Capitolo 10

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Mi ritrovai a fissare un punto, incredulo. Davvero quella voce era...

-... La tua spada! E bravo il nostro Ru-chan! Anche se c'hai messo tanto, alla fine ci sei arrivato. Comunque, quando avrai chiuso la bocca e ti sarai asciugato la saliva che ti sta colando dalla bocca, forse potrei considerare l'idea di dirti un paio di cose. -

Imbarazzatissimo, mi affrettai a fare come mi era stato detto, cercando di non arrossire e di mantenere un'espressione neutra. Cavolo, poteva evitare di scendere nei dettagli... E di insultare nuovamente le mie capacità di riflessione. Senza parlare del fatto che mi aveva appena dato un nomignolo orribile.

-Scusami... Ah, prima che tu possa dirmi qualsiasi cosa, potresti mostrarti in un corpo solido? Perché non sono abituato a parlare con l'aria, e vorrei evitare di vagare con lo sguardo mentre parli. Vorrei inoltre che tu la smettessi di prendermi gioco di me. - constatai freddamente, ingoiando ancora una più che meritata rispostaccia.

La sentii ridere sommessamente, e sospirare subito dopo, lamentandosi di come fossi così formale anche in una situazione del genere. Io replicai prontamente sul fatto che fossi solamente educato, e andammo avanti così per un po', battibeccando come dei vecchi amici che si conoscono da sempre. Era da parecchio che non mi sentivo così a mio agio, con la testa libera da qualsiasi pensiero, e rispondevo alle "critiche" che mi venivano rivolte con la prima cosa che mi passava per la testa.

-Ah, giusto! Ru-chan, mi avevi chiesto di mostrarmi in forma corporea, ma io non sono umana... Quindi mi limiterò ad assumere la mia forma di spada! -

Appena ebbe finito la frase, un bagliore improvviso mi costrinse a chiudere gli occhi, e una volta riaperti davanti a me c'era l'arma che mi ero abituato a portare al fianco. Alzai un sopracciglio quando mi resi conto che la punta della lama era puntata contro di me, e indietreggiai di un passo. Atto che mi costrinse poi a scusarmi perché l'altra si era offesa, protestando per il fatto che i suoi "occhi" si trovavano alla sua estremità.

Ecco perché avevo chiesto una forma umana...

-Ehm, a parte tutto, io dovrei tornare da Saiko per aiutarla a combattere i Deus... Mi sono trattenuto qui con te troppo a lungo. - dissi, ricordandomi d'un tratto che c'erano delle persone là fuori che potevano aver bisogno del mio aiuto. E maledicendomi allo stesso tempo per averci messo così tanto.

-Ah giusto! Però resta il fatto che anche se tu andassi fuori, in questo momento potresti fare ben poco, considerando che prima tremavi come una foglia e sei riuscito a stento a difenderti da quelle due. Mi sbaglio? - scossi la testa sebbene ferito nell'orgoglio, su quello non potevo discutere.

-Riguardo al fatto del "troppo a lungo" non ti devi preoccupare, all'interno della mia lama il tempo trascorre in modo differente: ogni sette ore qui dentro equivalgono a un minuto del mondo da cui provieni tu. Quindi avrò tutto il tempo per conversare e per potenziarti! - in quel momento, pensai che se l'arma fosse stata umana, avrebbe battuto le mani come una bambina soddisfatta.

L'attimo dopo assimilai a pieno quello che lei aveva detto, e una domanda mi si pose spontanea nella mente: come facevo a sapere quante ore, o minuti, avrebbe retto Saiko senza di me? Sapevo che era una donna dalla resistenza eccezionale, ma perfino una come lei contro due avversarie del suo stesso calibro prima o poi si sarebbe trovata in difficoltà...

-Anche a questo ho una risposta soddisfacente! Lascia che ti mostri quello che sta accadendo in questo istante nel tuo mondo... -

La spada puntò lo "sguardo" verso l'alto e, come una proiezione in una sala cinematografica, apparvero delle immagini, prima sfuocate, poi sempre più dettagliate... Le quali rappresentavano il combattimento ancora in corso di Saiko.

-Saiko! - gridai, tentando inutilmente di attirare la sua attenzione.

-No, non puoi parlarle. Le nostre dimensioni sono collegate solo visivamente, per poter comunicare con lei avresti bisogno di un potere ancora più grande di quello che posso fornirti io... Però bada bene, i fatti che vedi sono frutto della mia veggenza, ancora nella realtà non sono successi. Ti ricordi a regola del tempo? - annuii, era sinceramente la cosa che mi era rimasta più impressa. -Quindi noi, o per meglio dire io, saprò determinare in modo approssimativo quante ore potremo stare qua dentro nel mentre che ti allenerai. Tu adesso comincerai subito, io starò un po' in osservazione. -

Distolsi lo sguardo dalla mia ex addestratrice per guardare l'arma confuso. Di quante ore necessitava questo allenamento? Se un mio minuto equivaleva a sette ore...

-... Mi stai dicendo che Saiko non resisterà più di un'ora? Assurdo! - esclamai scioccato. Facendo un rapido calcolo e con le conoscenze che avevo delle due Deus, quello doveva essere il tempo massimo per il quale Saiko avrebbe potuto combattere, e quattrocento venti ore dovrebbero essere bastate per apprendere qualsiasi cosa... No?

Vidi la spada oscillare verso di me, brillando di una luce rossastra, la stessa con la quale si era messa in contatto con me la prima volta. In quel momento, sentii una presenza minacciosa avvicinarsi alle mie spalle. Era un'ombra nera, tetra e indefinita, che avanzava lentamente. Essa aveva sembianze umane, ma non ci voleva un genio per capire che era un essere che non aveva nulla a che vedere con quelli della mia specie.

-No Haruta. Non ti sto dicendo che Saiko non può resistere neanche un'ora. In base alle ricerche che ho svolto sulle Deus e alle esperienze derivanti dai nostri precedenti combattimenti, - sgranai gli occhi. Aveva duellato con loro? -ti sto suggerendo che non può resistere neanche dieci minuti, e che tutto il tempo che noi abbiamo a disposizione sono solo settanta ore, ovvero tre giorni e tre ore. Se non ci sbrighiamo, non sarai neanche in grado di imparare le basi di quello che dovrai apprendere... Tra un giorno e mezzo al massimo. -

Dieci minuti...?

Rimasi fermo immobile, sconcertato dall'improvvisa affermazione dell'arma, e non mi accorsi che l'ombra alle mie spalle aveva estratto una spada, anch'essa nera, e era scattata in avanti per un affondo diretto al petto.

Un attimo prima che la sua lama mi trafiggesse, intravidi dei lunghi capelli bianchi, precedentemente nascosti dalle tenebre che mi circondavano.

Collasso dei Mondi: la Maledizione di un SaviourWhere stories live. Discover now