L'Inizio della fine

165 8 9
                                    

Virginia si chiuse in camera sedendosi sconsolata sul piccolo letto. Non avrebbe potuto cedere non adesso e nemmeno dopo. Che cosa le stava succedendo?!! Tutti quegli anni passati a rimpiangere la sua giovinezza e ormai si era abituata a tutto ciò che il chiostro poteva offrirle. Non era giusto rovinarle così quella barriera che aveva costruito intorno a se.
Si alzò e concluse che doveva cancellare non solo quei pensieri, ma anche Osio dalla sua mente.
Si toccò la mano che Osio poco prima aveva sfiorato e la passò sul suo volto sospirando.
Virginia venne ridestata da questi pensieri da un urlo che proveniva dal cortile.
Era tardi e la Signora uscì correndo dalla stanza e si recò fuori.
Accanto al pozzo c'erano monache accerchiate e Ottavia si voltò verso Virginia, pallida<<Non guardare ti prego>>
La de Leyva si affacciò al pozzo e si ritrasse subito portandosi una mano allo stomaco e stringendo.
<<Dio misericordioso, ma cosa è successo?!>> La badessa Imbersaga, una donna sui cinquant'anni la quale provava un'odio inveterato verso la vicaria, le rispose secca<<Isabella degli Ortensi si è buttata nel pozzo>>.
Suor Virginia spalancò gli occhi scuri in uno sguardo sgomento<<Quando è successo?!>>
<<La fattoressa la ha trovata qualche ora fa. Dovremmo far mettere una grata a quel pozzo>> l'Imbersaga si scostò la tonaca e si allontanò insieme ad un gruppo di monache.
Virginia indietreggiò ed ordinò alle altre suore di far chiamare il fabbro per riportare fuori il corpo della conversa.
Poi si sedette sconsolata sulla panchina in marmo nascondendo le mani fredde nella tunica.
Era stanca e aveva gli occhi appannati un pò per il sonno e un pò per qualche lacrima che le scendeva sul soggolo.
Voleva bene a quella ragazza, Isabella l'aveva sempre ammirata ed era l'unica che riusciva a comprenderla veramente.
Si passò una mano sulla fronte.
Nel buio del cortile quando anche il fabbro e le altre suore si erano ritirate lei era rimasta sola.
La donna si girò sentendo un rumore alle sue spalle. Nessuno. "Brava Virginia, senti anche suoni che non ci sono".
Una mano le si posò furtiva sulla spalla e le fece segno di tacere.
Aveva una voce profonda, ma nel contempo armoniosa.
No, non ora, non adesso. Virginia aveva i sudori freddi e tocco la mano calda che aveva sulla spalla.
Trasalì: Giovan Paolo.
<<Cavaliere>>sussurrando<<Cosa fate qui in convento, sapete bene che non potete rimanere>>
Paolo sentì correre un brivido e annusò lentamente l'odore di Virginia. Lo adorava.
<<Madre reverendissima stavo passando di qui e la madre badessa mi ha informato della...sgradevole notizia di questa sera. Sono molto desolato per la vostra Isabella>>mentre parlava la mano scendeva per stringere quella della vicaria.
Lei la spostò freneticamente e si voltò nel buio<<Vi ringrazio dell'interessamento, ma ora son molto stanca e preferirei ritirarmi. Quest'oggi la testa mi duole terribilmente>>.
Che sciocca che era, cosa poteva importare a lui di ciò che faceva.
<<Quanto mi spiace>> Paolo le aveva pestato furtivamente la veste, così quando Virginia tentò di allontanarsi, inciampò e fu presa tra le braccia dal cavaliere.
Gli occhi della De Leyva si incrociarono con quelli di Paolo<<Vi prego di lasciarmi>>Spingendolo via con la mano.
<<Cara Virginia, io vi amo, vi adoro. Permettetemi almeno di esservi amico>>cercò di sfilarle il velo, che Virginia riuscì repentinamente a fermare e rialzarsi spingendolo via con forza.
<<Uscite, andatevene. Il vostro poco rispetto mi disgusta: sono una monaca, devota alla pia immagine del signore, devota alla preghiera e al pentimento. Non voglio e non intenderò trasgredire regole che ho promesso di rispettare dopo aver preso i voti.
Ho perso anche troppo tempo a cercare di essere gentile con voi. Non voglio più vedervi oppure dovrò denunciarvi alla curia arcivescovile, non costringetemi ad atti estremi Paolo.>>
Un sorriso si dipinse sulle labbra del cavaliere. Virginia si accorse di averlo chiamato per nome e il suo volto si tinse di un colorito rosso.
<<Signora, come vorrete. Me ne vado, ma non crediate di liberarvi di me troppo presto. Riuscirò ad esservi amico, o altrimenti la morte. Ma ricordatevi che tutto ciò che è amore per noi è amore per il Signore Misericordioso.>>
Avvicinò le labbra alla mano di Virginia e la baciò con ardore.
La Signora lo scostò con una spinta e rimettendosi in ordine la tonaca si diresse con grazia altera, nonostante la sua stanchezza, verso il cortiletto privato in cui aveva la stanza.
Paolo, strinse tra le mani un pezzo di tonaca che aveva strappato da quella di Virginia e, portandola alla bocca, la baciò.

Venere in conventoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن