Capitolo 12

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Giulia non era ancora arrivata, iniziai a preoccuparmi. E se non venisse più? Magari ha avuto di meglio da fare, oppure non le andava di venire. Magari non sono poi così importante per lei. Un'espressione cupa sostituì il sorriso che poco fa era sulle mie labbra. Pedro e Martina se ne accorsero.

<<Ehi, che succede?>> dissero i miei amici visibilmente proccupati.

<<Sto bene ragazzi, solo che... Giulia non è ancora arrivata. Credo non verrà più ormai.>> risposi abbassando lo sguardo.

<<Sicuramente qualche imprevisto la starà trattenendo. Tranquilla Ila, sono sicuro che arriverà.>> disse Pedro abbracciandomi. Io annuì, sorridendo.

A breve avrebbero portato le pizze a tavola, quindi incitai gli ospiti ad entrare, per iniziare a prendere posto.

<<Ilaaaa!!>> disse una voce alle mie spalle. Avrei riconosciuto quella voce ovunque. Mi voltai: era Giulia. Un enorme sorriso comparve sulle mie labbra. <<Scusa il ritardo, ma i miei genitori sono tornati tardi dal lavoro, e dovevo aspettare loro per farmi accompagnare. Ancora auguri comunque.>> continuò a dire sorridendomi, per poi abbracciarmi.

<<Pensavo non venissi più.>> le dissi abbassando lo sguardo.

<<Non me lo sarei mai persa per niente al mondo il tuo compleanno, lo sai!>> disse prendendomi le mani per rassicurarmi. <<Comunque sto morendo di fame.>> continuò a dire. Scoppiai a ridere.

<<Sei arrivata giusto in tempo Giu, tra poco portano le pizze a tavola.>> le dissi sorridendo, invitandola ad entrare.

-

Come sempre le pizze erano buonissime, non mi deludeva mai quella pizzeria. Decisi di aprire i regali. La mia classe mi regalò un cellulare nuovo, mentre Giulia una bellissima collana con un ciondolo a forma di luna, sapeva benissimo quanto mi affascinasse. Mi ribadiva spesso che le ricordavo la luna, misteriosa e oscura, ma allo stesso tempo così bella e luminosa.

Ringraziai tutti per i regali e dissi al dj di mettere un po' di musica. Era arrivato il momento di scatenarsi. Iniziai a ballare insieme a Pedro e Martina. Mia madre aveva preparato della sangria, molto alcolica. Iniziai a bere mentre ballavo come una matta. Non so esattamente quanti bicchieri di sangria bevvi, ma non mi importava.

Continuai a bere e a bere. Iniziò a girarmi la testa, non so per quanto tempo le mie gambe avrebbero ancora retto. Giulia si avvicinò a me, iniziando a ballare. La presi per i fianchi, muovendomi al suo stesso ritmo.

<<Non te l'ho ancora detto, ma sei davvero bellissima stasera vita mia.>> disse urlando vicino al mio orecchio a causa della musica troppo alta. Non ero sicura di ciò che avevo sentito, circolava troppo alcool dentro me.

<<Come mi hai chiamato?>> dissi.

<<Ehm... vita mia?>> disse, guardandomi perplessa. <<Ti ha dato fastidio?>> continuò, mettendo le braccia attorno al mio collo.

<<Ehm.. nono, solo che non me l'aspettavo. Credevo di aver sentito male io.>> le risposi, tenendola sempre per i fianchi. <<E comunque grazie, anche tu sei bellissima questa sera.>> continuai a dire, sorridendo. Era davvero bella, indossava un vestitino rosso molto attillato e dei tacchi neri.

Improvvisamente partì un lento: unconditionally di Katy Perry. Non ci staccammo, continuammo a ballare, più vicine questa volta. Il mio stomaco era letteralmente in subbuglio, ma non capivo se era colpa dell'alcool o a causa di qualcos'altro. Continuavo a stringerla sempre più forte. Avrei voluto fermare il tempo in quel momento, avrei voluto tenerla tra le mie braccia per tutta la vita.

<<Ila, ascolta.>> disse improvvisamente lei, guardandomi dritta negli occhi. Il suo sguardo era diventato serio. <<Devo dirti una cosa.>>

<<Dim...dimmi!>> dissi balbettando. La gola era diventata improvvisamente secca, e un senso di ansia crebbe dentro me.

<<Quest'estate ho conosciuto un ragazzo, ci siamo sentiti e frequentati per qualche settimana, e adesso stiamo ufficialmente assieme.>> disse guardandomi sempre negli occhi. Un vuoto si formò dentro me. Non ne sono sicura, ma credo di aver sentito il rumore del mio cuore mentre si frantumava in tanti piccoli pezzi. Non riuscivo a capire il perché di tanto dolore, il petto stava per esplodermi. Non sapevo cosa dirle, non riuscivo più a parlare. Il mio sorriso scomparì, e lei se ne accorse.

<<Ehi, va tutto bene? Perché non parli?>> disse lei preoccupata.

<<No, io.... sto bene. Sono... sono felice per te.>> dissi. Ovviamente non era vero, ma cosa avrei dovuto dirle? Lei sorrise, annuendo senza fare altre domande. La canzone finì e io mi staccai bruscamente da lei, faceva troppo male quella vicinanza.

La serata passò in fretta. Salutai tutti gli invitati, ringraziandoli per essere venuti. Tornai a casa, ero davvero stanca. L'alcool circolava ancora dentro me. Tolsi vestito e tacchi, gettandoli in un punto indefinito della mia camera. Misi il pigiama e mi gettai nel letto. Il petto continuava a farmi male. "È fidanzata." pensai. Qualche lacrima rigò il mio viso. Mi addormentai poco dopo.

You'll never be mine (Lesbian Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora