Capitolo 16 - Calma bruciante

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Ci addentrammo in città, strisciando tra le strette strade secondarie sature di odori nauseabondi, senzatetto e prostitute di terza categoria, finché non arrivammo a delle scale che davano su un vicolo e scendevano fino all'entrata di una sala da gioco. I piedi dello scagnozzo svenuto, ora portato di peso dal compagno, batterono scompostamente su ogni gradino di pietra, accarezzando in seguito il pavimento marmoreo del salone. La stanza era più piccola di quanto mi aspettassi: c'erano solo tre tavoli da biliardo nell'ala sinistra, uno dei quali era utilizzato in quel momento, mentre nell'ala destra c'era un unico (seppur grande) tavolo da poker affiancato ad un bancone con gli scaffali ricolmi di liquori. Tutte le luci presenti erano soffuse, eccezione fatta per i faretti sistemati sopra alle postazioni da gioco e alle bottiglie che, riflettendo la luce, si sforzavano di dare colore all'ambiente. – Un po' misera, come sala da gioco di un tizio che afferma di essere così potente – commentai tra me e me.

L'elegantone si voltò, invitandomi con un gesto della mano a sedermi sul divanetto di pelle color vaniglia posto davanti a un tavolino da caffè. << Le do il benvenuto nella mia umile dimora >> declamò con voce melliflua.

Questa battuta l'ho già letta in un libro – riflettei. – Non è finito bene...

Auto-ignorandomi, lo guardai in modo distaccato, facendo un cenno con la testa verso il divano. << Prima i boss >> mi limitai a dire. Ritrasse la mano senza smettere né di guardarmi né di sorridere, ma si accigliò, e mi parve di vedere una certa rigidità nei suoi movimenti.

Qualcuno mi diede uno spintone alla spalla. Girai la testa e, vedendo che il tizio tatuato si era liberato le spalle dal compagno ferito e mi stava anche lui "invitando a sedere" (che nel suo gergo sarebbe "metti il culo sulla sedia e faccelo restare"), gli lanciai uno sguardo che si sarebbe potuto tradurre in: "Vuoi altre botte? No perché te le do anche se non ne vuoi.".

Ci fu un leggero tonfo; il capo si era seduto su una poltrona singola e aveva iniziato a lisciarsi i baffi ispidi. << Ha un intuito davvero sorprendente per averlo capito, signorina... >>. Lasciò in sospeso la frase per far sì che io potessi dire il mio nome.

Soffocai una risata. Davvero si aspettava che gli dicessi il mio nome senza che lui mi avesse detto il proprio? << Come ha detto lei, ogni cosa a suo tempo >> lo citai, poi mi sedetti sull'insospettabilmente duro divano e accavallai le gambe. << Non so ancora chi sia o perché abbia voluto che io venissi qui. Per me non sarebbe vantaggioso rivelare il mio nome per prima, perciò... >> Mi sporsi di poco in avanti col busto, fissandolo con un sorrisetto che non riuscivo a togliermi di dosso. << Stavolta è il mio turno, a dire "prego". >> conclusi, imitando il suo cenno di mano.

Lo ammetto, mi diverto da morire a provocare le persone calme per vedere quanto ci mettono a dare di matto, però quella non voleva essere una provocazione: era pura autodifesa. Se avesse saputo lui per primo come mi chiamavo, avrebbe anche potuto non dirmi chi era, e la cosa mi avrebbe fatto mangiare le mani. Ero lì solo per quello, per estrapolare qualsiasi informazione ci fosse sotto quel grumo di carne e tessuti, quindi si poteva scordare che mollassi l'osso e glielo lasciassi in premio così facilmente. In fondo si trattava di questo: un gioco. Chi acquisiva più conoscenze, vinceva; e il perdente si adeguava al vincitore. Inspirò una bella boccata d'aria, probabilmente per ravvivare la posatezza che esibiva con tanto orgoglio, ed io dovetti coprirmi la bocca con l'indice fingendo di star aspettando una risposta (cosa vera, in fondo), mentre, invece, nascondevo il mio sorriso, che sarebbe potuto essere considerato fin troppo sfrontato da lasciare impunito.

Contro ogni mia aspettativa, l'elegantone si mise a ridere. Una risata contenuta, diversa da quella sguaiata di chi ha assistito a una scena o a una battuta divertente, ma pur sempre di una risata si trattava. << Lo sa che l'insolenza può essere un'arma a doppio taglio? >>. Le sue iridi color pece mi avrebbero trafitto in malo modo, se negli ultimi tempi non avessi sviluppato una corazza abbastanza robusta da resistergli.

Naabot mo na ang dulo ng mga na-publish na parte.

⏰ Huling update: Jan 24, 2016 ⏰

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Tiger's Blade [INCOMPLETA/NON CONCLUSA]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon