2. Unfair

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Nota grammaticale importante: in fondo.

The Heart of Everything


Capitolo 2 - / Unfair /

La signora Figg camminava piegata a terra, guardando sotto macchine e siepi, attirando la curiosità della vecchietta della villetta accanto. Quando la tendina si richiuse la signora Figg stava ancora perquisendo Privet Drive alla ricerca di Otis. Piccolo randagio ribelle, le era sfuggito fra le mani mentre finiva di curarlo ed era balzato via dalla finestra socchiusa. Non era che un quarto alle dieci e già il freddo era sceso nel Surrey. La signora Figg non si voleva arrendere. Prima di considerarsi sconfitta avrebbe perlustrato tutto il quartiere. Lentamente passò davanti ogni casa, infilando testa e cappello attraverso le siepi. Arrivò al numero quattro e nell'incerta luce dei lampioni lontani vide una piccola figura nascondersi vicino ai sacchetti della spazzatura. Si avvicinò per guardare meglio e riconobbe il piccolo Potter. Cosa ci faceva fuori di casa a quell'ora? Non era tardissimo, ma era comunque già passata l'ora di andare a letto. Il bambino sembrava guardingo e fissava la finestra, mentre si faceva sempre più piccolo contro i sacchetti. Davvero, quei Dursley!'Dovrebbero sorvegliarlo meglio ed educarlo un po' di più! - si disse - Permettergli di giocare a nascondino fino a quest'ora...'
Dumbledore non sarebbe stato felice di sentire questa notizia, quei muggle non era adatti a proteggere Harry Potter, il bambino sopravissuto. Erano troppo permissivi e maldestri. Non si lasciava giocare un bimbo così piccolo fino a tardi e con questo freddo. La signora Figg riprese la sua ricerca, scuotendo la testa. Avrebbe osservato quello che accadeva al numero quattro per qualche altra settimana, poi avrebbe fatto il suo rapporto al capo dell'Ordine della Fenice.

Zio Vernon era davvero infuriato. Il piccolo Harry di nuovo non capiva cosa avesse fatto. Sapeva solo che il viso dell'uomo era rosso come il fuoco e che sicuramente dopo sarebbe stato picchiato con forza. Desiderava con tutto se stesso scappare e nascondersi, persino in cantina, tutto, ma non rimanere lì. Eppure rimase fermo. Anche la faccia di sua zia non prometteva niente di buono.

"Bastardi impiccioni! Sempre a fare i conti in tasca agli onesti lavoratori".

"Non possiamo ignorare la loro richiesta, Vernon tesoro?"cercò di calmarlo la donna.

"No, sanno che il mostriciattolo vive con noi e per la maledettissima legge scritta qui dobbiamo mandarlo a scuola... questo significa altri soldi spesi per lui, soldi tolti a noi e al nostro Dud. Non riesco a tollerarlo, Petunia!!!"

Scuola?Il piccolo Harry cercò di tenere la sua sorpresa per sé. Non alzò gli occhi da terra nemmeno quando avvertì il fiato orrendo di suo zio vicino al collo. Non osava mai guardarlo, a meno che non fosse direttamente interpellato.

"Lo vedi cosa siamo costretti a fare per te, ingrato piccolo sgorbio? Ci costerai un sacco di soldi e di tempo! Altro che scuola, il canile è il posto adatto a te! Affogato come dice Zia Marge, quella sì che sarebbe stata un'ottima soluzione".

E si mise a percorrere la stanza in grandi, furibondi passi prima di fermarsi di nuovo accanto ad Harry, incombendo su di lui come un avvoltoio malvagio. Ecco, adesso l'avrebbe portato vicino alle scale e picchiato e poi sbattuto dentro al sottoscala. Harry sentì il proprio corpo tendersi ed irrigidirsi, pronto al dolore, come ogni volta.

Ma niente.

"Vernon caro, non dovresti adesso che..."

L'uomo emise un ringhio frustrato.

"Lo so, la scuola del nostro Dudley è piena di maestre impiccione, non possiamo lasciare che sospettino... lo manderemo lì fra poco meno di un mese... il tempo di rendere il bastardello presentabile".

The Heart of EverythingWhere stories live. Discover now