Prologo

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Il rumore del tuono risuonó cupo all'interno della cappella. Era una giornata di pioggia e le gocce erano ormai entrate anche all'interno della chiesetta adiacente al chiostro. Il pavimento era bagnato, le fiammelle delle candele erano spente e la cera aveva sporcato l'altare.
Una donna coperta da un velo si avvicinó lenta verso i banchetti e si inginocchiò con le mani giunte<<Dio mio perdonami>>. Aveva le guance arrossate dal pianto e la ciocca di capelli neri le ricadeva sul volto, bagnata.
La porta della chiesa era rimasta aperta e la donna sobbalzava ad ogni tuono.
Alzandosi si avvicinò all'altare e riaccese le candele con un fiammifero.
<<Perdonaci per quello che abbiamo fatto. Madre di Dio>> ripeteva come vittima di un sortilegio.
Riusciva a sentire il battito del suo cuore rimbombare per la navata vuota.
La donna velata senza proferire altre parole si avvió verso la porta e richiudendola cautamente uscì nel cortile.
Si avvicinó al muro che lo separava dal cortiletto della casa adiacente.
Alzó lo sguardo verso la finestra che dava sull'alto melo che sovrastava quel panorama desolato.
Fece il segno della croce e rientró nel chiostro.

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