Capitolo 6

14 1 0
                                    

Appena misi piede fuori dal cubicolo nel quale mi trovavo, rimasi colpito dallo stile che era stato usato per l'arredamento. La mobilia era solo ed esclusivamente nera: quadri dalla tonalità scura pendevano in modo inquietante dalle pareti, e c'era un cassettone laccato di nero in un angolo. Il pavimento, in legno di quercia scura, e le pareti erano a strisce nere e grigie.

-Tsk... Qui ci potrebbe abitare chiunque, fuorché una donna. Ma beh, il mondo è bello perché vario, quindi... -

Mi incamminai lungo il corridoio che portava alla parte attiva della casa, ed entrai in quello che doveva essere il salotto, rigorosamente nero. Il vociare delle ragazze proveniva dalla stanza accanto, così mi affrettai ad entrare.

Vidi una scena che credo possa essere definita solo come "imbarazzante". La prima che mi capitò sott'occhio fu Selena, che si era cambiata i vestiti: ora era scalza, con dei guanti neri ed un fermacapelli, il quale evitava che gli stessi andassero nel cibo che stava preparando. Inoltre indossava una specie di tutina aderente nera, con lo scollo audace. Molto audace.

Beh, non c'è nulla di strano in tutto questo, direte voi. Io trovavo già strano il fatto che il seno di Selena quasi le usciva dal vestito, se poi aggiungiamo che sopra aveva un grembiulino da cuoca... Ancora oggi mi chiedo come non avesse fatto tutto il sangue che avevo in corpo a non uscirmi dal naso.

Mi voltai di scatto per evitare di guardare in posti indecenti oltre quelli che avevo già visto, e il mio sguardo cadde su l'altra occupante della stanza, vestita semplicemente con una tuta blu scuro.

L'unica variazione di colore che io avessi visto da... Non lo sapevo più neanche io. La penombra della stanza non mi permise di distinguere altro.

-Tu sei Saiko? Piacere di conoscerti, sono Haruta. Il W-Withdrawer... - strinsi il pugno dopo aver detto quell'ultima parola, leggermente irritato.

Saiko mi rispose con un sorriso malizioso, avvicinandosi e tendendo la mano. Io la strinsi titubante, ripetendomi che dovevo fidarmi delle conoscenze di Selena.

-Piacere mio, Haru. - socchiusi leggermente gli occhi al precoce uso di un nomignolo, ma lasciai correre. -Selena mi ha parlato di te, mentre preparavamo il pranzo. Personalmente, preferirei testarti sul campo, se per te non ci sono problemi. Ah, se da me ti aspetti un trattamento di lusso solo perché sei alle prime armi, mi spiace ragazzo ma sei venuto nel posto sbagliato. -

Rimasi sbigottito a guardarla mentre si ripuliva dal macello fatto ai fornelli, per poi uscire dalla cucina senza degnarmi di uno sguardo.

-Certo Selena, che te le scegli proprio simpatiche le amiche... - sbottai ricomponendomi e seguendo Saiko in cortile. Sentii delle risatine accompagnarmi lungo il corridoio, e arrossii lievemente.

-Haru. Per quanto ancora hai intenzione di farmi aspettare? Sto per ammuffire qui fuori. -

E che diamine, ero dietro l'angolo... Quella donna cominciava a darmi sui nervi. Però apprezzavo in lei la schiettezza e la semplicità con le quali diceva le cose.

Una volta fuori, mi guardai un secondo attorno, e non fui affatto sorpreso di ritrovarmi in mezzo ad uno spiazzo di polvere... Da come si presentava, sia per la casa che per il carattere, Saiko doveva essere una guerriera eccezionale. Dovevo ricredermi dalla prima impressione che avevo avuto di lei.

-Puoi usare la tua spada se vuoi, tanto io mi limiterò a schivare... Se poi dovessi essere così bravo da riuscire ad indurmi sulla difensiva, potrei anche considerare l'idea di usare la mia katana. - dichiarò spavaldamente, fermandosi al centro del campo e intimandomi con un gesto di attaccarla.

Non risposi apertamente alla provocazione, non ero così stupido e ingenuo da infervorarmi per così poco. Semplicemente sguainai la mia spada, che risplendette azzurrina alla luce del sole, e mi misi in posizione da combattimento.

Cominciai a girarle intorno, studiandola per individuare eventuali punti deboli, e anche se secondo le mie previsioni non ce ne dovrebbero essere stati alcuni, trovai la sua gamba sinistra eccessivamente sbilanciata al resto del corpo. Presi tempo continuando a girare in tondo, sempre più vicino, fino a quando non mi ritrovai ad un metro di distanza dal suo arto in equilibrio precario.

Lì attaccai, indirizzando la mia lama verso il baricentro della donna, e tentando contemporaneamente di farle uno pseudo-sgambetto. Il mio attacco doveva essere in qualche modo ispirato alle visioni che avevo vissuto in precedenza, anche perché io non ebbi mai lezioni di scherma, almeno fino a quel giorno. Semplicemente, il mio corpo sapeva meglio di me dove attaccare.

Però, dopo quell'affondo capii che Saiko non avrebbe dovuto neanche alzare il dito indice per battermi. Perché saltò, un salto rapido ma potente, che sembrava perforare l'aria, e atterrò agilmente un paio di spanne dietro di me. Mi girai, ruotando al tempo stesso il braccio con il quale tenevo la spada, tendando invano di colpirla, ma Saiko non sembrava intenzionata neanche a farsi puntare l'arma contro.

Andammo avanti così per circa tutto il pomeriggio, fino a quando non mi cadde la spada dalle mani per la stanchezza. Fu tutto inutile: affondi, stoccate, capriole, salti mortali... Mi inventai, seriamente parlando, di tutto. Ma non ottenni comunque niente.

L'unica cosa che riuscì a non farmi cadere in depressione, fu il fatto che Saiko si complimentò con me per il fatto che avessi una buona resistenza.

-Non avrai la migliore tecnica del mondo, ma se resterai con me e ti allenerai ogni giorno così come hai fatto oggi, penso che in breve mi potrai addirittura superare. Quindi ti invito gentilmente a rimanere nella mia casa, così sarai anche al sicuro da eventuali attacchi nemici. Ora però andiamo, è quasi ora di cena. -

Lì per lì ammetto che ci rimasi di sasso. Saiko non mi sembrava per niente il tipo di persona che faceva i complimenti a qualcuno, e la faccia esterrefatta di Selena confermò quell'impressione. Comunque, la sorpresa non impedì al mio orgoglio di crescere, anche se non lo detti a vedere. Rimasi sempre con quell'espressione neutra, e le gote leggermente imporporate dalla fatica.

Un po' arrancando, seguii la mia addestratrice dentro casa, ma sulla soglia incontrai Noriko, che sembrava preoccupata di qualcosa... O qualcuno?

-Gran bella performance. Complimenti, Withdrawer. Spero che non ti farai sopraffare dal potere che hai acquisito come tutti gli altri. Sarebbe un altro, ennesimo disonore per la mia vita da sopportare. -

La fissai impassibile per qualche secondo, poi entrai a testa alta nella tetra dimora di Saiko. Niente in quel momento mi avrebbe fatto tornare indietro, ero più determinato che mai a diventare il più forte tra tutti i Withdrawers mai esistiti...

Collasso dei Mondi: la Maledizione di un SaviourWhere stories live. Discover now