Un nuovo inizio

992 18 3
                                    

Sono Adam Rampello ho undici e gia da due mesi vivo in una comunità a causa dell' alcolismo di mia madre e del non riconoscimento nei miei confronti di mio padre. La paura più grande è La scuola ovvero le relazioni con i miei compagni. Io parto dal presupposto di essere inferiore agli altri, e di conseguenza mi pongo come tale.
Un po di sicurezza l'ho presa dalle educatrici (Anne, e
Rachel). Più la paura aumenta, più il giorno si avvicina. BOOM arriva il fatidico giorno, "voglia di uscire saltami a dosso". Faccio una bella passeggiata con Rachel verso la scuola, fin che non me la trovo davanti.
Una classica scuola Italiana, bianca, graffittata, e con la bandiera verde bianca e rossa. Dopo due minuti la campanella suona e la mia mente chiede "Rachel per l'amor di Dio rientriamo a casa" ma il mio corpo faceva l'esatto opposto.
Entrando la prima cosa che vedo è la marea di alunni avventarsi nelle classi, e noto pure una ragazza spaesata "la capisco perfettamente".
Dopo qualche minuto vedo una professoressa che ci viene incontro,
" 2G" dice Rachel alla professoressa, per indicarli la classe di cui andrò a far parte. "Si lo porto subito" annuncia con uno stupore totalmente diverso dal mio stato d'animo.
Saluto Rachel e ci avviamo alla classe.
"Proprio nella 2G sei capitato" dice come se fossi capitato chi sa dove, lei si accorge della mia espressione impaurita e per rassicurarmi dice"tranquillo ti troverai bene".
Mi accorgo di essere arrivato a destinazione dalla targa appesa alla porta, e i battiti accellerano.
In questo momento la persona che odio di più è la professoressa che apre la porta e mi fa cenno di entrare.
Entro nella classe, si sente un gran chiasso, ma di colpo il silenzio piomba nella stanza. Sento sguardo su sguardo che mi trafigge il corpo. Al momento mi accorgo di avere un sorriso finto stampato sulla faccia, per mascherare:
Paura, vergogna, terrore, rabbia nei confronti di chi mi ha portato quí .....,
"Buongiorno ragazzi, lui è Adam, un nuovo compagno di classe che starà con noi da oggi" annuncia la prof presente nell'aula prima di me.
" vai nel secondo banco vicino a Samuel" mi dice la professoressa.
Passo per passo vedo i volti dei miei nuovi compagni voltarsi per seguirmi con lo sguardo, fin che non arrivo alla mia postazione.
Come se non bastasse l'imbarazzo, subentra la puzza insopportabile proveniente da questo Samuel.
Subito dopo noto due ragazzi dietro di me, uno con i capelli lunghetti e biondini, e poi un ragazzo con gli occhiali neri e i capelli un po' meno lunghi del suo compagno ma neri. La cosa che mi colpisce di più, é la barbetta. Ricorda tanto Harry Potter.
Entrambi ridevano sguaiatamente "che coglioni" penso a primo impatto.
Tra raccomandazioni e comunicazioni arriva l'ora della ricreazione. Decido di starmene seduto e disegnare uno dei miei soliti manga che riescono a distendermi.
"Quella è Sailor Moon?" mi domanda una voce proveniente da dietro. Mi volto, era lui occhiali capelli più o meno lunghi neri e barba (ho deciso che lo chiamerò Harry Potter).
"Si... è il mio anime e manga preferito" risposi, mentre realizzavo che il primo ragazzo che mi aveva rivolto la parola fosse la stessa a cui ho dato del coglione nella mia mente.
"Pure a me piacciono gli anime, ma preferisco i manga...... ti danno più motivi per fantasticare" dice lui, fiero dei suoi gusti. "Gli anime e i manga che seguo di più sono....... One piece e Death Note" continua stupendomi, tra l'altro pure a me piacciono quei fumetti " io amo One Piece, soprattutto Death Note, il fatto che le vite degli altri dipendano da quel libro è eccitante" dico distendendomi un po.
Il confronto sui propri gusti occupa varia parte della ricreazione, fin che la campana suona annunciando l'inizio della terza ora. Dato che oggi è il primo giorno facciamo solo tre ore. L'ultima ora la passo a pasticciare il diario per distrarmi dalla puzza di Samuel. Anche la terza passa e tutti gli studenti si avviano verso il portone per uscire. La prima cosa che vedo é il braccio di Rachel che va a destra e a sinistra per evitare il mio ennesimo disorientamento. Arrivo in macchina ma vi evito la classica parte del primo giorno di scuola di un bambino di undici anni:
Come è andata, ti trovi bene??..BLA...BLA...BLA.
I giorni passano e il mio rendimento sta prendendo una buona strada.
7:30 doccia:
L'unico momento della giornata in cui me ne fotto delle persone che mi circondo e canto a squarcia gola come se non ci fosse un domani, al momento la hit che gira nella mia testa è Come and Get it di Selena Gomez.
Colazione:
Pastina Kinder e tè a limone

Denti, borsa e via.
Come ogni mattina andiamo all'asilo di Anne (oltre una casa famiglia, ha pure un asilo nido, e dell' infanzia)
così quando arriva la maestra di inglese dei bambini io parto a scuola.
Come sempre aspetto la dipendente di Anne per poi farmi accompagnare, ma oggi ha deciso di ritardare.
"Adam mi sa che oggi ti conviene andare a piedi" dice.
"Ma...... Non l'ho ancora imparata la strada..... come caspita faccio"
Nonostante la mia ansia si è trovata Anne si é trovata a farmi andare a piedi dato che non poteva lasciare l'asilo, perchè se riceveva un bambino non poteva far trovare il nulla.
Mi incammino per la strada a me sconosciuta, e nel frattempo penso "Questo comportamento anti professionale..... io l'avrei licenziata.
STRONZAA se io arrivo tardi a scuola è colpa tua!" dopo vari passi trovo il disorientamento più totale.
Entro in panico fino a quasi piangere.
Nel mio cammino non ancora ben definito incontro per mia fortuna un maresciallo "che culo!" .
"Mi può aiutare ad arrivare in via Trento?" chiedo mettendo da parte timidezza.
Li realizzo quanto posso essere stupido, dato che via Trento era a due passi.
Ringrazio il maresciallo e entro a scuola.
Alla prima ora la professoressa di storia consegna i compiti, "chi sa quanto ho preso" regna la curiosità nella mia mente. "Ragazzi i compiti sono un disastro. Solo due si sono distinti. Adesso vi pongo un modulo con un cinque domande per recuperare" buona notte non credo di essere tra i due distinti, quindi preparo penna e foglio per il test di recupero.
La prof passa per i banchi a dare i moduli fin che non arriva al nostro, soltanto che inaspettatamente pronuncia della parole che le mie orecchie non pensavano di sentire "Adam, Samuel voi non ne avete bisogno". Che bello dopo lo spavento di trenta minuti fa ci voleva.

ChangeWhere stories live. Discover now