Capitolo 40

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-Sei la cosa più bella che mi sia capitata.-

40.♥

-Deve essere quì... Almeno me lo auguro.- dissi a me stesso preoccupato.

Mi informai domandando alcune cose ai vicini, e nessuno l'aveva vista uscire. Soltanto entrare.

Sarebbero stati 5 giorni che Kate era chiusa in casa.

In casi del genere è complicato restare ottimisti. Nonostante tu voglia impegnare psicologicamente il tuo cervello in pensieri positivi.

Bussai con forza alla porta fin quando poi mi stancai e diedi spinte sempre più forti.

I vicini curiosi si avvicinarono nonostante fossero le nove di sera della vigilia di Natale, e quell'aria non faceva che trasmettere ansia.

Afferrai dai capelli di una signora bassa e grassa una forcina, e cercai di forzare la fessura con quella. Una volta sentito il 'tac' mi feci indietro.

Mi fiondai sulla porta con il braccio destro, e un paio di volte diedi spintoni forti finchè non si aprì.

Tra non molto si sarebbe avvicinato l'intero quartiere.

-Ragazzo, vuoi che ti aiuti?-

-No.-

Entrai in casa e la temperatura interna era fredda il doppio di quella esterna.

Accesi la luce e camminai tra i corridoi e le stanze, con il sangue che sembrava esplodermi nelle vene.

Non ero pronto a ricevere brutte sorprese.

Nel piano di sotto non trovai assolutamente niente e poi corsi al piano di sopra sussurrando continuamente: -Kate, ti prego, ti prego.-

Nella sua camera non c'era assolutamente niente, neanche in quella degli ospiti, e neanche

nel bagno.

Kate non c'era.

Scesi di nuovo al piano di sotto e percorsi ogni singolo centimetro della casa

come non mai.

-Kate!- urlai più volte.

Restai immobile per qualche istante per riprendere fiato e sentii un vetro rompersi.

Salii immediatamente le scale ad ogni due scalini ed entrai di nuovo nel bagno, proprio dove proveniva quel rumore.

Kate era lì per terra ed io non l'avevo neanche vista.

Accesi la luce che subito illuminò il suo viso stanco.

Aveva le guance molto più sottili del solito e delle enormi occhiaie sotto agli occhi. Aveva le labbra chiarissime e il colore della pelle molto pallido.

E poi i suoi occhi che brillavano come la prima volta, nonostante fossero socchiusi erano pieni di una luce cristalliera da farti sorridere l'anima.

-Hey Zayn...- sussurrò debole.

Sentivo che sarei svenuto anch'io se avrei continuato a vederla ridotta in quella maniera.

Per colpa mia. L'ennesima volta per colpa mia.

Solo e sempre colpa mia.

Un vetro del profumo che aveva scagliato a terra, le stava facendo sanguinare la mano e nel preciso istante in cui le alzai la schiena, vomitó.

Presi il telefono per chiamare il più presto possibile un'ambulanza ma solo allora mi resi conto che non c'era uno stralcio di tacchetta.

Ma non potevo sicuramente scendere al piano di sotto a prendere un telefono mentre Kate vomitava anche l'anima.

Zayn Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora