Capitolo 0 - Il Prologo

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Mi sono sempre piaciute le moto. Da piccolo papà, ogni domenica,  mi infilava la maglia di Valentino Rossi, stappava la sua grossa bottiglia di birra da mezzo litro  e mi sedeva sulle sue gambe, pronto ad esultare per ogni sorpasso. Ed insieme a lui ho coltivato il sogno di diventare un motociclista. Ho dedicato tantissimi anni alla mia carriera, dalla mia infanzia fino ai ventuno anni.  La scuola è sempre stata il mio tallone d'Achille. Eppure  quell'inferno di numeri e lettere mi ha regalato la persona più importante della mia vita.  Mi ha regalato Kate. Ci incontrammo per la prima volta al corso di disegno, un pomeriggio piovoso di Ottobre. Lei indossava un maglione di lana nero almeno due taglie più grandi del dovuto, dei jeans stretti ed un paio di scarpe bianche. Aveva gli occhi color cioccolato, la fronte stretta. Le sue labbra sembravano morbide a guardarsi, così come le guance. Il colore dei suoi capelli era un fantastico biondo cenere, sembravano morbidi e lucidi. Li aveva legati con una matita. "Questa non l'ho mai vista prima d'ora" pensai, mentre facevo finta di disegnare. Lei era seduta davanti a me ed il suo profumo mi aveva rapito e portato chissà dove. "Questo deve essere il tanto acclamato colpo di fulmine", "Sam inventati qualcosa, devi parlarle". Così , dopo aver nascosto la mia matita dentro la tasca del giubbotto, le sfilai la matita dai capelli e quando si girò pensando che fosse caduta sul pavimento le parlai, attaccando bottone. In pochi giorni ci scambiammo il numero e dopo qualche mese mi dichiarai. Era una notte di Luglio, io ero passato a prenderla sotto casa con la mia Ducati rossa, ed eravamo andati in spiaggia, sdraiati su una tovaglia, guardando le stelle col mare in sottofondo. Lei rispose subito di si, e mi baciò.  Avevamo diciotto e sedici anni quando, al mare in una tiepida notte di luglio, lei entrò ufficialmente tra le persone più importanti della mia vita. I mesi sembravano ore, passavano velocissimi. Dopo aver concluso con la scuola iniziai a lavorare insieme a mio padre, nella sua officina. Passavamo intere giornate insieme, cercando di ultimare i lavori il più presto possibile per dedicarci alle modifiche sulla mia Ducati. Avevo ventuno anni quando un pomeriggio, mentre guidavo verso casa di Kate, un Camion mi investii. Ricordo di aver pensato al volto della mia famiglia, di Kate. Poi però quando pensavo che sarebbe arrivato il "tunnel" o qualcosa di simile ho aperto gli occhi. Vedevo tanto sangue attorno a me, la mia moto dall'altro lato della strada ed una gran folla attorno a me. Mi sono alzato cercando di rassicurare tutti che stessi bene ma mi accorsi che nessuno mi guardava ne tantomeno mi sentiva. Tutti guardavano il mio corpo inerme sull'asfalto. Me incluso. Ero confuso, frastornato, incredulo. Poi ho capito di essere morto, e quando l'ho capito ho corso, lontano da tutti. Avevo ventuno anni quando sono morto, e non so quanto tempo sia passato da quel momento. Avevo ventuno anni quando sono morto, e adesso non sapevo dove fossi, ne tantomeno cosa fossi. Però pensavo che ancora non era finita, perché davanti a me c'era qualcosa di nuovo ed inaspettato. C'era qualcosa da cui scappare, e dovevo solo trovare il modo per farlo.


Spazio Autore

Ciao ragazzi! Sono tornato con questa nuova storia dopo mesi di inattività! Spero che il prologo vi piaccia! Il genere è nuovo per me e cercherò di non mescolare troppe cose! So che a molti non fa impazzire la fantascienza quindi eviterò  di incentrare la storia su di essa ! Lasciate una stellina ed un commento sotto!

Un Bacio, Emanuele :*



Without you - Senza teWhere stories live. Discover now