Prologo

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Dedicato ai miei genitori.

Da quando ho ricordo, la mia famiglia ha sempre fatto questo.
Sono stata cresciuta con questi insegnamenti da sempre e per me ormai è un'abitudine assistere agli omicidi in cantina.
Ma qualche bel ricordo infantile ce l'ho anche io.
Ricordo che quando ero piccola, Jazmin, mia madre mi portava sempre al parco giochi e in quel negozio di giocattoli in piazza che tanto amavo. Zach, mio padre, mi portava spesso allo zoo con Austin e Morgana. Eravamo la classica famiglia americana. Andavamo in campeggio e piazzavamo  la tenda vicino al ruscello, anche se non si poteva.
Ci stendevamo sulle coperte e guardavamo le stelle, e sognavo di poter essere una stella anche io, di poter guardare da lassù il mondo e chiedermi se quelle persone erano veramente felici come pensavo.
Smisi presto di sognare stelle e mi resi conto delle facce di plastica intorno a me. Non ricordavo cosa significava essere felici e non riconoscevo più il suono della mia risata. Imparai a leggere le persone ma nessuno imparò a leggere me.
Jazmin mi mandò dallo psicologo, diceva che non parlavo più, come se fossi io la pazza, come se fossi io ad uccidere le persone.

- Kira, ti dai una mossa? -
Mi alzai sulle punte per afferrare i fiori sul mobile in cantina.
Potevo scegliere io le sementi.
Uscii in giardino. Il sole primaverile splendeva in cielo. C'era un buon odore di erba appena tagliata. Quando ero piccola amavo la sensazione dell'erba fresca sotto i piedi nudi. Poi iniziarono a seppellirci i cadaveri, e non lo feci più.
Raggiunsi Zach che aveva appena finito di coprire la buca di un certo Harold Cravig.
Jazmin ci raggiunse subito, barcollando nei suoi tacchi vertiginosi.
Era sempre elegante e fine, anche quando doveva uccidere qualcuno.
Portò alla bocca la sua sigaretta, aspirando come se fosse il suo inalatore di ossigeno.
-Che cosa hai preso? -chiese Zach asciugandosi la fronte sudata col Braccio coperto dalla sua camicia Armani.
-Rose. -
-Ancora? Non ne abbiamo abbastanza? Puzzano. -
Sentimmo dei passi alle nostre spalle, e ci girammo tutti e tre contemporaneamente.
Austin, mio fratello maggiore, si avvicinò e osservò indifferente la tomba del povero uomo.
- Mi servono Cento dollari. -
Jazmin alzò gli occhi al cielo e gli disse di prenderseli da solo dalla sua borsa in camera.
Sapevano bene a cosa gli servivano. Probabilmente era in astinenza di qualche altra nuova droga pesante che provava regolarmente. Lui era il mio opposto. Tutti a scuola lo veneravano, aveva molti amici e molte ragazze che avrebbero dato tutto per un suo sorriso.
Rimasi li a guardare Zach che piantava i nuovi fiori, una nuova vita grazie ad una vita in meno.

Tutti ci facevano i complimenti per il nostro bel giardino fiorito. Zach dice che i fiori sono belli perché fanno concime. I morti fanno concime.

DOLLHOUSE - La diagnosi (CARTACEO)Where stories live. Discover now