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La sua villa è situata a nord di Beverly Hills, giusto alle falde della catena montuosa che abbraccia Los Angeles e acquista altezze considerevoli proseguendo verso ovest. Chiamarla villa è comunque riduttivo: è una mega struttura futuristica in vetro e metallo che spicca su tutte le altre nel circondario. Due i colori dominanti, un grigio chiaro per strutture e pareti, e un azzurro "mar delle Maldive" su tutte le ampie vetrate. La sua nuova modesta abitazione, per la modica cifra di 60 mila dollari al mese di affitto. Quelle di Seattle, e altrove negli USA, non gli bastavano. Anche da lontano, la struttura attira l'attenzione.

Una zona elegante, verde e frastagliata. Ville da ricchi sparse ovunque, circondate da alberi, non lasciano un buco libero in questo tratto di territorio. A duecento metri dalla villa, rivolto verso nord Hollywood, parte un canyon, il quale fa parte di un parco naturale protetto di modesta grandezza, quindi almeno là non ci sono villoni colossali a impestare il paesaggio. Un parco dove portare le famiglie a riscoprire la natura, a fare camminate fra i boschi, vicino al lago. Un parco dal quale puoi vedere la lussuosa abitazione di Justin Bieber se ti avvi qualche minuto a piedi dal punto più a sud, che meraviglia. 

Mi sono divertito molto a venir qua in mountain bike e con soltanto uno zaino per l'attrezzatura. Son passato nella zona delle grandi case cinematografiche; la Disney, la Warner Bros, l'Universal, situate a nord oltre questi bassi rilievi montuosi, giusto oltre il loro perimetro. Un giorno magari le visiterò, ma non adesso. Palazzi grandiosi di forme e colori strani che evocano il ricordo di così tanti film... Hollywood è storia, ragazzi.

Saluto l'Universal e mi accingo a percorrere la Ventura Blvd per qualche chilometro, fino alla strada che mi porterà sui monti, verso la Mulholland Drive, la famosa strada che spesso si vede in film e telefilm. Non la posso percorrere in bicicletta, ma almeno l'attraverso. Quando ci arrivo, dopo la salita, per un momento la mia mente vola e mi immagino con occhiali Ray Ban e i capelli al vento, alla guida di una Cadillac Eldorado decapottabile del 1959, mentre sfreccio a tutta birra su questa mitica strada in solitario, con un grande sorriso e ascoltando Marvin Gaye a tutto volume. Penso a Elvis che aveva una Eldorado color oro e avrebbe potuto farlo per tanto tempo, se non si fosse rovinato così. Attraverso l'incrocio e sono giusto all'inizio del Franklin Canyon Park, che mi condurrà verso casa Bieber e il suo infausto destino. 

Ancora c'è parecchia gente in giro, è quasi sera, ma io appaio soltanto come un biker felice e alla ricerca di avventura, non darò nell'occhio. Dopo tre miglia americane e tanto bel verde, arrivo in "zona Bieber" quando ormai è buio; l'ho presa molto comoda, scattando fotografie ovunque e facendo il turista. 

Mi guardo attorno, non c'è nessuno, spengo il faretto della mountain bike e vado in fuoristrada per un po', finché non raggiungo un breve dirupo che mi porterà sulla strada e alle abitazioni familiari.

Come già immaginavo, la prima che incontro è al momento disabitata. Ho fatto dei sopralluoghi passando ogni giorno per una settimana, con diverse auto prese a noleggio, lungo questa tranquilla strada. Ho notato la posta che si accumulava nella cassetta delle lettere vicino al cancello, e che la sera la strada non è neanche illuminata. Sono quartieri residenziali, dopotutto. Comunque ho oliato catena, deragliatore anteriore e posteriore della mia MTB, ovviamente tutto Shimano, non vorrei fare rumore o rompere qualcosa proprio oggi. Per non far scattare possibili allarmi, passo in fuoristrada prendendola larga, fuori dal perimetro della villetta, non c'è un cancello o una staccionata ma ci sono arbusti e rocce sconnesse. Sono allenato sia nel downhill, che nel cross country, non è un problema per me il fuoristrada, anzi, lo vado apposta a cercare; è una gran sensazione poter andare ovunque in libertà.

C'è un'auto parcheggiata fuori dalla villa successiva, ma l'abitazione è circondata da grandi alberi, è quasi impenetrabile allo sguardo dei curiosi, e io non faccio rumore. Prendo dallo zaino la mia termocamera a infrarossi, devo individuare possibili minacce nascoste nel buio. Il mio strumento non è esattamente quello vendibile al pubblico, che serve a fare la diagnostica di edifici, cercando fonti di calore, anomalie termiche, fonti energetiche e così via; diciamo pure che è usato in ambito militare, è discretamente più potente. E non è disponibile nei comuni negozi, ovviamente.

Idols Killer (pausa forzata e presumo lunga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora