«Che tè vuoi?» Mi chiede voltandosi verso di me con lo sportello della credenza aperto, ridestandomi dal mio strano stato di trance.

Cerco di scrollarmi la mente da tutti questi strani pensieri e mi avvicino a lei. «Cavoli! Ma quante varietà ha comperato la cameriera?»

«A dire il vero li ho comperati io! Mi piace molto il tè, e qui avevate solo il tipo classico, che è molto buono, ma se uno ha voglia di variare un po'. . .» Spiega facendo spallucce e sorridendo timida, mentre tira fuori tutte le confezioni, sei per la precisione, e me le mostra.

«Ho preso tè nero, tè verde, tè nero alla rosa e alla lavanda, tè verde al gelsomino e tè verde e zenzero!»

«Accidenti! Potresti aprirci un negozio!» Esclamo scrutando quella vastità di confezioni in cartone variopinte.

«La prossima volta voglio comperare una di quelle graziose scatolette in legno dove poter sistemare in ordine tutte le bustine. Allora? Quale vuoi?»

Non ne ho la minima idea! Io ho sempre e solo bevuto English Breakfast da quando sono piccolo! «Ehm. . . vediamo. . . tè verde e zenzero?» Azzardo.

«Ottima scelta! Io tè nero alla lavanda invece!»

Mette le bustine in due tazze e quando il bollitore inizia a fischiare e fumare come una locomotiva, lei butta delicatamente l'acqua dentro le tazze e poi le copre con due coperchietti in silicone, uno rosa e uno azzurro.

Mi sorprendo a fissarla nuovamente più del dovuto. Questa volta mi incanto sulle sue mani, su quelle dita lunghe e magre e su quelle graziose efelidi che ha sul dorso. Sono tante, piccole e di un tono di marrone molto chiaro. Tipo color cannella. Mi piacciono! Come realizzo questo sento le guance avvamparmi voracemente, sentendo anche una forte ondata di imbarazzo travolgermi violentemente.

«Allora, come è andata all'università?» Mi chiede mentre prende dei biscotti al burro e li sistema su di un piattino verde di porcellana decorato con delle farfalline celesti.

«Ho avuto un test, ma credo sia andato bene, e poi ho consegnato una tesina, pure quella credo sia andata a segno!»

«Eccolo qui! Mister sicuro di sé!» Mi canzona con tono scherzoso, mentre appoggia il piatto sul tavolino.

«Certo! In fondo studiare è la cosa che mi riesce meglio!» Esclamo sempre in imbarazzo, mentre tento di far sbollire la mia faccia. Magari se mi ficcassi la testa nel freezer potrebbe funzionare!

«Non esagerare! Non è l'unica cosa che sai fare!»

«Tu dici?»

Prendiamo le nostre tazze e ci sediamo attorno al tavolino a sorseggiare il nostro tè.

«Buono! Pizzica un po'!» Esclamo sorpreso dopo il primo sorso.

«Sì! È lo zenzero. Sono contenta che ti piaccia! Prendi un biscotto.»

Annuendo allungo una mano sul piatto e ne prendo un paio, per poi immergerli nella tazza fumante e profumata. «Buoni anche questi!»

«Biscottini al burro danesi! Li ho presi l'altra volta, quando sono andata a passeggiare in centro con Audrey. Un must con il tè caldo!» Sorride lanciandomi un occhiolino.

Beviamo tè, mangiamo deliziosi biscotti e conversiamo del più e del meno riguardo le rispettive giornate.

Lei mi racconta dei preparativi del gala, e del fatto che procedono come un treno.

Né io né mio fratello abbiamo frequentato quella scuola, poiché i nostri genitori hanno preferito farci frequentare un istituto maschile che comprende dall'asilo fino al liceo, quindi sono un po' incuriosito dal ballo.

Quello Che Cercavo - quando l'amore vince sulla logicaWhere stories live. Discover now