Rose.

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Sarei scappata.
Ecco cosa avrei fatto. Avrei deciso finalmente la mia vita. Avrei preso le redini della mia esistenza tenendole salde. Nessuno mi avrebbe mai più controllato o picchiato. Non sarei mai più stata sotto regole che odiavo. Nessuno mi avrebbe mai più punita e schernita. Derisa per come ero. Potevo essere me.
Mi tolsi le coperte di dosso, muovendomi il più piano possibile sia per il dolore che il rumore. Indossai i pantaloni della tuta e un top nero sportivo; sarei scappata un lupo può sopravvivere nel bosco. Sei sicura di volerlo fare? Ed ecco la voce della mia coscienza. Un lupo poteva sopravvivere se animale ma umana, no un umana non poteva sopravvivere. Mi sedetti per terra prendendomi la testa tra le mani. Kye ti prego ho bisogno di te. Lo chiamai e un lupo color cenere uscì dall'oscurità della mia mente, maestoso e fiero di se. Devi lasciarmi trasformare. Chiesi vedendolo già sul punto di negarmi qualunque cosa. No, Rose..non posso. Qui c'è il nostro Lyn. Tu puoi anche pensare che non sia niente, solo un'uomo qualunque ma no. Non lo è. Sarà l'unica luce infondo al tunnel che vedrai. Sarà la tua unica ancora di salvezza. Non lo lasceremo.
Sbattei il punto atterra frustrata, neanche il mio lupo era dalla mia parte. Facile per lui, dopo tutto, non sentiva il dolore come lo sentivo io; non sentiva il bruciore degli occhi e la gola dolorante per le urla. Alzai la testa e mi stese atterra, con la testa rivolta verso l'alto, la mia mente iniziò a vagare per i ricordi e i sentimenti repressi. Strinsi i denti quando ricordai la prima dichiarazione di Lucius. Il suo primo bacio sulle mie labbra, così viscido e schifoso. Il mio primo "no" nei suoi confronti e di conseguenza il primo schiaffo. La prima azzuffata con lui, finita male per me. Il primo bagno nel lago da sola ma che poi finì con l'arrivo e le parole di Lucius, che mi fecero voglia di affogarmi. Il mio primo tentativo di fuga che finì solo in lividi sul mio corpo ma poi un ricordo che adoravo, il momento in cui mi trasformai per la prima volta nella mia vera natura;una lupa color cenere dagli occhi rossi come il sangue.
- Signorina Rosalin? - sentì chiamarmi dalla porta. Una voce di un bambino mi fece alzare prima che potesse aprire la porta, vedendomi in quello stato. Era il bambino biondo che litigò con il mio fratellastro. - sta bene? - mi chiese ancora vedendo che me ne stavo un silenzio ad osservarlo. Scossi la testa, facendo un sorriso timido:- si, tutto bene. - annuì sedendomi sul letto. - la Signora Cuoca, mi ha chiesto di chiamarla, visto che non ha mangiato nulla. La prego di seguirmi. - aprì la porta facendomi cenno di seguirlo ma fu come se mi leggesse nel pensiero. - non andrete nella stanza con gli altri, resterete nelle cucine, è più sicuro per voi. - gli sorrisi grata seguendolo fino alle cucine. Era un bambino di bell'aspetto con due grandi occhi marroni che mi ricordavano gli stessi di un'altra persona, forse la botta mi aveva fatto qualche danno. Si muoveva con facilità e agilità, era sicuro di se e mi fece sorridere. Alla sua età ero molto più impacciata. Portava dei calzoni color mattone rosso e una camicia azzurra, con delle scarpe da ginnastica. Diciamo che i colori facevano a botte tra loro ma non commentai.
- Josef ci hai messo una vita! - squittì una donna piuttosto rotonda con una cuffia in testa e delle gote rosse come due pomodori, forse per il caldo che c'era nella stanza. - mi scusi signora Cuoca. - disse il giovanotto sedendosi su una sedia accanto a lei. - e tutta questa formalità da dove viene, Josef? - gli chiese minacciandolo con un cucchiaio di legno. - dalla signorina Rosalin. - afferrò un dolce che dall'odore era alla cannella. Era una specie di girella alla cannella, ricoperto di zucchero a velo. Addentandolo con voracità. - oh cara, perdonami, non ti avevo notata. - sorrisi alzando un poco le spalle. - allora ti preparo un piatto con della carne, lo so come siete voi lupi. Sempre ghiotti di carne, mangereste solo quella vero? Ma certo! Che domande faccio, che sciocca - si mise a ridete mettendosi una mano davanti alla bocca. - vieni cara, siediti qui. - mi fece accomodare ad una tavolo in legno molto in stile contadino, piazzandomi il piatto davanti alla faccia. Il mio stomaco brontolò facendola ridere. - prego cara. Non fare complimenti. - ricevetti le posate e con un occhiolino tornò a coordinare l'intera cucina, come un maestro d'orchestra. La carne era di cervo avvolta dal sugo. Una delizia. Mangiai di gusto, mentre scannerrizavo la cucina in cui mi trovavo. Era davvero grandissima, la cucina si estendeva per tutta stanza, divisa in vasi settori in quale erano presenti sette cuochi. I capelli erano chiusi in una cuffietta, che da quello che si poteva notare, era davvero scomoda. - mio fratello ti trova debole. - parlò il bambino fissandomi. - e chi sarebbe tuo fratello, scusami? - chiesi spostando con la forchetta alcuni pezzi di carne nel piatto, senza degnarlo di una sguardo. - Nathan. - disse fiero. Mi scappò una risata ma la trattenni facendo uscire solo un sorriso divertito. - adesso ho capito da chi hai preso la tua lingua. - mi guardò storto facendomi la linguaccia. Ricambiai facendolo alzare e correre dalla cuoca stizzito. Pensando di essere nei guai mi alzai afferrando il piatto ormai vuoto e portandolo nel lavabo. - eh Josef te la sei cercata. - sentì dire dalla signora divertita seguita poi dai brontolii del cucciolo. Ringraziai e uscì lasciandoli a scherzare affettuosamente. Mio fratello ti trova debole. Quelle parole mi frullano nella testa facendomi innervosire e venire voglia di andarli a tirare due ceffoni per farli rimangiare tutto. Sbuffai infastidita ma appena svoltai l'angolo sbattei contro il petto di marmo e prima che il mio sedere toccasse terra una mano forte mi afferrò il braccio, tenendomi salda. Alzai lo sguardo con le parole di ringraziamento ma mi bloccai constatando che era il ragazzo dagli occhi verdi. - stai attenta, sorellina.- lo guardai spaesata e mi allontanai da lui spiegandolo lontano. - come prego? - la linea della bocca diventò un sorriso caldo ma allora stesso tempo inquietante. - piacere io sono Aron Souki Jackall, tuo fratello maggiore. -

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