10 - Il bacio che chiariva

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«MA CHE CAZZO...» Vedo Dusnatt alzare il revolver e puntarlo contro la donna, che si volta lentamente. Rimane a fissare la punta dell'arma con un pizzico di curiosità sul volto, le labbra increspate in un sorriso. Nemmeno si degna di buttare un'occhiata al corpo di Corbin, ora accasciato senza testa sul divanetto di coccodrillo. Il sangue nero e torbido come acqua di palude sta scorrendo a fiumi dal moncone del collo. Sento un punto imprecisato dietro l'ombelico formicolare e le dita dei piedi ribollire di sangue. Perfino Erwood ha alzato leggermente il kalashnikov, ma in modo insicuro.

«Vedi di abbassare quella pistola, ragazzo. Ma è ovvio che lo stai facendo: tu pensi che io sia un demone che ha appena ucciso un tuo amico innocente decapitandolo in una limousine. Ma non è affatto così. Vediamo di correggere la frase che ho appena detto. Allora» Trae un sospiro teatrale e si butta nel dire «Io sono un demone buono che ha appena ucciso un altro demone, molto più cattivo di quanto pensi, decapitandolo in una limousine.»

Ma è ovvio che Ciuffo Viola non ci crede, o meglio non vuole crederci. «Cosa vai a blaterare? Hai appena ucciso un mio amico, grande figlia di puttana... c-chi ti credi di essere?!»

Marjoire allunga ancora di più le labbra rosso sangue, ignorando il pesante insulto dettogli dal ragazzo. Poi, come se stesse cantando una ninnananna, sussurra:«Credo di essere la Salvatrice dei Tempi, Custode della Poctilla, Vostra Bassezza e credo di essere colei che vi ha appena salvati da Corbin Harper, noto Vostra Altezza che vi avrebbe uccisi nel giro di qualche minuto. Che iniquo... Il bacio è servito a questo: a capire chi era veramente. Non uccidevo un Vostra Altezza da molti mesi, e... credo proprio di meritarmi un bel bicchiere di Bordeaux di Chateau Mouton Rothschild. Che ne dici, Vectis?» chiede alla fine, rivolta verso l'autista.

«Ottima scelta, Marjoire. Anche se credo che andrebbe bene anche un Sauternes di Château d'Yquem.» La voce dell'autista è così rassicurante che per un momento credo che lui possa mettere a tacere tutto. Ma non è così.

«Gran vino, quello. Ma opto per la semplicità, d'altronde, lo pagammo ottantaquattro mila euro in Francia, molto prima del Giorno Vuoto, ricordi?"

«Ma certo che ricordo.»

«Oh» geme lei, spostando lo specchietto davanti a lei e aprendo il cofanetto. «Tu, caro...»

«Mi chiamo Dusnatt Tomlin.» dice tremante Ciuffo Viola, la pistola puntata contro la donna. Il mio migliore amico, invece, ha abbassato l'arma, fissando la Salvatrice di Demoni con la fronte aggrottata.

«Sì. Dusnatt. Caro Dusnatt, ti pregherei di abbassare la pistola, se vuoi le spiegazioni. Se ammazzi me e Vectis, non saprai mai nulla, no?»

«Ha ragione.» borbotta Mariangel fissando terrorizzata il corpo senza vita di Corbin. Ha il volto così cereo che potrebbe sembrare un cadavere, e questo la dice lunga, visto che lei ha sempre grosse macchie rosse sulle guance. «Facciamoci spiegare come stanno le... cose.»

Il terrore consuma ogni parola che danza accanto le sue labbra. Sembra immersa in un lago di puro orrore, eppure Mary si sta contendendo, tremando e serrando forte le mascelle.

Perfino il tintinnio di bicchieri di vetro mi fa stringere ancora di più ad Erwood. Lui è muto, e sembra curioso. Non ha il volto terrorizzato. La ragazza con i capelli bianchi e Danielius potrebbero essere delle perfette statue di marmo con le crepe che rappresenterebbero l'incontrovertibile sgomento della situazione.

«Quello che credevate fosse un semplice ragazzo, in realtà, era un demone...»

«Ma quindi... esistono davvero i demoni? Cazzo, ma io sono strafatto!» la interrompe ridendo Dusnatt, e abbassando la pistola. La sfumatura viola intorno ai suoi occhi sembra più accentuata del solito.

A Clash of Wings (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora