Capitolo 2

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"Morgan. Non puoi rallentare un filino?"chiesi. "Certo che no ragazzina.". "Oh ti ha trovato un soprannome."borbottò Reid. "Eh?". "Sei più giovane del ragazzino."rispose Morgan. "Ragazzino sarei io."disse Reid. "Ma...io... e ragazzina sia.". Sbuffai. JJ diede una gomitata a Morgan. "Eddai, è carino come soprannome. La coppia di ragazzini!"esclamò Morgan. "Ma dai, fai l'uomo maturo.". "Ti sembro una persona matura?". "Siamo arrivati."borbottai indicando il  Palace Condominium. Morgan frenò. Dopo essere scesi dall'auto, ci dirigemmo verso l'entrata del palazzo. La guardia all'entrata uscì dalla sua postazione per poi venire verso di noi. Morgan mostrò il distintivo. "Io sono l'agente speciale Morgan, loro sono gli agenti speciali Jareau e Hesledon e lui è il dottor Reid.". L'agente annuì e rilassò le spalle. È un dettaglio che noto nelle persone. Per suonare il pianoforte bisogna avere le spalle rilassate e me le controllavo sempre mentre studiavo, e ora riesco a vedere quando lo fanno gli altri. "Dobbiamo parlare con i signori Dylan."disse JJ. "Seguitemi.". Lo seguimmo. Salimmo fino all'ottavo piano. Poi lui se ne torno giù a piedi, e noi bussammo alla porta dei Dylan. Ci aprì una donna con lunghi capelli rossi. "Signora Dylan?"chiese Reid. Lei annuì. "FBI. Dovremmo parlarvi.". "Accomodatevi."balbettò lei, spostandosi da un lato permettendoci di entrare. L'appartamento era meraviglioso: veva enormi finestre di lucidissimo vetro, non molto sicure per un bambino, che davano sull'oceano. Era un ambiente molto luminoso di sicuro. "Tesoro, chi sono?"chiese un uomo avvicinandosi a noi. "FBI, agente speciale Hesledon. Lui è il dottor Reid, loro sono gli agenti speciali Jareau e Morgan. Dobbiamo parlarvi degli Hedd.". Entrambi annuirono. "Accomodatevi."disse lui. JJ e Morgan si sedettero, io e Reid restammo in piedi. I due ci guardarono un attimo, poi rivolsero la loro attenzione a JJ e Morgan. "Come mai hanno tolto James ai suoi genitori?"chiese Morgan. "La madre era drogata, il padre è finito in galera perché lo picchiava."spiegò il signor Dylan. Guardai Reid e scossi la testa. "Non sono loro" mimai con le labbra. Il telefono di Morgan squillò. "Ehi bambolina, dimmi.". Vidi l'espressione di Morgan incupirsi. "Va bene, stiamo tornando."disse, poi chiuse la chiamata. "Mi dispiace signori Dylan ma dobbiamo andare."aggiunse. Morgan si girò verso di noi. "Ha rapito Harold.".

"Da quanto è scomparso?"chiesi prendendo posto accando a JJ.                                                           "La polizia non ha accolto la denuncia prima del nostro intervento di mezz'ora fa, ed era scomparso da due ore."rispose Garcia attraverso il telefono. "Cosa abbiamo sull'S.I.?"chiese JJ. "Non molto. Nulla, in realtà. Non hanno nemmeno trovato impronte sul vetro della camera di Harold."rispose Rossi. "Credo che sia più semplice di quanto sembri."borbottò Reid alzandosi e andando verso la lavagna appesa sul muro. "Tra ogni attacco passano sempre 12 ore esatte, e per arrivare da un luogo all'altro occorrono 10 ore, in media."spiegò senza prendere fiato nemmeno una volta. "Che abbia fretta di completare il suo lavoro?"chiese Hotch. "E allora perché non è passato alla meta successiva? Sono passate circa 40 ore."aggiunse JJ. "Forse perché ha ottenuto quello che voleva."risposi. Reid annuì guardandomi. "Garcia? Controlla gli ospedali in cui Harold è stato ricoverato."dissi alzandomi e raggiungendo Reid. "Moores Cancer Centre di San Diego"rispose Garcia "El Paso Children's Hospital. Al Norman Regional Health System e al  Children's Hospital di New Orleans. Sbaglio o..". "Ci sono 3 ospedali colpiti dall'S.I."esclamò Rossi. "Garcia, cosa abbiamo sul padre di Harold?"chiese Morgan. "Anthony Folletts, 39 anni. Dopo la morte della moglie, ebbe in custodia Harold per un anno e mezzo fino a quando non venne denunciato dalla nonna materna del bambino. La donna, dopo aver ricevuto l'affidamento di Harold, lo ha lasciato in affidamento a San Diego. Perché farsi dare il bambino per poi abbandonarlo? Oh aspettate. La nonna si chiama Lucinda. E lavora al tuo ospedale Alicia.". "Strega Lucinda? Questa è una bella scoperta bambolina. L'uomo ha qualche parente, qui a Tampa?". "Una sorella. Abita al 4607 di Loyola Lane.". "Vicino all'ospedale."disse Hotch alzandosi. "Anche troppo. Andiamo."rispose Rossi.

"Signora Folletts! FBI!"urlò Morgan battendo il pugno sulla porta di legno della casa di Melissa Folletts. Sentii una porta aprirsi e qualcuno correre via. "Di là!"esclamai puntando verso quella direzione, facendo scattare immediatamente Morgan e Hotch. Nel frattempo, la sorella aprì la porta, Harold in braccio. "Non sapevo cosa fare, è venuto qua con il bambino, io.."balbettò, le lacrime che le rigavano le guance. "Non si preoccupi." la interruppe JJ sorridendole. "Buongiorno dottoressa."disse dopo poco Harold, mentre lo accompagnavo verso l'ambulanza. "Ciao Harold. Perché non hai detto nulla fino ad ora?"chiesi prendendolo in braccio. Lui si strinse nelle spalle, guardandosi intorno. Non appena vide suo padre in una delle volanti della polizia, lo salutò con la manina. L'uomo sorrise, cercando di nascondere le lacrime, e guardò il bambino mentre la volante si allontanava. "Non mi ha fatto del male. Era molto gentile."spiegò Harold guardandomi. "Lo so tesoro."risposi appoggiandolo sul la barella davanti all'ambulanza. "Però non è stato gentile con tutti.".

-Essere un buon padre è come farsi la barba. Non importa quanto sei stato bravo a raderti oggi, devi farlo di nuovo domani.- Reed Markham  

Durante il viaggio di ritorno verso Quantico, mi sorpresi numerose volte a leggere articoli su Spencer e a fissarlo mentre cercava di concentrarsi su un libro di oncologia. Lui non mi vide di sicuro, ma Morgan sì. Tutte le volte. Infatti si alzò dal suo posto, si sedette davanti a me e si tolse le cuffie. "Lo affascini, sai?"mi chiese appoggiando la testa sul pugno. "E perché?". "Perché sei una novità. Come lui, hai sì deciso di entrare nell'FBI, ma senza fermarti lì. Sta leggendo un libro di oncologia, no? Cerca di capirti. Proprio come stai facendo tu, leggendo articoli su di lui sul tuo laptop."spiegò lui.  Smisi di respirare per un paio di secondi, sentendo il sangue affluire alle mie guance. Spensi il mio computer e lo appoggiai sul sedile accanto al mio. "Di che state parlando?"chiese JJ porgendomi una tazza di caffè. "Di quanto sarà difficile trovare dove stare a Washington."risposi sorridendo. "Reid sicuramente ha un'idea"rispose JJ ridacchiando. Spalancai gli occhi e mi girai verso Reid, trovando il suo sguardo su noi tre. "Mh?"chiese, facendo finta di nulla. "No, nulla"rispose Morgan trattenendo un sorriso. "Comunque Garcia ha detto che sarebbe più che felice di ospitarti per un po', e che potrebbe offendersi se tu rifiutassi."aggiunse JJ. Sorrisi e tirai un sospiro di sollievo, pensando che una squadra del genere sarebbe stata difficile da lasciare. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 03, 2018 ⏰

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Oceans || Spencer ReidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora