Capitolo 8

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Il ragazzino sorrise in modo sinistro e scoppiò a ridere, mentre le sue accompagnatrici trattenevano a stento un sorrisetto.

-... Vedo che non sei un completo fallimento come interlocutore. Bene, almeno questa volta potremmo ritenerci fortunati... Sempre che tu sia bravo anche nel combattimento! - concluse, estraendo un piccolo spadino dalla manica della tunica.

Sbuffai. Erano venuti fin qui per testarmi, dovevo aspettarmelo. Dopotutto anche Saiko mi aveva avvertito di una cosa del genere, gli Deus amavano giocare con i loro avversari per misurarne le abilità. Quindi dovevo supporre che con quel "fortunati" il ragazzo intendeva che almeno questa volta il "gioco" sarebbe stato un po' meno noioso.

Estrassi la spada dal fodero nel mio cappotto, ancora non capacitandomi di come avessi fatto a portarlo in giro senza che nessuno la notasse, e parai agilmente l'attacco del mio avversario. Ghignai. La sua forza non era neanche comparabile alla mia, sembrava che le cose sarebbero filate più lisce del previsto.

-Senti... - iniziai allontanandolo con uno spintone, -non posso e non voglio riferirmi a te come "ragazzino" o "figliolo", pertanto prima che ti disarmi mi vuoi dire il tuo nome? -

Lui mi guardò con odio, stringendo ancora più forte il pungolo che aveva in mano.

-Io sono il figlio del consigliere del mio regno, Finnian... Ma perché ti interessa sapere il mio nome in un momento come questo? Non ha assolutamente senso. -

Lo guardai dritto negli occhi, improvvisamente di nuovo a mente fredda e lucida, senza quell'aria strafottente con la quale mi ero presentato. Dovevo essermi eccitato troppo, alla vista di un avversario molto più debole di me.

-Perché, Finnian, volevo sapere il nome della persona che mi aveva sfidato inconsciamente non sapendo nulla del suo avversario. In questo momento potrei anche ucciderti. Non hai mai avuto la minima possibilità di battermi, fin dal primo momento in cui siamo entrati in contatto. Mi aspettavo più superiorità, da un Deus... - dichiarai, lasciando trasparire chiaramente la delusione dal mio distaccato tono di voce.

Finnian mi squadrò, probabilmente chiedendosi come avessi fatto a capirlo così facilmente. Beh, era ovvio che era più debole di me, bastava dare un'attenta occhiata alla sua postura, al modo con cui teneva l'arma, all'aura spaventata che emanava. Inoltre, le due scagnozze che si era portato dietro avevano sicuramente un'altra funzione, oltre a quella di fare bella figura.

Mi dispiaceva un po' rovinare i sogni di gloria di Finnian, ma un ragazzino viziato doveva pur imparare a vivere nella vita reale. Quindi, mi preparai a mantenere la mia parola e scattai in avanti con la spada tenuta saldamente con due mani, pronto a disarmarlo.

Ancora una volta però, le mie congetture si rivelarono essere più che corrette. Mentre Finnian provava a difendersi inutilmente dal mio attacco, le sue accompagnatrici scoccarono contemporaneamente le frecce che avevano incoccato un attimo prima. Fui costretto ad evitarle saltando indietro, infilzando la spada nel terreno per ritrovare l'equilibrio. Avevano veramente una bella mira, quelle due. Peccato che potessi prevedere le traiettorie dei loro "proiettili", grazie alle esercitazioni nel poligono sotto casa Saiko.

-Proprio come pensavo... Ti sei portato dietro la scorta, eh? Ora, non per fare lo sbruffone, ma se sperate di colpirmi con delle normalissime frecce vi sbagliate di grosso. - dissi rimettendomi in posizione di guardia, la spada ora tenuta solo nella mano destra.

Loro si limitarono a riporre l'arco e ad estrarre degli spadini simili a quelli del loro protetto. Si misero in posizione di combattimento, e un brivido mi attraversò la schiena: la loro postura aveva una tremenda somiglianza con quella di Saiko...

Prima che potessi rendermene conto, le due Deus erano sparite, lasciando al loro posto una nuvoletta di polvere e un terrorizzato Finnian. Ah, quindi adesso si erano decise a fare sul serio. Finalmente avrei potuto confrontarmi con delle avversarie all'altezza della mia insegnante! Avvertii un altro brivido, questa volta di eccitazione mista ad ansia. Chissà perché quell'inquietante sensazione di pericolo non svaniva...

Lo capii negli scambi di colpi che si susseguirono da lì a breve: sembrava di combattere contro due Saiko nello stesso momento, due sosia che mi attaccavano da entrambi i lati. All'altezza della mia insegnante? Più che all'altezza, quelle due erano proprio alla pari di Saiko!

Cercai di tenere loro testa, e ci riuscii, seppur ritrovandomi senza fiato nel giro di breve tempo. Paravo, attaccavo, schivavo... Tenendo la spada con tutte e due le mani, cosa che non ero assolutamente abituato a fare, e che mi costava il doppio della fatica.

Ad un certo punto, dopo che buona parte della mia stamina era andata a farsi friggere ed io ero quasi con le spalle al muro, udii uno scoppio molto vicino alla posizione di Finnian, il quale era rimasto fermo come uno stoccafisso, seguito subito dopo da un urlo dello stesso. Girai appena il capo e lo vidi a carponi per terra, poco distante da una piccola porzione di terreno incenerita.

Ghignai trionfante. Si era messa all'opera, finalmente.

-Hey! Si può sapere per quanto tempo avevi intenzione di stare a guardare? - gridai rivolto alla casupola alle mie spalle.

-Scusami tanto, ma ho dovuto occuparmi di un paio di inconvenienti. Sai com'è, i tuoi amici si erano portati i cani da guardia! Ho dovuto lasciare le ragazze a intrattenerli! - sentii una voce femminile urlarmi di rimando.

Sbuffai quando Saiko sfrecciò fuori dalla porta sul retro e atterrò, letteralmente, accanto a me, dopo aver eseguito una quantità esagerata di salti mortali e acrobazie varie per raggiungermi.

-Cos'è, adesso vuoi un premio per la dimostrazione? Mi sa che ti dovrai accontentare di aiutarmi a battere queste due... - dissi divertito, scuotendo la testa per prenderla in giro, abitudine che ormai aveva preso il sopravvento già da un po'.

La sentii ridere a sua volta, incassando la frecciatina. Non avendo ancora distolto lo sguardo dalle nemiche che avevo di fronte, non mi persi la loro reazione davanti all'aura assassina che improvvisamente Saiko emanava.

-Haruta. - mi sentii chiamare da una voce fredda e distante, ben diversa da quella con cui ero abituato ad interagire, la quale mi aveva appena chiamato con il mio nome completo, cosa che mai era successa. Fino ad oggi.

Mi ritrovai davanti ad una Saiko versione berserk. Aveva un ghigno mostruoso dipinto sul volto, gli occhi sbarrati in un'espressione folle. La sua katana, che in tutta la mia vita avevo visto solo una volta, quando una mattina l'avevo sorpresa ad affilarla, era impugnata dalla mano sinistra di Saiko a mo' di pugnale.

Dopo averla vista in quello stato, cominciai seriamente a dubitare che le Deus che avevo davanti fossero semplici divinità. Ed iniziai a provare paura, per la prima volta da un po' di tempo a questa parte.

Collasso dei Mondi: la Maledizione di un SaviourDove le storie prendono vita. Scoprilo ora