Venticinquesimo Capitolo

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POV FEDERICO

Non volevo mentire a Clarissa, ma suo padre mi aveva detto di non dire nulla sul nostro incontro, ero nervoso non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea di cosa volesse chiedermi o altro, sospirai per poi bloccarmi quando vidi in lontananza la macchina, ora ero davvero in ansia, continuavo a picchiettare il piede a terra dal nervoso, mi alzai e andai incontro ad Alessandro.
"Salve" dissi sorridendo
"Ciao Federico, grazie per essere venuto, ti anticipo dicendoti che non è nulla di preoccupante.."sorrise guardandomi, tirai un sospiro di sollievo, anche se ancora non capivo il motivo di quella visita..
"Ti volevo semplicemente chiedere da occhio esterno, se ho qualche possibilità che Clarissa mi perdoni" disse per poi guardarmi con gli occhi lucidi, e per la prima volta vidi che la situazione  non era così tragica come si pensava, sia lui che Clarissa avevano bisogno di parlare, di confrontarsi e di ammettere i loro sbagli per quanto riguarda alessandro, devono mettere da parte l'orgoglio e lasciarsi andare. Sorrisi guardandolo
"Sono sincero, e le dico che ha tutte le possibilità di fare pace con sua figlia, lei e semplicemente scossa non si aspettava che lei tornava così all'improvviso, si era abituata alla vostra assenza e ora si è vista sconvolgere tutto, ha bisogno di tempo, ma nel frattempo lei deve insistere essere presente.."
"Grazie Federico, ho sempre pensato che eri il ragazzo perfetto per lei, e ora ne ho la prova.."disse sorridendo, per poi abbracciarmi, ricambiai l'abbraccio, sorridendo a mia volta.
"Clarissa ha solamente bisogno di quelle attenzioni e raccomandazioni che non ha avuto da piccola.."dissi guardando "per qualsiasi cosa conti su di me!"
"Grazie ancora, farò del mio meglio.."disse per poi abbracciarmi di nuovo e salire in macchina, ritornai alla mia macchina mi sentivo più leggero anche se volevo raccontare tutto a Clarissa ma non potevo, dovevo solo aiutarla a capire che non deve costruire un ulteriore muro verso suo padre, e che devono romperlo insieme.

POV MATTEO

"Matteo, ti vedo diverso, successo qualcosa?" alzai lo sguardo verso mia mamma
"Non ho rotto nulla, e non ho preso nessun brutto vuoto oggi, quindi tutto normale.."dissi ridendo per poi tornare a guardare il telefono, Elisa doveva farmi sapere se era tutto pronto per la festa di Federico che ci sarebbe stata fra due giorni  ovvero il 12 febbraio, aveva deciso insieme a Clarissa di occuparsi loro di tutto e questo mi spaventava..
"Non parlavo di quello, ti vedo più sorridente.." disse "c'entra quella tua amica Elisa? "
"Cosa c'entra lei ora.."dissi arrossendo, mamma non sapeva ancora che stavamo  insieme anche se questo suo  interrogatori mi fa pensare il contrario.
"Mi nascondi qualcosa, ma va bene, ora vado a fare la spesa.."disse per poi baciarmi la guancia ed uscire. Ne approfittai per chiamare Elisa ero davvero preoccupato ora!
Al terzo squillo finalmente mi rispose
"Amore tranquillo va tutto bene!"
"Davvero? Cosa state combiando? "
"Stiamo comprando le decorazioni e tutto, ah sono di colore rosa forte, avevi detto così vero?" disse ridendo
"Cosa avete fatto? Io vi uccido, anzi ti uccido!"
"No, mi ami troppo non lo faresti!"
"Scommettiamo? Dove siete vi raggiungo!"
"No, tu pensa a una scusa per farlo venire qui, e quello che vuoi ma questo tocca a noi. Ah e ti amo!" Disse sorridendo
"Ti amo anche io, non distrarmi. Dove siete?
Nulla da fare, aveva attaccato, sospirai se penso a un paio di mesi fa a quando passavo da ragazza a ragazza solo perché non trovavo quella giusta, ad ora che finalmente  avevo trovato le ragazza perfetta per me, sorrisi pensandoci, a quei continui litigi quel prenderci in giro, ma essere sempre protettivo nei suoi confronti, mi sono sempre preoccupato o interessato a lei, e dire che era sempre stata davanti agli occhi, solo che a volte si è troppo stupidi da non renderci conto che basta guardare davvero a volte e non osservare solo. E io ringrazio quel giorno e quella assurda voglia di cornetto che mi porto sotto casa sua, dove tutto ha iniziato.

POV CLARISSA
Dovevo trovare un regalo per Federico.
Era questo quello che mi stavo ripetendo da due settimane, ma ero arrivata all'ultimo giorno e ancora nulla tra mio padre, e il trasferirmi da Elisa non ci avevo pensato, e mi sento totalmente in colpa per questo.
"Troverai il regalo giusto! Anche se penso che gli basti tu, magari con qualche completino"disse ridendo Elisa, la spinsi scherzosamente
"Scema, e che vorrei davvero regalargli qualcosa che racchiuda noi, o semplicemente lui , ma ho tutte idee  banali" dissi sconfitta
"Ehi, basta che ti fermi, ti rilassi e vedrai che troverai il regalo perfetto!" disse sorridendo per poi abbracciarmi, ricambiai l'abbraccio per poi avviarci verso casa. Una volta accompagnata Elisa a casa decisi di andare da mia mamma, non la vedevo da giorni, e avevo davvero bisogno di lei. Apri la porta di casa, usando le mie chiavi
"Mamma sei in casa?" pregai di non trovarmi mio padre  non ero davvero pronta a questo.
"Sono in cucina amore..."disse urlando, mi feci coraggio ed entrai in cucina per fortuna di lui neanche l'ombra.
"Sono venuta a vedere come stai" dissi sorridendo, per poi sedermi
"Bene, oh ma che dico, mi manchi e questa situazione non mi sta per niente bene..torna a casa!" disse con gli occhi lucidi, mi faceva male vederla così, ma avevi davvero bisogno di tempo per me per riordinare quel casino che avevo in testa.
"Mamma ho bisogno di tempo.."dissi abbracciandola
"Siamo tornati insieme, amore tu devi lasciarlo spiegare, c'è una motivazione dietro al suo gesto!" disse stringendomi
Non mi sorpresi, lo avevo immaginato, eppure dentro di me qualcosa si ruppe ancora una volta ora ero davvero sola, ad affrontare tutto questo, fino ad adesso avevo il suo appoggio, avevo lei che mi capiva e ora? Lei lo aveva perdonato, nonostante tutto e allora perché io non riuscivo a farlo? Perché mi bloccavo? Avevo paura.
Avevo paura di un suo abbandono di nuovo.
Avevo paura di lasciarmi andare e rimanere delusa, troppe volte e stato così e ricevere un'altra delusione da lui non è in prigramma.
Avevo paura di ricominciare a credere in una figura paterna, ma allo stesso tempo avevo semplicemente paura che tutto questo mi faccia stare bene. Ho avuto sempre la tendenza a pensare al peggio, ho sempre pensato che la felicità per me non esisteva, che era un concerto troppo ambizioso per me, ma ora avevo la scelta tra di essere felice oppure di vivere con il peso di mio padre, la scelta toccava a me, e questo mi spaventava più di tutto. Ero contenta per mamma, vederla felice per me era tutto, non ho mai giustificato il comportamento di mio padre lo sempre visto come un gesto volontario, ma se era volontario allora perché tornare? Perché fare pace con la mamma? e se davvero ci fosse una spiegazione a tutto? Sospirai per poi stringere più forte mia mamma.
"Mamma, ho bisogno di tempo, non sto dicendo che non voglio parlarci o altro, ma devo prima riordinare tutto dentro di me, per poi affrontarlo. Credimi vorrei davvero tornare a quando ero bambina, a quei momenti, ma ho paura che sia troppo tardi. " dissi asciugandomi una lacrima che non sapevo che era uscita fuori.
"Non è tardi se tu vuoi. È davvero sincero e non pensare che non ti vuole bene o che non te ne ha mai voluto, dovete aggiustare questa situazione insieme." disse per poi baciarmi la fronte, annui sorridendo leggermente, per poi salire in camera, e stendermi sul letto, ero esausta.

POV MATTEO
Bussai per la centesima volta il clacson della macchina, ma perché ci mette così tanto? sbuffai per poi sorride vedendola scendere, a volte mi comportavo davvero come un quindicenne alle prime armi.
"Scusa il ritardo amore!" sorride per poi baciarmi  a stampo, sorrisi a mia volta stringendola a me è approfondendo il bacio, accarezzandogli la guancia.
"Sei bellissima.."dissi sorridendo, per poi baciarle la fronte e partire.
"Dove andiamo? "chiese dopo poco accendendo lo stereo
"Sono indeciso tra una pizza o il cinema.."dissi guidando
"Tutte e due? "disse ridendo, la guardai e annui, strinsi il regalo che avevo comprato per lei che ora si trovava nella tasca della mia ciacca, parcheggiai  fuori alla pizzeria, scesi prendendola per mano, per poi dirigermi dentro, occupando un posto libero.
"Ho una fame da lupi, comunque non abbiamo preso le decorazioni rosa" rise, guardandomi
"Meno male, altrimenti dicevo a tutti che russi!" dissi ridendo
"Io non russo!" disse facendomi la linguaggua, la baciai a stampo sorridendo.
Dopo aver ordinato la pizza, potevo dire di essere ufficialmente nervoso, il regalo iniziava a pesare nella  tasca dovevo darglielo.
"Amore senti.."inizia accarezzandole la mano," devo dirti una cosa.." continuai ero troppo nervoso dovevo calmarmi.
"Dimmi tutto.."disse stringendo la mia mano.
""In questi mesi sono successe tante cose, dai nostri continuo litigi, alle prese in giro, frecciatine, ad amarci in un modo tutto strano, fino ad oggi. Oggi che posso finalmente dire di essere un ragazzo fortunato, sono felice e questo grazie a te. Non sono bravo con le parole tendo a fare il duro delle situazione, ma tu mi ha completamente sciolto la mia corazza da duro, mi fai stravolto e in positivo. Sei entrata piano nella mia vita, per poi capovolgerla totalmente. Sono sincero non pensavo che avrei mai trovato la ragazza giusta per me, ma poi ho capito che tutti quei litigi, e quelle frecciatine nascondevano qualcosa di più, l'amore per te. Amo ogni sfaccettatura di te, dalla più evidente a quella più nascosta, amo scoprire nuove cose di te, e condividerle con te. Amo quel tuo sorriso che mi provoca brividi e sorrisi facili, amo i tuoi modi di fare, amo il tuo tenermi testa e farmi ragionare. Amo semplicemente te, senza se e senza ma, e volevo ringraziarti per essere qui e aver creduto in me. Perché io sono completamente innamorato di te." sorrido per poi infilare un bracciale al polso, con dei ciondoli.
"Ogni ciondolo ha una storia, la nostra storia. C'è la scuola dove non abbiamo fatto altro che litigare ma amarci a modo nostro, c'è un cornetto dove tutto è iniziato, c'è un cuore che è il mio che ora e completamente tuo, c'è una casa, dove abbiamo fatto l'amore pera prima volta, ma anche perché tu mi fai sentire a casa. C'è spazio per tanti altri, perché questa e la nostra storia che non avrà mai una fine.
Ti amo." dissi sorridendo, per poi guardarla aveva gli occhi pieni di lacrime e il labbro che le tremava dolcemente, sorrisi baciandola dimenticandomi di essere in una pizzeria e che molto probabilmente tutti avevano ascoltato, dato anche il suono di qualche applauso sorrisi nel bacio.
"Io..non ho parole, sei dolcissimo e dio quanto ti amo!" sorrise per poi baciarmi, la strinsi a me ricambiando il bacio, sussurrando quei ti ami che per troppo tempo ho tenuto per me.

POV CLARISSA
Mi ero addormentata, me ne accorsi quando la vibrazione del telefono mi portò alla realta.
"Pronto"
"Amore, dio mi stavo preoccupando, dove sei?"
"Scusa amore hai ragione, comunque sono da a casa mia, ho parlato con mamma"
"E cosa vi siete dette?"
"Puoi venire qui? Così te lo spiego.."dissi sorridendo
"Certo, apri la finestra" disse sorridendo per poi staccare, mi alzai aprendo la finestra, poco dopo lo vidi entrare, mi tuffai letteralmente fra le sue braccia stringendolo.
"Mi sei mancato.."dissi per poi baciarlo, mi strinse a se ricambiando il bacio tenendomi stretta
"Anche tu, troppo!" sorrise mordendomi il labbro inferiore," allora? Racconta tutto"
Lo feci stendere con me sotto le coperte per poi raccontargli tutto, delle mia paura, del fatto che devo abbattere questo muro ma devo farlo anche con mio padre e non da sola, lui mi sorrideva tutto il tempo e mi accarezza i capelli.
"Sono d'accordo con tua mamma piccola, dovete parlare"disse abbracciandomi
"Si, lo farò.."dissi sospirando, lui mi strinse a se baciandomi la fronte
"Ricordati che io ci sono sempre, non sei sola!" mi girai a guardarlo, aveva ragione non ero sola, lo guardai perdendomi nei suoi occhi azzurri e li caio cosa regalargli, finalmente avevo trovato quel regalo perfetto.
"Grazie, ti amo amore!" dissi baciandolo
"Anche io principessa" disse sorridendo per poi stringermi a lui, mi lasciai cullare dal battuto del suo cuore e mi addormentai con l'immagine e ben chiara del regalo, ma anche di quella felicità che vedevo finalmente non più come un concerto troppo ambizioso per me.

Quella linea sottile tra odio e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora