7. The cage and the fool

Start from the beginning
                                    

Severus si passò una mano sul viso.
Dannazione!
Aveva affamato il figlio di Lily!

Tre pasti in quasi tre giorni e mezzo. No, non era adeguato chiamarli pasti. L'unico degno di questo nome era stato la sera prima e certamente una tazza di Wolfsbane non si poteva definire 'pasto'.
Snape avrebbe decisamente voluto sapere perché diamine il figlio dei Potter non aveva mangiato o perché non aveva fatto presente il problema con l'andare avanti dei giorni, ma un semplice sguardo lo convinse ancora una volta che la scelta del momento non fosse delle più appropriate.
Il bambino tremava da capo a piedi e non era ancora del tutto fuori pericolo. Severus aveva bisogno di informarsi sulle possibili conseguenze di quel gesto avventato, doveva consultare i suoi libri e rimanere attento e presente. Interrogare il bimbo adesso non avrebbe portato a grandi risultati comunque...

"Riposati. Più tardi ne parleremo ancora".

Si alzò, impedendosi fermamente di compiere quell'orrido gesto di 'rimboccatura' delle coperte che tutte le madri trovavano sovente così necessario. Severus Snape non era certamente una madre e ancor di meno un padre. A grandi passi tornò in sala e prese a raccogliere testi dagli scaffali delle sue librerie.

Harry si arricciò su se stesso, cercando conforto nel proprio abbraccio.
Non stava più male come prima, ma la testa girava tantissimo, così come la stanza attorno. Aveva freddo anche se sentiva che qualcosa lo copriva. Ma non avrebbe osato chiedere una coperta. Niente cose piacevoli e calde come le coperte per i piccoli mocciosi ingrati e seccanti.

Severus afferrò tre o quattro tomi e fece ritorno nelle proprie stanze, levitando dietro di sé la poltrona del salotto. Il bambino-Potter non poteva essere lasciato da solo, non adesso che la sua vita era stata miracolosamente risparmiata dal finire in modo prematuro. Snape si dispose ad attendere a lungo.

Dopo tre ore di ricerche ed approfondimenti il giovane maestro si ritenne mediamente soddisfatto. Tutti gli ingredienti della sua sperimentale Wolfsbane erano stati singolarmente analizzati e adesso nessuno di questi rappresentava una concreta minaccia. Il bambino sarebbe stato bene prima di sera e Severus aveva bisogno di informare Albus di quanto accaduto.
Strofinandosi il mento con le nocche della mano destra, Snape pensò a come volgere a suo favore quel maledetto incidente.

Quella sera la Great Hall era piena di vita e di gioia. Proprio l'atmosfera che il serio, astioso giovane uomo aborriva più di ogni altra. Per questo detestava i weekend di libera uscita e raramente si presentava per i pasti in tali serene, melense e spaventosamente liete occasioni. Oh, gli elfi avrebbero fatto meglio a servirgli qualcosa da infilzare a lungo e con soddisfazione quella sera o...

"Ah, Severus, caro ragazzo mio, che piacere averti con noi a cena questa domenica!" lo accolse cordialmente Albus.

Snape fece un lento cenno con la testa in saluto.

"Preside, Minerva..."

"Severus..." replicò cortesemente Madam McGonagall.

Mentre attendeva il momento opportuno per introdurre il suo discorso Snape non si poté dire affatto dispiaciuto della presenza della severa ed inflessibile insegnante di Trasfigurazione. Certamente una donna della fibra morale di Minerva non avrebbe acconsentito facilmente a lasciare il giovane Potter nelle sue mani una volta saputo dell'accaduto.

Perfetto.
Assolutamente perfetto.

Poco dopo Severus cercò il modo più casuale per alzare il sipario e dare inizio alla sua commedia d'autore. Si volse verso Albus e lo trovò intento a spremere allegramente salsa al cioccolato sopra le sue carote lesse. Snape arricciò il lungo naso, disgustato. Le abitudini alimentari di Dumbledore erano fra le più terrificanti che Severus avesse mai incontrato. Capaci di far venir meno la volontà di mangiare anche all'uomo meno debole di stomaco al mondo...
Dall'altra parte Minerva sorrise, condiscendente.

The Heart of EverythingWhere stories live. Discover now