Ho scelto un vestito sobrio blu e un paio di converse, non ho prestato troppa attenzione al trucco e ai capelli perché non mi sembrava rilevante, ma quando mi trovo di fronte Drew in tiro vorrei averlo fatto. Indossa un paio di jeans aderenti ed una camicia elegante, i capelli sono pettinati ordinatamente indietro ed emana un profumo fantastico.
«Hai messo il costume, Lizzie?» scherza quando gli apro la porta. Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.
«Dov'è Annabelle?» chiede Drew.
«Nella sua stanza» rispondo.
«Direi che possiamo andare» sorride porgendomi il braccio e ci incamminiamo verso la sua auto.
«Ah, quasi dimenticavo, sei bellissima» esclama con il suo solito sorriso sghembo stampato in volto. Arrossisco e lo ringrazio.
Conto ogni passo, cercando di calmarmi. Ormai mi sono rassegnata ai miei sentimenti per Drew, al continuo batticuore quando sono con lui, alle farfalle nello stomaco e alle mani sudate. Mi chiedo solo se la strada che sto seguendo sia quella giusta, ma credo abbia ragione mia madre: se ti rende felice, è per forza la strada giusta.
Salgo dalla parte del passeggero e mi allaccio la cintura di sicurezza.
«Facciamo questa cosa» mormora fra sé e sé Drew accendendo l'auto. Io sono più nervosa per la sua presenza che per il piano.
Lentamente ci dirigiamo verso il campus.
«Com'è andata la chiacchierata con Annabelle?» In tutta sincerità mi aspettavo questa domanda, anzi sono sorpresa che me l'abbia fatta oggi e non lunedì. Alzo le spalle, perché non so quanto posso lasciarmi sfuggire con Drew, aspetto che sia lui a parlare.
«Ti ha detto della sua famiglia?» chiede ancora.
«Sì, dei suoi genitori e di sua sorella.»
«Ti...» improvvisamente Drew diventa nervoso e tamburella con le dita sul volante. «Ti ha detto qualcosa di Gale?» Cerco di assorbire il colpo nel modo più naturale possibile, ma in realtà vorrei davvero consultarmi con lui, però Annabelle non gliene ha parlato, e non voglio tradire la sua fiducia.
«Solo che non si vede da quando si è diffusa la notizia, e che non lo ha visto neanche tutta la settimana, è come scomparso» rispondo, evitando accuratamente il punto dove Drew vuole andare a parare. Immagino che poiché conosce Annabelle da anni si sia accorto che qualcosa non quadrava, e mi chiedo come lei abbia fatto a nasconderglielo per quasi un anno, io con Lena non ci sono riuscita, i lividi erano evidenti quando andavamo in piscina o quando restavo a dormire da lei, la storia delle cadute, degli incidenti, è durata ben poco. Ma ora che ci penso, non ho mai visto alcun livido su Annabelle, o lei è brava a coprirli o lui è talmente stronzo che glieli procura in punti difficili da scovare, anche perché lei indossa sempre vestiti. Mi vengono i brividi a pensare che sia stata una violenza così crudele, minuziosa, non l'atto folle di un momento, ma un piano crudele premeditato e messo in atto passo dopo passo con tanta perfidia e follia. Perché di questo si tratta, Gale è pazzo, non ci sono altre spiegazioni. Come Sam d'altronde, come Sam...
«Perché non parlate mai con me?» lo dice talmente piano e con talmente tanta rabbia da farmi venire la pelle d'oca. Mi volto verso di lui, abbandonando i miei pensieri e rimanendo sinceramente sconcertata di fronte alla sua espressione dura. Sembra che stia per esplodere da un momento all'altro. Le nocche sono bianche attorno al volante e colline e case basse passano sempre più veloci oltre i finestrini.
«Drew» dico piano, stringendo la maniglia sopra alla portiera. «Va tutto bene?»
«No!» sbotta, io sussulto.
«Rallenta, per favore» balbetto quando il tachimetro verte verso i duecentotrenta chilometri orari. Le mie parole non sembrano sfiorarlo minimamente, anzi ci stiamo avvicinando ai trecento. E a me sta venendo la tachicardia. Sono sopravvissuta quasi diciotto anni con tutto quello che mi è successo, e non ho la minima intenzione di morire così.
«Drew» riprovo, cercando di mantenere la voce ferma e determinata. «Rallenta.»
Lui chiude gli occhi facendomi prendere un infarto, scuote la testa e preme sul freno. Gli pneumatici stridono sull'asfalto, dietro la Lamborghini si alza verso il cielo una nube di polvere. Quando la macchina si ferma lascio andare un sospiro di sollievo e chiudo gli occhi, ancora attaccata alla maniglia. Sento Drew che esce dall'auto e sbatte la portiera, aspetto qualche minuto per riprendermi e poi mi decido a seguirlo fuori. Apro la portiera e lascio che il fresco della sera lambisca le mie gambe nude. Per fortuna Drew ha anche accostato durante la frenata, quindi siamo fermi in mezzo ad un campo. Siccome è buio e non vedo niente illumino la strada col cellulare e seguo le sgommate dell'auto. Mi accorgo di Drew solo quando vedo un puntino rosso sospeso nell'aria. Attraverso l'erba alta pregando che non mi morda qualche serpente e mi avvicino a lui. Si porta la sigaretta alle labbra, poi la butta a terra e continua a fissare davanti a sé, è quasi inquietante.
«Drew» lo chiamo piano, tutta questa situazione è assurda, e quando noto che sta passando lentamente le dita lungo la F sul braccio, i pezzi del puzzle vanno ognuno al proprio posto. «Chi è la tua F?» chiedo con lo stesso tono, e solo quando illumino il suo bellissimo viso mi rendo conto che Drew sta piangendo.
«Mio Dio, Drew...» sussurro. Lascio cadere il telefono in tasca e gli passo le braccia attorno alle spalle, lui nasconde la testa nel mio collo e sussulta piano. Le sue spalle si alzano e si abbassano, scosse dai singhiozzi, posso sentire il mio cuore che si incrina di fronte a questa scena. Chiudo gli occhi e continuo a carezzargli i capelli finché non si calma.
«Non sono riuscito a salvarla» questa frase appena sussurrata mi si insinua in testa e non riesco più a farla uscire.
«Parla con me» sembra più una supplica che una richiesta, ma sono davvero disperata, non so in che modo aiutarlo. Drew scuote la testa sul mio collo e mi stringe più forte, aggrappandosi al mio vestito. Gli bacio una tempia e restiamo così per un tempo interminabile. Mi sento talmente vicina a Drew in questo momento che riesco a percepire il suo dolore, è come se fosse il mio, ed è devastante, enorme, nostalgico, pieno di senso di colpa e rimpianto.
«Qualsiasi cosa sia successa, sono certa che non è stata colpa tua.» È l'unica cosa che posso dire per farlo sentire un po' meglio, ma Drew non sembra neanche avermi sentito. Dopo altri interminabili minuti in cui del mio cuore è rimasto soltanto un mucchietto di polvere e ho un nodo in gola che non mi permette neanche di respirare, Drew solleva la testa e poggia la fronte contro la mia. Il suo respiro teso e al sapore di fumo mi solletica le labbra.
«È difficile, Liz» la sua voce si spezza. «Lei è stata la prima persona che io abbia mai amato, e ciò che le è successo... È tutta colpa mia.» Scuote la testa e lascia andare il mio vestito, carezzandomi le guance con i pollici. Solo quando i polmoni mi bruciano mi rendo conto che ho trattenuto il respiro finora. Una sensazione di fastidio si propaga nel mio stomaco, e mi sento uno schifo per essere gelosa di F.
«Sono sicura che non è colpa tua» ripeto, faticando a trovare le parole. Drew deglutisce, anche se siamo vicinissimi posso vedere il suo pomo d'Adamo che si alza e si abbassa.
«Certo che è colpa mia, avrei dovuto accorgermene» sussurra. Allungo un dito e gli asciugo le lacrime.
All'improvviso mi rendo conto della nostra vicinanza e il cuore prende a battermi alla velocità della luce.
«Però» balbetto. «Questo cosa c'entra con Annabelle?» Non riesco davvero a capire.
«Se Gale ha fatto del male ad Annabelle, smetterà di respirare, fosse l'ultima cosa che faccio» esclama infuriato, staccandosi da me. Certo, è una risposta, ma i pezzi del puzzle sono di nuovo tutti fuori posto. Cos'hanno in comune F e Annabelle? Ad un certo punto mi si accende la lampadina e capisco tutto. Anche F era vittima di violenza! E, a quanto pare, non ce l'ha fatta. Ecco perché quando avevo gli attacchi di panico Drew mi chiedeva il motivo con quello sguardo così spaventato, ecco perché è così protettivo nei confronti di Annabelle, ed ecco perché non gli è mai piaciuto Gale. Cavolo, come ho fatto a non arrivarci prima? Voglio però che sia lui a decidere di aprirsi con me, così lascio cadere il discorso.
«Annabelle sta bene adesso, le sono stata addosso di nascosto tutta la settimana e in facoltà nessuno ha osato dirle niente, Brittany e Sarah comprese.» Cerco di tranquillizzarlo, perché credo o che possa avere un infarto o che stia per uccidere qualcuno. Alla fine sembra rilassarsi e sorride.
«È interessante questa situazione, Formaggino.» Oh no, è tornata la sua voce ammiccante che agisce sui miei ormoni. Alzo gli occhi al cielo anche se non può vedermi e sussulto quando mi prende per la vita a mi avvicina a sé.
«Vuoi fare follie in mezzo alle zucche e ai fichi?» chiede sensualmente.
«Assolutamente no» scoppio a ridere, perché non riesco a farne a meno, rido così forte che devo tenermi la pancia perché mi fa male.
«Non c'è niente da ridere!» esclama stizzito Drew, ma poi mi segue anche lui.
«Chi va là? Fuori dal mio campo, state lontani dalle mie piante!» Una voce anziana ci giunge da dietro e ci giriamo contemporaneamente, colti alla sprovvista. Quando mi accorgo che l'uomo basso e grasso con i capelli bianchi ed una torcia in mano che ci sta minacciando ha un fucile a pompa nell'altra, sento il sangue defluirmi dal volto. Drew mi prende la mano e mi fa scudo col suo corpo, io non riesco a muovere un muscolo.
«Andatevene!» continua a urlare.
«Liz, corri, corri a più non posso!» esclama Drew e inizia a correre trascinandosi dietro una me terrorizzata. Quando inizio a sentire l'asfalto sotto i piedi un proiettile ci passa vicino con un rumore sordo. Mi trattengo dall'urlare e continuo a correre verso la Lamborghini. Ci catapultiamo all'interno dell'auto e Drew con una sola sgommata sull'asfalto ci porta a cinquecento metri dal campo e dal vecchio pazzo.
«Oh mio Dio!» esclamo dopo un po' con la voce stridula e gli occhi sgranati. «Ci ha sparato!»
«Meno male che avevi le converse» ride Drew, cercando di sdrammatizzare la situazione, e coinvolge anche me.

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