13. Our farewell

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E' eccezionale vedere come in ogni capitolo, ogni persona sia colpita da una cosa piuttosto che un’altra. Leggo sempre con molto piacere i vostri splendidi commenti e mi rammarico di essere in ritardo non con una, ma bensì con due risposte. Abbiate pazienza con me, risponderò a tutti molto presto. E abbiate pazienza anche con la mia storia, farei un torto al nostro Sev se la facessi procedere troppo velocemente. Mancherebbe di credibilità, no? Un grazie particolare aKainide  per la sua mail e a bombottosa per il link al banner e alla fanlisting della mia fic che vi metto qui. Se avete tempo e voglia visitatelo. Banner:http://s2.supload.com/free/melkaine.jpg/view/Fanlisting: http://tomkat.netsons.org/thoe/

Mel Kaine
 

                                                                    The Heart of Everything

 

13 – / Our farewell /
 

Quando il sole illuminò leggero i prati gelidi, Severus si alzò. Per molto tempo divenne una figura nera, silenziosa e dritta, che osservava dai vetri lo spettacolo invernale che Hogwarts offriva al di là del lago. 

Da lassù sembrava sempre che qualunque gloria una persona stringesse fra le mani fosse ben poca cosa rispetto alla meravigliosa e potente natura. Era come essere avvolti da braccia di un verde profondo, un verde Slytherin che lo confortava, ma al tempo stesso lo spingeva a non abbassare la guardia. L’abbraccio infelice di un amante impazzito e sperso. 

Perduto in fitti pensieri l’uomo mancò il primo suono, ma al secondo si volse.

Il piccolo Potter si stava svegliando.
Severus soffocò con violenza il forte istinto di avvicinarsi immediatamente e si dispose ad aspettare.

Il piccolo Harry sbatté le ciglia e si stropicciò un occhio.
Era moltissimo tempo che non dormiva così tanto. Oh sì, aveva dormito così tanto da non ricordare bene cosa fosse successo, da non ricordare bene nemmeno dove fosse. Si guardò attorno mettendosi a sedere. Il suo corpicino protestò vivamente, almeno quella non era una novità… Nella piena luce che lo avvolgeva Harry vide come una macchia. No, era un’ombra, un’immagine nera e alta, contro il vetro. Affascinato, e al tempo stesso intimorito, fissò quel punto e quando i suoi occhi ancora assonnati si abituarono un mormorio lasciò le sue labbra.

“Signore Sevreus?”

Snape non poté impedirselo.

Con un passo si fece più vicino.
“Ti sei svegliato, Potter?”

Il sorriso che prometteva di dipingersi sulla labbra del bimbo scomparve senza lasciare traccia ed il piccolo inclinò la testa, come a chiedere ‘Non più Harry?’

Severus non si rimproverò di aver voluto, nuovamente, tentare di mantenere le distanze.
Il futuro era ancora così incerto…

In quel momento le porte dell’infermeria si aprirono e Madam Pomfrey entrò.
La donna perse poco tempo nei preparativi.

Severus spiegò in poche, scelte parole cosa sarebbe successo e con solo uno sguardo rassegnato il bambino bevve la pozione che l’uomo-Sevreus gli aveva dato.

Subito Harry si addormentò.

Severus e Poppy presero a lavorare alacremente. Il braccio del bambino ben presto venne sistemato. L’osso venne ricollocato nel suo naturale alloggio e la donna aggiunse alla lista delle pozioni per il bambino una o due dosi di Skele-Gro. 

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