A maggior ragione, per lei, non potevano esistere vie di mezzo.

Un bacio, il primo bacio, le aveva dato la certezza irrefutabile che quello era l'uomo che voleva.

Fino ad allora il piacere era stato la risposta del corpo a uno stimolo, come lo sono, in misura meno totalizzante, il solletico, il prurito e la reazione dei pori della pelle alla temperatura dell'acqua. Aveva sempre baciato allo stesso modo in cui si accettano fra le labbra mute le parole di un libro solo perché qualcun altro ha detto che è bello, e si continua sperando di riuscirne prima o poi a comprendere il motivo. Chiudeva sempre gli occhi, per poter sentire ad ogni contatto soltanto se stessa. I corpi le erano sembrati tutti uguali, spesso brutti nei dettagli, oppure belli ed insignificanti come statue: non avevano mai nulla di speciale che potessero meritare il suo totale interesse.

Il mondo umano fuori dal proprio, era ormai diventato un'unica entità incorporea che amava la sua immagine; e lei, in uno stato di altalenante esaltazione, ricambiava appagata in un rapporto che in fondo non era diverso da quello di Narciso col suo specchio d'acqua.

Raccontò in breve a Carmela la storia di Narciso mentre le dita di lei facevano soste fra i nodi della sua schiena, fino al delta che si apre sulle natiche, rese più leggere dal sovversivismo dell'acqua.

Le disse della volta in cui aveva fatto l'amore con l'uomo che amava pensandolo diffuso in tutto il mare, sdraiata a pancia in giù, da sola, dove la sabbia è compatta come a volte sanno esserlo gli istanti, e poi si era raccolta in una conchiglia per regalarsi a lui.

La bella fanciulla dalla chioma meno bionda e meno lunga della sua non lo aveva neanche mai visto il mare, ma in quel contatto che riusciva a fondere i pensieri dei loro corpi udì le onde e sentì il vuoto che lascia sotto la pelle l'immensità d'acqua quando inspira.

Cos'è amare? Per la prima volta in cinque giorni, si fece lei stessa donna nell'idea di donna che aveva fra le mani e rivolse una domanda, che non era semplicemente per chiederle cosa desiderasse, alla principessa di Monteserico.

L'universo è nel tempo perché non potrebbe dirsi altrimenti se non narrandosi. E fu della stessa natura la risposta della Divina.

Aveva conosciuto l'ufficiale Cini tre anni prima, durante le ultime riprese per Rapsodia Satanica.

Lui era rimasto folgorato dalla sua bellezza. Tanti lo erano, ogni giorno, ma nessuno l'aveva mai guardata così. Le entrava dentro con gli occhi e il suo corpo era tramortito dalla vicinanza di lui.

Le mille vite che non ne rendevano una sola importante, ma che bastavano ad ingannare il tempo, stavano per collassare in una sola, pericolosa ma urgente.

Nell'esistenza di Alba d'Oltrevita, già avanti negli anni, di fronte a uno specchio aveva barattato l'amore con la bellezza e la giovinezza eterne: Mefistofele è un vero maestro, nel mangiarsi le mele lasciando in cambio la buccia integra e perfetta.

Stava tornando ad essere splendida, più di quanto una donna possa desiderare, e ogni giorno che passava il riflesso freddo e lucente della propria immagine la seduceva sempre di più. Il tempo aveva smesso di essere uno sfregiatore.

Poi, l'evento: ma perché non glielo avevano detto prima che non può esserci neanche felicità senza la paura del trascorrere?

Quando si rivide alla prima del film, a ingoiare a vuoto davanti alle due farfalle che facevano l'amore su una foglia, e che sarebbero esistite un giorno ma quel giorno era la vera eternità, scoppiò in lacrime e decise che da quel momento sarebbe vissuta da donna.

Sullo schermo compariva una didascalia: Alba d'Oltrevita sentì confusamente che tutto l'universo era amore.

La recitò in maniera lenta, con lo sguardo oltre lo spesso muro in fondo alla stanza resa splendida per lei.

E dopo alcuni secondi di silenzio, necessari a diluire l'emozione intensa tesa fra lei e Carmela, si alzò in piedi nella vasca e abbassò il viso per guadarle gli occhi e rispondere di nuovo alla domanda, stavolta in maniera diretta.

Disse che amare è come bagnarsi di rugiada.

Anzi lo pensò, dapprima, accompagnando il pensiero con un sottile movimento labiale subito annegato in un sorriso, intanto che le braccia si aprivano sollevando in un rapido cenno di volo il seno nudo. E solo dopo che ebbe ricondotto le mani verso sé, ad accarezzarsi i capelli, piano, dalle tempie alla nuca, ripeté ad alta voce che l'amore è rugiada e che si posa sulla pelle e libera protegge uccide resuscita incanta spreme acini di spazio e tempo ha sapore e odore in un universo di spessore infinitesimo appena oltre l'ultimo strato di epidermide.

Lo disse più volte, in modi sempre diversi, accompagnati da diversi gesti, sempre ampi e solenni, cui la ragazza si adeguava pronta, estasiata dalla risultante ineguagliabile di carne parole e movimento.

Lei era assorta al punto da lasciarsi svanire la realtà attorno a mo' di ciò che resta dei sogni più confusi appena ci si svegli, con il respiro per tutto il tempo lasciato fra le mani dell'ancella, che intanto le aveva sciacquato il corpo di marmo caldo e glielo stava asciugando.

Quando arrivò al ventre dalla sensualità convessa, lasciò cadere a terra il panno bianco dalle mani aperte nelle valli tese dei suoi fianchi, e lo baciò socchiudendo appena le labbra. Poi alzò gli occhi timidi, le disse siete bella come una madonna.

Aggiunse che era l'incarnazione di Maria di Monteserico. E tornò a baciare l'universo.

Lei, la principessa, che in quel momento riuscì a sentirsi davvero dea, chiuse gli occhi e la lasciò fare.


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⏰ Last updated: Feb 02, 2016 ⏰

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la donna di rugiadaWhere stories live. Discover now