Capitolo 7

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Vecchie amicizie

Logan

"Che posso fare?" mi chiesi. Kendall, Kendall, Kendall ed ancora Kendall.

"Kendall, non ti sto giudicando, non lo farei mai. Non ti sto dicendo di smettere, perche' lo so, e' il tuo unico sfogo. Ti solo dicendo, che sei forte. Che ce la puoi fare, che non devi abbatterti. Io ci sono ok? Non hai nessuno? Bhe, qui c'e' una casa e ci sono io.." gli avevo detto.

Rendermi disponibile per lui, al 100%, potevo solo fare quello. Potevo esserci per un abbraccio, per uno sfogo, per ridere, per tutto cio' di cui poteva aver bisogno. Volevo dare a quel ragazzo, tutto quello che io non avevo avuto. Perche' lui se lo meritava, anche se non lo conoscevo.Sapevo come ci si sentiva, sapevo fino a che punto Kendall in quel momento, si potesse odiare.

Era andato in soggiorno sul divano, mentre io cucinavo.

"Scusami, voglio stare un attimo da solo.." mi aveva detto. Io avevo sciolto l'abbraccio e lo avevo lasciato andare.
"Ti chiamo quando e' pronto.."
"Non mangio,non mangio mai.." mi aveva risposto lui, poi, era sparito in soggiorno.

Ecco, altro problema: Kendall era magrissimo.
"Troppo magro.." pensai mentre scolavo un po' di riso in bianco.
"Decisamente troppo.." continuai. Misi il riso nel piatto e finii di apparecchiare. Con calma, mi misi seduto e poi lo chiamai. Lui, non venne subito, si prese il suo tempo.
"Eccomi.." disse e si mise accanto a me, seduto sulla sedia bianca che avevo comprato tanto tempo prima. Masticai il riso e poi lo guardai.
"Mangia." ordinai, lui fece finta di niente. Kendall, era davvero troppo magro. E non ci avevo mai fatto cosi' caso. Era bianco, le mani erano fredde e magre, quasi scheletriche. Aveva gli occhi scavanti e contornati di un viola chiaro mischiato al grigio. La maglietta che gli avevo prestato - aderente - faceva notare ancora di piu' i suoi fianchi dritti e magri. "Oggi, lavori..vero?" chiese.
"Si, esco per le 7.." risposi io prendendo altro riso. "Prendine un po, dai.." consigliai io. Lui, non mi guardo' nemmeno.
"Kendall.." lo chiamai io. Lui alzo' lo sguardo e mi guardo'. Sorrise leggermente, quasi come se fosse felice nel vedermi preoccupato per lui.
"Se non ti piace il riso, posso farti della pasta..delle frittelle, quello che vuoi Kendall, dimmi." azzardai io. Lui, fece di no con la testa. Poi prese a grattarsi nervosamente il polso, passando anche su alcune cicatrici ancora rosse.
"Ti degneresti almeno di rispondermi?"
"No."
"No cosa?"
"Non voglio ne' riso ne' la pasta. Non ha fame..semplice Logan" concluse lui. Finii il riso in silenzio, accompagnato dal suo respiro pesante sul collo. Mi alzai e sparecchiai. Lui segui' tutte le mie mosse interessato. "Mangia..ti prego.." pensai. Mi girai di scatto quasi spaventandolo e poggiai i plami delle mani sul lavello. "Kendall...?"
Mi guardo'.
"Perche' non vuoi mangiare?" domandai.
Lui comincio' a grattarsi piu' nervosamente i polsi, provocando rossori. Non rispose subito. All'inizio, pensai addirittura che non avesse capito la domanda. Guardava un punto fisso e respirava lentamente. Godendosi il movimento regolare del suo petto che si innalzava.
"Chi ti ha detto che non mangio?"
Mi spiazzo'. C'era bisogno che qualcuno me lo dicesse? Era magrissimo e da quando era a casa mia, aveva solamente bevuto un the'. Non aveva mandato giu' nulla.
"Non lo so..e' solo che sei.." ma mi fermai. Potevo dirglielo senza offenderlo?
"Sono cosa?" chiese lui. Il suo polso, oramai, oltre ai rossori, aveva anche qualche goccia di sangue: Aveva riaperto in parte una delle cicatrici.
"Sei.." azzardai io. L'impulso di andare da lui per fermarlo, era grande. Ma non lo feci. Non lo feci perche' semplicemente, avevo paura della sua reazione. Avrei invaso il suo campo, in un certo senso. Il rosso, piano piano, stavo inondando il suo polso. Quel piccolo pezzo di pelle candida.
"Che cosa sono?" continuo' lui.
"Sei quasi..sei magro, troppo" risposi io. Mi pentii subito delle mie parole. Kendall, mi guardo'. Nei suoi occhi, vidi la paura. Vidi la rassegnazione, la malinconia. Sposto' lo sguardo verso il suo polso sanguinante. Poi passo' a me, e poi, meccanicamente, di nuovo al polso. Si alzo' di scatto dalla sedia bianca, traballando un po' per lo scatto improvviso. Ando' io soggiorno e io lo seguii. Osservai ogni suoi piccolo movimento facciale, passo' dalla rassegnazione alla delusione in un solo secondo. Poi dalla delusione alla sofferenza e poi, cadde a terra. Piegato in due, a piangere. Tremava, singhiozzava forte, troppo. Il petto si alzai irregolarmente e la testa, era buttata in avanti, a mo' di preghiera.
"Cazzo Logan, fai qualcosa.." mi dissi, come per darmi forza. Per la seconda volta, lo vidi in condizioni pessime. Era uno strazio vederlo li', nel soggiorno di casa mia che piangeva forte. Le gambe, non si muovevano, tentai piu' volte di muovermi, poi mi arresi. La verita', era che quel riccio dagli occhi chiari, mi ricordava troppo me. Vederlo li', piangere, mi faceva raffiorare tutti i miei pomeriggi passati a piangere, bere e autolesionarmi. Era l'inferno, ne ero consapevole.
Mormoro' qualcosa velocemente, non capii subito. Poi, ripetendolo, mi fece venire i brividi. Non erano bestemmie o parolaccie quelle che uscivano dalla sua bocca. Non erano frasi senza senso.
Era semplicemente il mio nome. Il mio nome.
Inizialmente, pensai di aver sentito male. Di aver frainteso. Poi pero', capii. Capii che Kendall chiamava me, perche' aveva solamente me. Chiamava me, perche' in quel momento, io ero la sua ancora di salvezza. Il cervello, ricomincio' ad elaborare, il cuore a battere e le gambe a muoversi. Mi scaraventai per terra, vicino a lui. Lo abbracciai da dietro, stringendolo a me. Facendogli capire, che in quel momento, ero dietro di lui e che si poteva lasciare andare in tutti i sensi. Lo strinsi a me, come non avevo mai fatto. Gli allontanai la mano dal polso. Kendall, si lascio' cadere all'indietro. Me ne fregai del contatto che all'improvviso si era creato fra di noi. Me ne fregai del sangue che mi sporcava le mani e delle lacrime che si depositavano per terra oppure sulla mia maglia. In quel momento, Kendall, era il mio tutto. Dovevo lasciarlo sfogare. Ero li' per quello.
"Mi faccio schifo Logan, mi faccio schifo!" urlo' straziato.
Lo strinsi piu' forte.
"No, non fai schifo..assolutamente no." dissi io. Lui scosse la testa dimenandosi velocemente per potersi toccare il polso.
"Sono uno, che vive per tagliarsi le vene ed ogni parte del suo corpo. Sono uno che beve e scopa con tutti..sono frocio Logan, sono una cazzo di frocio arrapato, che si sente soddisfatto solo quando fa sesso.." disse. Era gay. Kendall, era gay.
"Non sei uno che vive per tagliarsi Kendall, sei uno che lotta per non farlo!"
"Non mi sembra di riuscirci bene Logan, lo vedi anche tu." disse. Aveva ragione. Sposto' un po' il collo per potermi guardare in faccia. Asciugai una piccola lacrima che era scesa fino al collo.
"Logan, io.."
"Cosa Kendall?"
"Io sono anoressico.." disse. Vidi la vergogna nei suoi occhi. Il tono della sua voce, era ancora piu' basso.
"Lo so, lo so. Ne uscirai, anche da qui. Te lo prometto."
"Non me lo devi promettere Logan.."
"Gia', lo devi promettere tu a te stesso.." dissi. Lui smise di piangere e annui' veloce. Sicuro quasi. Continuai ad abbracciarlo forte.
"Ho bisogno di un pezzo di carta per il polso.." disse. Mi alzai, seguito da lui. Tornammo in cucina. Presi un tovagliolo, lo bagnai un poco e poi lo avvicinai al suo polso.
"Oramai ci hai fatto l'abitudine eh!" disse, come per sdrammatizzare un poco la situazione. Sorrisi e continuai a massaggiare la parte dolorante. Il braccio lo teneva rigido.
"Logan, posso chiederti una cosa?" domando' strizzando leggermente gli occhi. Annuii prontamente, sorridendo. Con il braccio libero, mi sfioro' la pelle dell'avambraccio delicatamente. Alzai gli occhi verso di lui e lo vidi sorridere, ancora con gli occhi lucidi.
"Posso abbracciarti?" chiese. Buttai a terra il tovagliolo velocemente, lo attirai a me e lo abbracciai forte, facendo attenzione a non fargli del male. Mise la testa tra la mia spella e il mio collo e sussurro' un Grazie dolce.

Kendall

"Allora Kendall, li ci sono i dvd, fai come vuoi. Staro' qui per mezzanotte al massimo, ho chiesto di uscire prima per problemi famigliari.." disse.
"Problemi famigliari? Cazzo.." dissi io mettendomi seduto.
"Scusa..ma e' tanto lontano questo ristorante da qui?" continuai
"No, e' qui dietro all'angolo, si chiama Flunch, se vuoi piu' tardi passa.." disse.
"Vuoi che venga?"
Logan rise. "Allora, per qualsiasi emergenza..li, sulla lavagnetta in cucina, c'e' il mio numero, ok?" disse e si avvicinio' alla porta. Si mise la giacca grigia e si sistemo' la sciarpa rossa. Prese le chiavi. "Ci vediamo dopo ok?" disse. Salutai con un cenno e con un sorriso e poi seguii la sua figura uscire da casa.
Ero a casa da solo. Accesi la tv e cominciai a guardare una pubblicita' in cui una ragazza, sculettava per tutta la strada, facendo sbattere una macchina. Ma che minchia di pubblicita' era quella? Poi mi chiedevano per quale motivo, preferissi le pubblicita' con dei ragazzi. Cambiai canale velocemente e vidi un film. Parlava di una bambina, orfana di madre che amava disegnare. Io ero una zappa a disegnare. Non avevo mai fatto corsi, era gia' tanto, se sapessi scrivere il mio nome in maniera leggibile cazzo..
Il film fini' malissimo. La bambina, mori' a 16 anni per colpa di un autista drogato. Ma che cazzo di film poteva essere quello? La ragazza, si chiamava Sophie, ed era davvero bella.
Spensi la tv e mi alzai raggiungendo la grande parete piena di libri e cd. Optai per i Coldplay. Non avevo tanto tempo per la musica, in effetti. L'unico approccio che avevo con essa, era sotto la doccia, nei momenti di sconforto o malinconia e nei momenti in cui era ubriaco fradicio. Eppure, la musica, mi rendeva libero. Mi avevano detto, di avere anche una voce abbastanza bella. Avevo sentito parlare di quel gruppo da un mio "amico" me lo ero portato a letto talmente tante di quelle volte che un sera, mi aveva invitato a cena da lui e dopo l'ennesima scopata, lui mise un cd: i Coldplay appunto. Da li', ogni tanto, quando mi capitava di vederlo, gli facevo mettere quel cd. Mi piaceva aveva ritmo. Davvero bello.
Lo finii tutto, poi tornai sul divano, accesi di nuovo la televisone erano le 10.30.
"E adesso? Che cazzo faccio?" dissi ad alta voce. Dopo una decina di minuti di zapping, trovai un film con alcune scene abbastanza spinte. Cominciai ad eccitarmi e non poco. Decisi che sarebbe stato meglio cambiare canale, per evitare..insomma, eccitazioni varie. 
"Ulteriori eccitazioni.." pensai.
  Cominciai a guardare una televendita, ma era piu' forte di me. Dopo 2 minuti, tornai indietro, alla ricerca del misterioso film spinto, che non trovai. Bene, ero in una casa non mia, con una grande e pulsante erezione tra le gambe. Mi maledii da solo.
"Guardare altro no..eh?" mi dissi da solo. Presi il telefono, alla ricerca di qualche distrazione. Poi trovai il suo numero.
"Ehi ciao dolcezza..dimmi tutto.." disse la voce maschile.
"Ciao..mi chiedevo se.." cominciai io. Ma Dennis, mi interruppe.
"Dove sei amore?" aveva il vizio di chiamarmi amore.
"Io..sono..non sono a casa.."
" E dove ci vediamo scusa..?" domando'. Dennis, lo avevo conosciuto in un bar, l'estate prima. Era un bel ragazzo di 23 anni, un po' piu' grande di me. Era Gay dichiarato, tutti nel bar lo conoscevano, e lo amavano tutti. Imparai anche io ad amarlo. Era l'unico al quale, cedevo spesso. Ero abituato a farmi desiderare, a farmi conquistare. Amavo rendere passivi tutti. Eppure con Dennis, era diverso.
"Ti devo venire a prendere?" chiese.
"Si ti aspetto..a.." mi fermai. Dove cazzo abitava Logan?
"Non so dove sono.." continuai.
"Punto di riferimento?"
"Flunch, lo conosci?" chiesi. Sentii ridere.
"Tra un quarto d'ora li?"
" Si a dopo.." e attaccai. Ringraziai Gesu' Cristo. Dennis, conosceva quel ristorante. Spensi la tv e la luce, mi misi una giacca di Logan ed uscii'. Il freddo, era davvero tanto. Che Logan sentisse freddo? Mha...lui era al riparo, ero io quello che andava in giro a meno 10 gradi. Svoltai l'angolo rapidamente, notando le luci rosse e verdi provenire dal ristorante. Mi avvicinai di piu', cercando di vedere Logan li dentro.
E poi eccolo. Vestito elegante. Che serviva ai tavoli, regalando sorrisi e battutine ai clienti. Sorrisi appena, era curioso come ragazzo lo ammiravo. Era come se di punto in bianco, fosse diventato il mio punto di riferimento. Faceva avanti e indietro con vassoi di varie misure per tutto il ristorante. Viaggiava tra i tavoli con rapidita' e semplicita'. Proprio quando lo vidi girarsi per guardare fuori, sentii una mano amica palparmi il sedere.
Sorrisi malizioso.
"E' proprieta' privata Dennis, non toccare.." dissi e mi girai.
"Strano, non lo hai mai detto. Mi hai sempre dato il permesso di fare di tutto con il tuo culo.." disse sorridente non mollando il mio culo. Ci baciammo intensamente, esplorandoci a vicenda. Poi mi prese per mano e entrammo in macchina.
"In macchina?" chiesi entrando.
"La prima..la seconda volta nel lettone a casa mia.." disse e poi si butto' sopra di me.

Logan

Avevo fatto piu' tardi del previsto. Era le 2 passate. Entrai in casa e notai che le luci erano spente.
"Dorme.." sussurrai. Levai la giacca e la misi apposto. Vidi uno dei miei cd a terra aperto. Bevvi un sorso d'acqua e poi salii al piano di sotto. Che fosse nel mio letto?
Non mi sarebbe dispiaciuto insomma.
Aprii la porta senza fare rumore, ma con sorpresa, non lo vidi nel letto. Cercai nel bagno, scesi di nuovo al piano di sotto.
Kendall era sparito.

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