One.

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«Non ci credo che tu mi stia lasciando da sola» dico sconsolata alla mia amica.

«Sai quanto questo stage in Italia sia importante per me» sospira lei mentre piega nella valigia l'ennesima t-shirt.

«Lo so» le sorrido. So quanto è importante per lei, ma adesso con chi potrò insultare John?

«É solo un mese, passerà in fretta» sorride e ripone l'ultimo paio di jeans.

«Fidati, un mese sola é un lungo tempo» sbuffo e mi sdraio sul letto.

«Ugh, non dirmi così o ti metto nella valigia» ridacchia e si sdraia accanto a me.

«Adesso dovrò imprecare da sola contro John» sospiro e chiudo gli occhi. Ma perché quel bastardo doveva tradirmi?

«Chiamami quando lo vuoi fare» ride ed io la seguo.

«Anche quando in Italia sono le tre di notte?»

«Bé, non esagerare adesso!» ride ancora ed io la colpisco in faccia con un cuscino, iniziando così una piccola battaglia finché non veniamo interrotte dalla mamma di Amber che ricorda alla figlia che la partenza è prevista tra due ore.

«Promettimi che farai tante foto» le punto un dito contro.

«Promesso» mi abbraccia e ci dondoliamo per qualche minuto.

«Ti voglio bene» le dico.

«Wow, devi essere proprio triste per dirmelo!» esclama sorpresa ed io sbuffo.

«Non rovinare il momento» la rimprovero. È vero, non le dico spesso che le voglio bene, ma è la verità. É la mia unica vera amica da ormai quattro anni, e sinceramente, ancora non so come faccia a sopportarmi.

«Ti voglio bene anche io»

***

I Pink Floyd mi tengono compagnia mentre guardo il soffitto bianco della mia camera da letto. Penso che passerò l'intero mese così, che bello.

«Maia! È possibile che ascolti sempre questa musica infernale?» urla mia madre entrando in camera senza bussare.

«Ciao anche a te, mamma» non mi vede da ieri e l'unica cosa che riesce a fare è urlare.

«Vieni in salone, io e papà dobbiamo dirti una cosa» detto questo sbatte la porta e quasi non la rompe. Che delicatezza mamma, davvero.
Svogliatamente, mi alzo dal letto e mi strascico fino al divano dove sono seduti i miei. Chissà che ho combinato adesso.

«Premetto che non ho fatto niente di male» li avviso prima di sedermi sulla poltrona.

«Questa volta, stranamente, non si tratta di te» ride papà. Divertente, papà. Divertente...

«Maia, io e papà dopodomani partiremo» annuncia mia madre con voce angelica. È bipolare, l'ho sempre detto.

«E quindi?» chiedo. Non ci trovo niente di strano, partono sempre per il weekend!

«Staremo via due settimane» specifica papà. Oh, completamente sola per due settimane, questa sì che è una bella notizia!

«Andremo alle Hawaii» continua mia mamma e quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva. Questi due vanno alle Hawaii e non mi invitano?

«Oh, okay... Bé, me la caverò senza di voi. Ho tutta la casa a disposizione, cosa chiedere di meglio?» sforzo un sorriso e faccio per alzarmi dal divano ma i due mi richiamano e mi blocco.

«No,no,no» mia mamma sventola l'indice. «Tu andrai da tuo cugino»

«Ma se qui non ho nessun cugino!» tutti i miei parenti stanno in Australia!

«Infatti andrai da Luke, a Los Angeles» no. Stanno scherzando. Ditemi che stanno scherzando.

«Non è vero» rido sperando che anche loro lo facciano ma invece sono serissimi. «Non potete mandarmi da lui!»

«Tu da sola non ci stai a casa! Dio solo sa cosa combineresti. Preferisci per caso la babysitter?»

«Ho diciotto anni!» alzo la voce. Non li sopporto. Perché mi trattano come una poppante?

«Tu andrai da tuo cugino e non voglio obiezioni.» impone mio padre ed io corro in camera mia.
É possibile che abbiano così poca fiducia in me? Okay, forse qualche volta ho dato qualche festa e mi hanno trovata con John a fare cose poco caste, ma con John è finita e per le feste... Bé, forse quelle le avrei date comunque.
Non posso credere di dover andare dall'altra parte degli Stati Uniti per due settimane. Due settimane! Con mio cugino che non vedo da anni, per giunta. Chissà come si sarà montato la testa adesso che è diventato famoso grazie a quella band... Come si chiama? 5 Seconds Of qualcosa. Che sfigati.
Invio subito un messaggio ad Amber anche se so che non risponderà perché si trova sull'aereo. Devo fare qualcosa per calmarmi, ma non impiego neanche un minuto a pensarci su che mi ritrovo già sulla mia Ducati rossa: la mia vita. Mi mancherà troppo in queste due settimane.

***

«Maia, fa la brava, okay? Non far impazzire tuo cugino» mi dice mio padre baciandomi sui capelli.

«Sarà lui a far impazzire me!» bofonchio. «Sicuri di questa decisione? Alla fine io e lui ci togliamo solo un anno e sono sicura di essere più matura di lui» provo per la milionesima volta a dissuaderli, ma niente. Rimangono impassibili.

«Scommetto che ti divertirai» mi consola mamma. Mi sarei divertita anche a casa. Alzo gli occhi al cielo e impugno il mio trolley.

«Vado o perdo il volo, non si sa mai» borbotto e saluto per l'ultima volta i miei genitori.


Salve ragazze!
Questa è la mia nuova fanfiction su Calum Hood.
Come potete capire, sarà basata soprattutto sul sesso quindi, se siete sensibili alle scese di sesso...bé, non siete costrette a leggere. Se invece avete gli ormoni a mille come la sottoscritta, siete capitate nella fan fiction giusta.

Spero che questo primo capitolo vi abbia suscitato almeno un po di interesse anche se so che non è niente di che.
Al prossimo aggiornamento

Twitter: ludolovespizza

Just sex ||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora