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Audrey


     «Cooosaaa??? O Santa Polpetta!!!» Urlo sconvolta praticamente a squarciagola.

«Shhh!!! Cosa urli?» Strilla mia sorella rossa come un peperone.

     Oggi è sabato, e questa mattina si è presentata senza preavviso a casa. Miss Liz tutta felice ha preparato una super colazione ipercalorica, mamma ha persino fatto prendere il servizio giapponese comprato durante una vacanza con papà qualche anno prima, tazze e teiera verde giada in ghisa, molto carino! All'interno delle tazze ci sono dipinti dei sakura rosa.

Abbiamo mangiato crepes con cioccolata, crepes con la marmellata, con sopra dello sciroppo, e bevuto tè nero mela e cannella o latte caldo. Tranne papà, lui come sempre si è riempito fino all'orlo la sua tazza di caffè nero americano senza zucchero. Bleah!!

Abbiamo parlato del più e del meno, del ballo, della scuola, di Artax. . . ma durante tutto il tempo io non ho fatto altro che picchiettare nervosa il piede sotto al tavolo. Volevo sapere il vero motivo della sua visita improvvisa, perché ho capito perfettamente che c'era sotto ben altro che di una semplice voglia di starsene in famiglia!

Ah! Conosco bene i miei polli io!

Con la coda dell'occhio l'ho osservata attentamente come se avessi degli occhi stile Robocop. Ho cercato ogni minimo segnale dalla sua espressione che potesse lasciarmi qualche indizio, ma nulla. Niente di apparentemente visibile, quindi dovevo solo finire in fretta la mia colazione per poi trascinarla in camera. Cosa che ho effettivamente fatto e per poco non mi strozzo con un enorme boccone di crepes alla cioccolata.

«Audrey!» Mi ha ripresa subito mio padre. «Ti sembra il comportamento di una signorina per bene quello? Fa bocconi più consoni!»

Ignorando bellamente le sue critiche, spazzolo la mia colazione alla velocità della luce, fissando poi intensamente Oly, mentre cerco di comunicarle telepaticamente di sbrigarsi a sua volta.

Finalmente ci dirigiamo verso la mia camera, anzi, si può dire che io sto correndo su per l'infinita rampa di scale trascinandomi dietro mia sorella quasi a peso morto, la quale se la ride divertita dalla mia irruenza e impazienza.

     «Santa polpetta!» Ripeto quasi inebetita, mentre scioccata scuoto la testa a destra e sinistra a ripetizione.

«La smetti di urlare santa polpetta? E poi perché una polpetta dovrebbe essere santa?» Olivia è seduta sul mio letto a gambe incrociate, tutta intenta a stringersi forte al petto il mio cuscino decorativo di velluto viola. Io le sono seduta in ginocchio di fronte e la fisso nel volto scarlatto.

«Perché le polpette sono deliziose!» Rispondo semplicemente, stringendomi velocemente nelle spalle, facendola sospirare.

«Comunque. . . lo sapevo che quell'affare lì ti aveva fatto qualcosa non appena hai messo piede dentro casa!» Continuo seria.

Olivia sprofonda la faccia nel cuscino in evidente imbarazzo. Ancora un po' e non gli da fuoco per quanto ha il volto in fiamme!

«Cooomunqueee. . .» Cantileno mordendomi un labbro. «Come è stato? Cioè, quello che si dice di lui sul fatto che sa usare bene la lingua in molti sensi è vero oppure. . .»

«AUDREY!!!»

«Caspita!!!» Urlo ridendo a crepapelle.

«Cosa?»

Quello Che Cercavo - quando l'amore vince sulla logicaWhere stories live. Discover now