Rose.

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Uscì dalla stanza stringendomi una mano al petto.
Dieci branchi.
Diedi branchi formati da quasi cento lupi, tra i quali bambini. Tutti morti. Dall'alpha fino ai cuccioli. Nessuna pietà. Nessun orrore. Morti. Sangue. Onore. Era quella che per mio parte contava. L'onore di essere alpha. Aveva ucciso, senza alcun rimorso. Senza alcuna pietà, come se le vite di quelle persone non contassero nulla. Neanche la mia contava per lui. Dopo tutto ero un'errore. Non l'aveva fatto da solo, anche Nate e la sua famiglia avevano dato una mano. Nate era il più feroce però. Lessi che continuava a crescere il numero di branchi, chi si ribellava moriva. Era questo il codice.
C'è ne andremo? Chiese Kye rompendo i miei pensieri. Si c'è ne andremo, adesso. Risposi secca continuando a camminare. Non disse più nulla, avevo convinto anche lui e finalmente aveva capito che persone erano. Potevo scappare ma non sapevo dove andare. Delle parole mi risuonarono nella testa. Verrà lei da me. Tremai ma dopo tutto aveva ragione, era l'unico posto a cui potevo appartenere. Non è una buona idea. Beh non era una buona idea neanche rimanere lì. Quindi scelsi la seconda senza pensarci due volte. Mi diressi alla camera senza guardarmi intorno, non mi importava più di nessuno. - Roxy, ciao. - mi bloccai di colpo, quella voce mi fece ribollire il sangue e voler vendetta nei suoi confronti. - come stai? - mi girai lentamente e come se i miei occhi l'avessero trafitto, fece un passo indietro. - bene. - risposi secca. - è successo qualcosa? Ti vedo strana? Hai pianto per caso? - scossi la testa e risi istericamente. - no, Nathan. Sto benissimo. - mi guardò storto poi come se avesse capito tutto quanto avanzò e di conseguenza feci un passo indietro. - perché indietreggi? - chiese lentamente. Puntai il mio sguardo d'odio verso di lui:- non vorrei disubbidirti e poi essere uccisa, non è questo il codice? - l'acidità nella mia voce non mi era mai appartenuta, non avrei mai immaginato di riuscire a disprezzare tanto una persona che prima pensavo mi piacesse. - non so di cosa tu stia parlando. - strinse i pugni. - ah no? Forse tutti quei branchi che hai sterminato ne sanno qualcosa. - mi misi una mano sulla bocca e sorrisi maligna. - che avete sterminato, tu e mio padre. -
- come l'hai scoperto? - sospirò. - in biblioteca si scoprono tante cose, dovresti farci un giro. - tolsi la mano dalla bocca e mi allontanai, una mano forte mi afferrò il polso facendomi girare di scatto. - tu non puoi capire. - sibilò, cercai di liberarmi ma mi afferrò anche l'altro polso, mettendomi contro il muro. Quella vicinanza mi dava dei problemi. - tu non potrai mai capire. Non sai il perché l'abbiamo fatto, perché l'ho fatto. - si avvicinò di più. - invece posso, dovevate far vedere la forza di voi Alpha. - lo disprezzai. - tuo padre forse ma io no. Non puoi giudicare qualcuno senza prima saperne la storia. - mi allontanò un po' dal muro ma poi mi ci respinse contro. - invece si, ho letto che quello che avete fatto, maledetti cani. - come ultima cosa gli sputai addosso. Si allontanò di colpo osservandomi ma prima che potesse di qualcosa, corsi verso la mia camera. Sentivo che mi stava dietro e così eccellerai. Ero più veloce. Mi chiusi dentro di essa, lasciandolo fuori. - Rosalin aprimi, dobbiamo parlare!- ringhiò furioso. - abbiamo finito di parlare, non parleremo mai più. Sparisci. - dissi calma iniziando a prendere il mio borsone e mettendoci dentro il necessario per fuggire. Sei sicura?
Al 100%, c'è ne andiamo e non voglio sentire ne ma ne se. Lo zittì continuando a mettere roba dentro di esso. Alcuni vestiti e delle scarpe, non che sciarpa, guanti, cappello e caricatore del telefono insieme a dei soldi. - Rose - la voce di Helen mi fermò facendomi venire le lacrime agli occhi. - potresti aprire, così..-
- non voglio, Helen ti prego di andartene. Lui non mi voleva, non mi ha mai voluto. Sono un errore. - le lacrime scesero fino alle labbra, erano salate. Le asciugai con il dorso della mano e chiusi il borsone. - io non faccio parte di questo inferno e neanche tu dovresti farne parte, Helen. - continuai svestendomi.
- perché dici così? - sentì la disperazione nella sua voce. - perché ho letto cos'hanno fatto e cosa ti ha fatto, Helen. Ho letto che eri disposta a crescermi ma che non ti hanno dato quella possibilità. Ho letto di mio padre. Ho letto di mia madre. Ho letto di Nathan. Ho letto dei branchi. - mi misi dei pantaloni della tuta e un reggiseno sportivo lasciando l'ombelico scoperto, in più mi lega i capelli.
- oh tesoro..- sussurrò dalla porta. - non avresti mai dovuto leggere quelle cose. Non avresti mai dovuto stare così male. Io ho sofferto molto, davvero molto. Anche io credevo che fossero degli assassini, degli esseri maligni ma..- si interruppe per lasciare che un singulto si sfogasse. - non sono così credimi. - posò la mano sulla maniglia e provo ad aprire ma non riuscendoci si fermò, subito dopo la sentì scivolare a terra. - quanto odio e quanta sofferenza è impressa in questa casa; quante anime sono state troncate a causa di una sola persona, non credi? - mi avvicinai alla porta posando una mano su di essa. - mi ci sono voluti anni per perdonarlo del tutto e forse non l'ho nemmeno ancora perdonato. Non è buffo? Il mio compagno è un assassino. Non è bello lo so ma con me non è mai stato così, anzi e anche con i suoi figli. - mi abbassai e misi la schiena appoggiata alla porta trattenendo le lacrime a stento. - lo so cosa ha scritto e so cosa ha detto. Non posso fare..-
- o povera piccola Rose, che ti avevo detto? - alzai gli occhi e Lakus era seduto sulla finestra intendo a sorridermi. - sono dei bugiardi. Vieni via con me. - allungò la mano e prima di afferrarla mi girai verso Helen. - saresti stata la mamma che ho sempre desiderato. - afferrai la sua mano e mi sollevò, afferrò la mia borsa e scese dalla finestra. Stavo per calarmi anche io quando la porta si spalancò, Helen, mio padre, i miei fratelli e Nate mi stavano guardando. Gli guardai uno dopo l'altro ma sorrisi solo ad Helen. Prima che potessero prendermi saltai tra le braccia di Lakus, piangendo.
- ora sei a casa. - mi sussurrò all'orecchio.

Dynasty. (revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora