Non mi dispiacerebbe

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Quando...

La porta di casa si aprì, rivelando mio padre con una donna, rimasi completamente spiazzata, teneva la mia mano attorcigliata a quella di Emi, mi sentivo più sicura, appena ci vide ci guardò entrambi con uno sguardo un po assassino cosa che ricambiai anch'io nei suoi confronti.

《Che ci fate qua?》chiese mio padre

《Ci vivo qua》dissi acida

È lui che ci fa qua?》chiese guardando Emi

Tu puoi portare a casa la tua ragazza e io non posso portare a casa il mio di ragazzo, bho》dissi

È così siete fidanzati?》chiese

Si e ora c'è ne stiamo andando, non voglio passare un minuto di più qui dentro》dissi camminando verso la porta

E Greta? 》chiese fermandomi

Dici che non la posso portare via da te, allora tienila, almeno avrai un motivo in più per non scopare con tizia》dissi disgustata

《Si chiama Angela》disse corregendomi

《Si si non me ne frega, ciao》

Sbattei la porta e camminai il vialetto di casa con una rabbia assurda, lo odio, lo odio, lo odio, Emi aveva assistito a tutta la scena in silenzio, se non era per quella testa di cazzo di mio padre adesso non mi sarei trovata in lacrime fuori da casa mia.

Appena Emi vide le lacrime, capì subito che non era un buon segno e che mi sarei probabilmente tagliata di nuovo, così mi portò in macchina e mi portò via da li, mise in moto e percoremmo la strada per casa sua. Appena arivammo, andò ad aprire la porta e corsi in bagno, dove chiusi a chiave.

Aprì vari casetti finché non trovai un rasoio di Emi, lo smontai e presi la lama, alzai le maniche della felpa e ci appoggiai sopra la lama fredda, senti Emi sbattere contro la porta urlando di aprire, ma rimasi fermai.

Perfavore apri, so quali sono le tue intenzioni, ricordati quello che ti ho detto l'ultima volta, ogni volta che ti vorrai tagliare chiamami e io arrivo non importa l'ora》urlò per farsi sentire

Aprì la porta, si catapultò dentro prendendomi da mano quella lametta e gettandola via, venne vicino a me e mi avvolse tra le sue braccia dove mi sfogai, avevo bisogno di lui adesso.

Mi prese in braccio e mi portò in camera sua appoggiandomi sul letto, strinsi a me le coperte dato che ancora non era stato fatto e mi asciugai le lacrime, dovevo smettere di piangere per lui, mi stava facendo solo del male, mi stava distruggendo.

Emi》sussurai

Dimmi》disse avvicinandosi

《Mi abbracci?》chiesi timidamente

Certo principessa》disse dolcemente

Sì sedette bene sul letto e io andai a sedermi tra le sue gambe, mi accarezzava i capelli lasciandomi qualche bacio qua e là, se non ci fosse stato lui adesso non avrei saputo come fare, mi ha già salvato più volte e per questo lo ringrazierò sempre.

《Quindi sono il tuo ragazzo?》disse ridendo

Oddio scusa ma è stata la prima cosa che mi è passata per la testa》dissi imbarazzata

Sai,non mi dispiacerebbe però》disse

Rudolf dove vuoi andare a parare?》chiesi girandomi a guardarlo

《Che mi piacerebbe che tu fossi la mia ragazza》disse

Non sto più capendo niente, maledizione, se solo si spiegasse meglio, mi sta mandando in confusione totale e anche in imbarazzo.

Non mi sono spiegato bene vero?!》disse ridacchiando

Direi proprio di no》dissi confusa

Vuoi essere la mia ragazza? 》chiese guardandomi negli occhi

ODDIO, me l'ha chiesto, che gli dico? Lui mi piace, mi ha aiutata, è sempre stato gentile, è un bel ragazzo. NIENTE PANICO, mi ha fatto una semplice domanda.Continuava a guardarmi aspettando la mia risposta che tardava ad arrivare.

《Allora?》 chiese dolcemente

Allora...》

Superman ||Emis Killa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora