• 6 • Petra

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Ho deciso di pubblicare perché mi annoio :/ Non ho che fare perciò pubblico, tanto per fare qualcosa -.-

Quella foto di lei era sempre stata in quel punto. Non l'aveva mai tolta, sfiorata o spostata. Neanche di un millimetro.
E adesso lui era seduto lì. Fermo, a fissarla.
La guardava, anche se si era ripromesso di non farlo. Guardava il suo sorriso, quel sorriso che avrebbe tormentato per sempre, e che col tempo diventava un ricordo sempre più lontano, impresso in un unica fotografia che non gli sarebbe mai bastata.

 Guardava il suo sorriso, quel sorriso che avrebbe tormentato per sempre, e che col tempo diventava un ricordo sempre più lontano, impresso in un unica fotografia che non gli sarebbe mai bastata

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Non sarebbe mai bastata.
C'erano troppe cose di lei che portava nel cuore. Troppi, i momenti insieme.
E ciò che gli rimaneva, non era abbastanza per ricordare tutto.
E lei. Lei era così tanto.
Era così bella, giovane, spensierata. Una piuma bianca e delicata, fra le fiamme roventi.
L'inferno. Quel mondo per lui raffigurava l'inferno senza quel sorriso. E si chiedeva sempre come poteva una piuma come lei vivere al suo interno. Come poteva sopravvivere ad un mondo infido come quello.
Quel sorriso era tutto. Tutto quello che gli era rimasto. Tutto quello che poteva desiderare. Tutto quello che aveva di bello. Ma era stato troppo stupido per capirlo prima.
Ricordava la loro ultima conversazione. Le sue ultime parole, la risposta ad una sua domanda a cui non credeva avrebbe avuto un perché.

-Io non sopravvivo, ma vivo... dovresti provarlo anche tu sai!?- ridacchiò ancora, era una risatina contagiosa e ingenua. A levi sfuggì un sorriso mentre distolse lo sguardo da un sorriso che in fondo sperava di rivere nei giorni seguenti.
Lei lo stava osservando, osservava quel raro sorriso che il corvino tentava di celare. -Inquietante eh?- disse lui rivolgendosi al suo sorriso, mentre tentò di nasconderlo ancor di più.
-No...- sussurrò sicura -raro- lo corresse -dovresti sorridere più spesso- continuò senza distogliere lo sguardo dal suo viso. -Fa bene sorridere- disse con tono di quasi superiorità, mentre nei suoi pensieri riecheggiavano vari modi con cui sperava di farlo sorridere, -fa venire le rughe ma...credo che ne valga la pena- annuiva leggermente a se stessa, come a darsi l'approvazione per le sue parole.
-Petra...- sussurrò lui, aveva quasi paura si pronunciare le parole che nella sua testa non facevano altro che ripetersi dal giorno in cui l'aveva incontrata. -Grazie...- il tono leggermente più alto, i suoi occhi la osservavano, curiosi di un eventuale reazione. E gli mancò un battito per l'ennesimo sorriso che lei gli regalò.
Lei si voltò senza rispondere, non con le parole. -Non smettere di sorridere... faccia di bronzo- urlò dal corridoio poco prima di uscire. Levi avrebbe voluto ribattere, ma il rumore della porta che si chiudeva l'aveva trattenuto. Perché anche se le avrebbe risposto urlando, lei non lo avrebbe sentito.

-Chi è?- chiese Eren incuriosito dalla foto e dal modo particolare con cui Levi la guardava. -Nessuno- rispose brusco, mentre le sue stesse parole lo ferirono. Lei non era nessuno. Era il suo tutto una volta. E forse, lo era ancora.
-È meglio se torni a casa adesso...- sussurrò in modo freddo, smettendo di guardare la foto. Smettendo di provare sentimenti. Smettendo di avere qualsiasi espressione che tradisse ciò che lui definiva buon senso.
-M-ma...- provò a dire il ragazzo, ma fu immediatamente zittito dal corvino, che tentava di non perdere la pazienza. -Niente ma!- disse in modo severo ma comunque freddo -va a casa moccioso- disse con poca cortesia, ma pur sempre col suo modo calmo e distaccato.
-V-va bene...- annuì e a testa bassa si alzò in piedi. Camminò verso la porta mentre il corvino non aveva alzato più di tanto lo sguardo dai tasti, vide dolo le spalle del moro, che lentamente si allontanavano sempre di più.
Stranamente, provò uno strano desiderio di abbracciarle, e chiedere scusa per il suo comportamento scorbutico. Da vero stronzo.

Distolse lo sguardo da quelle spalle

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Distolse lo sguardo da quelle spalle. Scrollando le sue. Impaurito, da quello strano desiderio di stringerle.
Nel momento in cui sentì il familiare suono della porta chiudersi, alzò lo sguardo.
Alla soglia della porta che conduceva nella stanza dove si trovava il corvino, la signora Hun entrò con un vassoio d'argento, carico di due tazze da te e un piattino abitato alle tazze (probabilmente per il moro), e si sorprese vedendo Levi da solo col pianoforte, -oh- sussurrò confusa -ma il ragazzo?- chiese avvicinandosi all'uomo.
Lui distolse lo sguardo -è andato via- sussurrò, anche se era più un borbottio.
-E perché?- chiese ancora la donna, guardando con sospetto il corvino. (La signora Hun è intuitiva eeeh!! :3)
-Aveva da fare...- rispose velocemente, rimase con la tentazione di dare una piccola occhiata alla foto. Ma evitò, volendo non cadere nello stesso limbo in cui era caduto con tanta facilità prima, davanti al moro.
-Da solo?- domandò ancora. -Si da s...- si fermò realizzando cosa stava per dire. Si alzò di scatto -devo andare- sospirò camminando velocemente verso il portone d'uscita. Afferrò velocemente le chiavi della sua Audi, -ma dove...- non ascoltò il seguito di una domanda a cui non aveva tempo di dare una risposta.
Scese i pochi scalini mentre si passò una mano fra i capelli, e involontariamente li scompigliò.
Ricordando che era così che aveva perso Petra. E aveva stranamente paura che accadesse lo stesso.

Ahoi! XD
Allooorah :3 Nel seguito dei capitoli ci saranno delle immagini (come quella ad inizio capitolo) fatte "da me"... nel senso, che ho preso due foto e le ho montate a modo mio :P
Ditemi che ne diteeh *×*

Ps.
Questo capitolo mi ha fatto quashi piangere (QUASHI) mentre lo scrivevo, ma forse solo perché conoshco certi particolari della storia che svelerò solo più avanti -^-

Levi: Mi sto commuovendo...

Me: Perché ti è piaciuto il capitolo?

Levi: No... perché c'è della polvere dappertutto!

Me: *rimane male per qualche minuto, poi se ne fa una ragione*

Uɴ Sᴇᴍᴘʟɪᴄᴇ Tᴏᴄᴄᴏ || 𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 || ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora