AUSPICI

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Grosse nubi coprivano a tratti la luna, rendendo il paesaggio immoto della piana nero come inchiostro. Un'ombra si muoveva silente tra le pesanti tende vichinghe. La notte era già inoltrata, ad un ora in cui perfino gli animali notturni erano andati a riposare. Un fruscio squarciò il silenzio assordante dell'ambiente circostante, l'assassino imprecò dentro di sé per la distrazione. Le tende dei comandanti erano facilmente riconoscibili dalla loro superiore mole, non sarebbe stato difficile, pensava. Un altro fruscio molestò il silenzio; Freidrik aprì gli occhi, guardingo, posò una mano sul pugnale che teneva sempre sotto il guanciale e si mise in ascolto. Dopo qualche minuto di snervante attesa andava sempre più convincendosi di esserselo immaginato, poi un altro fruscio. I lembi della tenda si aprirono piano, quasi senza emetter suono. L'ombra nera scivolò all'interno e si avvicinò a piccoli passi al giaciglio di Freidrik, che attendeva immobile. L'assassino calò il colpo, ma si trovò il braccio bloccato da una stretta d'acciaio, un istante dopo un lacerante dolore al ventre gli fece perdere le forze e crollò in ginocchio con l'unica mano libera stretta allo stomaco. Freidrik lo squadrò nell'oscurità con il sangue che gli tuonava nei timpani per l'adrenalina, gli ruppe il polso con un solo movimento e lo lasciò a contorcersi. "Tutto qui? Davvero Bothvar non sa fare di meglio? Beh, dovrà impegnarsi molto di più se vuole uccidermi", disse, poi prese la testa dell'assassino tra le mani e gli spezzò il collo con uno schiocco sonoro. L'accampamento intero si era destato a causa del tumulto e tutti erano accorsi per sincerarsi dell'accaduto. "Razza di vigliacco, per paura di affrontarti nello scontro diretto voleva farti fuori mentre dormivi", disse Olaf, e sputò sul cadavere nemico con disprezzo. Freidrik guardò a sua volta il cadavere e gli venne un idea che comunicò a uno degli uomini con un sogghigno e l'aria feroce, avrebbe restituito il favore fatto.
Nessuno riuscì più a chiudere occhio e decisero di cominciare i preparativi per la battaglia mentre grosse nuvole temporalesche andavano addensandosi nel cielo.
La luce arrivò più tardi del solito a causa del cielo color piombo, ed illuminò i cinquecento uomini nelle loro splendenti cotte di maglia con le armi strette in pugno, la tensione era tangibile, come una sorta di elettricità che permeava le truppe. Olaf, Falster e Freidrik erano in testa allo schieramento, ed osservavano attenti la fortezza, attenti a cogliere ogni dettaglio. "Ha sistemato parecchi arcieri sulle mura il bastardo, dovremo faticare quest'oggi", disse Olaf battendo il martello sullo scudo, "ma non basteranno diecimila dei suoi uomini per fermarci". Freidrik si pose poi su un punto rialzato di modo da poter vedere la truppa, dopo averle osservata intensamente si inginocchiò e piegò il capo, seguito a ruota dagli uomini. Aveva la sua pelliccia indosso e con la testa abbassata sembrava un enorme lupo, se non per il fatto che un braccio reggeva l'enorme scure, poi cominciò a pregare con voce tonante :

Dio Odino, padre di tutti gli                     
dei, fai si che la mia strada sia               
colma della tua gloria. Cerco
il tuo perdono riconquistando   
l'onore, fai si che io possa placare il desiderio di vendetta
riconquistando quello che mi
è stato tolto.

Possente Thor, figlio del grande
Dio padre Odino, fa che la tua
forza mi sostenga quando metterò piede all'interno di
quelle mura allontanando il male
che ci alberga, lascia nel cielo il
tuo passaggio e in cuore mio la
tua possente forza di volontà.

Baldr, fratello di Thor e figlio del
padre di tutti gli dei, onora la mia dimora con la tua protezione e la
tua giustizia, onora l'idea futura
della mia famiglia e che la tua
forza allontani i nemici in avvicinamento.

Possente Heimdallr, con il tuo
sguardo vigile e la tua tenacia,
risveglia il mio intelletto e i miei
occhi, così che io possa vegliare e
guardare lontano, oltre il mio   naso. Proteggi un tuo fratello dai
nemici che potrei incontrare sulla
mia strada. Tu, difensore del  
ponte, accetta la mia casa come
tuo avamposto, accetta la mia  guardia come io accetto ogni  
mattino la grande luce che ci   riscalda.

Forseti, il tuo giudizio sarà decisivo, aiuta un povero uomo a riottenere ciò che gli è stato tolto.

Hœnir, tu vegli il corpo formato
dall'acqua, chiedo a te pietà delle
mie carni, che possa non sentire i
colpi inferti dai nemici, rendo
grazie a te che doni vita all'acqua
che bevo ogni giorno.

Dio Modi, brinderò a te per il mio
coraggio, donami ancora una
volta quello che basta per farmi
alzare la testa giorno dopo
giorno.

Chiedo giustizia per tutto quello           che mi è stato tolto, tornerò a
casa con voi dentro al cuore,
nella mente e in tutto il resto del  corpo. Onorerò gli Dei in segno di rispetto, l'acqua scorre, le idee   non mancano, la mia casa è la
vostra casa.

Pronunciate queste parole si sollevò in piedi ed un fulmine squarciò il cielo con luce accecante, il cuore di Freidrik era colmo di determinazione, "la battaglia sarà vinta, gli dei sono con noi", urlò poi quelle stesse parole e gli uomini risposero in coro con un urlo.
Da quella posizione non potevano vedere il castello e tutti allibirono quando videro che il re stava facendo uscire l'esercito dalle mura, Freidrik stesso non si capacitava dell' accaduto, ma subito si riprese ed ordinò di dare al nemico una assaggio di quello che li aspettava. Il serviente al trabucco caricò il corpo decapitato dell'assassino sullo strumento e lo lanciò nella direzione nemica, poi fece pervenire loro anche la testa. Freidrik guardò i loro volti dipingersi di orrore e fece schierare gli uomini, pronti a caricare. Il nemico vide la mossa e si preparò, molti sarebbero morti quel giorno.

Figli di OdinoWhere stories live. Discover now