Capitolo 14 - Ferite

239 21 2
                                    

Akira

Il sole era tramontato quasi del tutto, quando uscii furiosamente dalla locanda. Rimaneva solo l'ultimo chiarore azzurro a ovest a fare un po' di luce, mentre a est già s'intravedevano alcune stelle. O almeno, avrei potuto intravederle se solo avessi alzato gli occhi dalla strada. In quel momento le stelle erano l'ultima delle mie preoccupazioni.

Sfrecciai per la città col solo scopo di allontanarmi più che potevo dal bar, da Satch e dai ricordi che mi stava innescando: una nave dai bordi rosso sangue, mio padre sorridente che mi scompigliava i capelli, mia madre con Lucy tra le braccia che baciava per l'ultima volta l'uomo che amava; poi, la bugia più impietosa che abbia mai affrontato nella mia vita: "Tornerò".

Mi accorsi di essermi messa a correre solamente quando rischiai di investire un bambino che giocava per strada. Non mi fermai a chiedere scusa. Lo superai con un salto e strisciai dentro a delle stradine secondarie isolate. I miei piedi si fermarono in automatico quando pensarono di aver messo una bella distanza tra me e i quattro comandanti, nonostante volessi continuare la mia corsa. Volevo sentire i polmoni bruciare, accartocciarsi e contorcersi nella mia cassa toracica, agonizzando per l'assenza di aria; volevo una distrazione da tutto ciò che mi stava passando per la testa. Invece, i miei polmoni stavano una favola. Avrei dovuto correre almeno due ore, prima di poter sentire qualcosa.

Tirai un pugno a un muro immaginando che fosse la faccia di Satch. – Perché quell'idiota ha insistito così tanto? – mi chiesi, mantenendo il contatto tra le nocche e quella superficie fredda. – Imparare a tapparsi la bocca gli è così difficile?! –. La rabbia faceva battere il mio cuore all'inverosimile, annebbiandomi la vista e facendomi quasi perdere lucidità. – No, Akira. – mi dissi alzando gli occhi al cielo, ricacciando indietro la frustrazione che minacciava di bagnarmi le guance. – Non ci provare. Non di nuovo per lui; non per questo! –. Inspirai più volte, raggelandomi i polmoni con l'aria pesante dell'inverno. A poco a poco, ripresi il totale controllo di me stessa e potei abbassare la testa.

Brava, idiota. Ora che conti di fare? – sentenziò puntualmente il mio subconscio.

Di sicuro non sarei tornata indietro. Per quanto fossi stata avventata ad andarmene a quel modo, non potevo far finta che non fosse successo nulla. Mi convinsi che l'unica scelta da fare era farmi un giro; finché non mi avrebbero trovata o finché non mi fossi persa tanto da tornare alla Moby Dick senza neppure accorgermene, ipotesi non del tutto irrealistica conoscendomi.

Mentre girovagavo, tenni lo sguardo basso, troppo occupata a sgombrare la mente per prestare attenzione a ciò che avevo intorno. Quando, però, con la coda dell'occhio notai un colossale edificio in marmo, mi fermai a studiarlo. Era molto simile a un tempio, con colonne corinzie e un frontone spazioso su cui troneggiava la scritta "SCRINIVM". Una scalinata conduceva a un grande portone di legno scuro dai rilievi dorati. Dovetti sbattere ripetutamente le palpebre per riacquistare il senno quando le mie dita si strinsero intorno al battente della porta. Le biblioteche erano sempre state un mio punto debole.

Senza indugiare ulteriormente entrai, e un odore di antico m'investì. Il parquet crepitava sotto i miei piedi, che avanzavano con lentezza melliflua, mentre i miei occhi gustavano appieno lo spettacolo che mi accerchiava: caterve di libri ovunque mi girassi, su scaffali alti minimo sei metri che ricoprivano le pareti e formavano degli pseudo-corridoi nel mezzo dell'enorme sala. Non ne avevo mai visti tanti, nello stesso posto. Il primo pensiero che mi venne in mente fu un sincero: – Rinchiudetemi qui e buttate via le chiavi –. Mi misi a girovagare per la biblioteca, sfogliando volumi pescati secondo un criterio inesistente finché non mi capitò tra le mani un voluminoso libro sulle leggende da tutto il mondo, con particolari soprattutto sugli animali mitologici. Trovai un lungo tavolo nell'ala nord e mi ci sedetti sopra.

Tiger's Blade [INCOMPLETA/NON CONCLUSA]Where stories live. Discover now