Capitolo 23

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Rimasi immobile a fissare quella scena. Il corpo del ragazzo che amavo ora era disteso senza vita sull'asfalto.

Nelle mie orecchie rimbombava il rumore dello sparo. Le mani poggiate sulle mie labbra, il mio cuore... vuoto. Non sapevo cosa provare di preciso. Fissavo il corpo di Newt.

Volevo gridare, piangere, scendere dalla macchina e picchiare Thomas così forte da ridurlo a brandelli.

Invece rimasi lì, senza sapere cosa fare di preciso.

Poi gridai, in preda ad un pianto, come se il dolore si sprigionò di colpo.

Gridai con tutto il fiato che avevo il corpo.

Caddi sulle ginocchia, sentendo il tonfo sordo del cofano della macchina.

Premetti le mani sulle labbra nel tentativo di soffocare l'urlo, ma questo contribuì a farmi tremare più forte di prima.

Thomas mi fissò con un espressione intontita.

Voleva correre via. Non osava nemmeno guardare Newt.

Si alzò di scatto, in preda all'agitazione per il gesto appena compiuto, e mi porse la mano per aiutarmi a scendere dall'auto. Non l'accettai. Non l'avrei più toccato.

Gattonai verso la fine del cofano e scesi, sebbene tremante, per poi avvicinarmi al ragazzo a terra e chinarmi sul suo corpo.

Le mie mani tremavano, così come il resto del corpo. M'inginocchiai accanto a lui, sollevandogli il busto e adagiandolo sulle mie gambe.

Poggiai una mano sul suo viso, accarezzandolo dolcemente. Non m'importava di quel foro da sparo che aveva sulla fronte, sperai che in qualche modo non l'avesse effettivamente colpito. Volevo illudermi che ci fosse anche una sola piccolissima possibilità che fosse sopravvissuto. No, Newt non poteva essere morto.

Lui doveva essere vivo. Quella doveva essere una messa in scena per liberarci della C.A.T.T.I.V.O..

Ora avrebbe aperto gli occhi, mi avrebbe fatto l'occhiolino e si sarebbe alzato per poi correre via.

Doveva essere così.

‹‹ Ti prego, non lasciarmi anche tu. Ti prego Newt, ti prego, apri gli occhi.... ›› sussurrai rapidamente, con la voce che tremava.

Lo strinsi tra le braccia, chinandomi un po' di più. Le mie lacrime scivolarono giù dalle guance, finendo sulle sue, mentre osservavo il suo volto come se fosse lo incontrassi per la prima volta.

Del sangue colò giù dalla ferita e finì sulla mia maglietta.

La cosa mi fece trasalire. Non potevo credere a ciò che stavo vedendo.

Non mi resi nemmeno conto che le mie mani erano piene di sangue. Del suo sangue.

La pozza che si stava creando attorno a lui, ora aveva macchiato anche me.

Scossi la testa, cercando di non badarci. Andava tutto bene.

‹‹ Newt dobbiamo andare, ti scongiuro, apri gli occhi. Ti prego, razza di testa puzzona! Dobbiamo andare via da qui! ›› lo scossi lievemente, ma niente.

Era tutto inutile, e continuare a cercare di illudermi davanti ad una cosa evidente probabilmente mi avrebbe fatto solo più male.

Volevo solo gridare più forte di prima, ma se l'avessi fatto di nuovo l'unica cosa che avrei ottenuto sarebbe stata l'attenzione di mille spaccati.

Strinsi di nuovo il corpo di Newt. Non volevo lasciarlo andare. Non ero pronta.

Non potevo perdere anche lui. Era l'unica persona che mi era rimasta. L'unica persona di cui m'importava ancora. E l'avevo persa.

Virus MortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora