1- VIOLA

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VIOLA - CINQUE MESI PRIMA

«Giallini?» mi chiamò la professoressa Ciurlante. «Giallini?»

Mi strofinai gli occhi e alzai la testa dal banco. «Si?»

«Viola,ma sei pazza? Alzati!» sussurrò Angela,la mia vicina di banco e la mia più sicura confidente.

«Scusi,prof non mi sento tanto bene»,dissi.

Certo,non mi sentivo "tanto bene" non era il termine più adatto... forse lo sarebbe stato più un "Scusi,ma le sue lezioni sono delle vere rotture di coglioni". Evitai di risponderle in quel modo.

La professoressa di italiano sbuffò e riprese a spiegare,ininterrottamente,insopportabilmente... Dio mio,quella donna credeva di trovarsi all'Università,ma non sono certa le fosse chiaro che ci trovavamo solamente in un istituto professionale chiacchierato da tutta la città per le droghe che giravano e la delinquenza tra scuola e quartiere.

Se c'era una cosa che non sopportavo... era la scuola. Non faceva per me. Io ero più brava con la pratica,con le mani sporche di pennarello,con un banco disordinato e mille cose di mezzo com'era la mia testa. A me,delle lezioni di italiano,di matematica e delle lingue... non importava nulla. Io volevo solo disegnare.

«Ma cos'hai deciso quest'anno,Viola? Di farti bocciare poco prima della maturità?» disse la prof.

Scossi la testa. Mi dispiaceva,alla fine era una brava donna e io le stavo mancando di rispetto. Ma lo giuro,mi ero proprio stufata di quel posto. Volevo scappare via. Smettere di andare a scuola e trovare un lavoro come grafico pubblicitario,come tatuatrice,come una cazzo di architetto. Ma senza studiare,cavolo...

«Ps!»

Io e Angela ci girammo. «Cosa?»

Giorgia sussurrò. «Stasera c'è un corso di salsa al centro. La prova è gratuita. Venite?»

«Che figo! Si che ci vengo!»,disse Angela.

Io mi girai senza neanche rispondere. L'unica salsa che volevo si trovava in un hamburger.

Giorgia mi bussò sulla schiena. «E dai,che ti costa? Facciamo qualcosa di diverso.»

Mi tartassarono così tanto che alla fine andai a quella maledetta lezione di salsa dove mi sentii un pesce fuor d'acqua per tutta la serata. Mi sentivo un tronco... niente a che vedere con quelle ballerine dai culi stratosferici che facevano tutte quelle mosse e quei movimenti che se avessi fatto io sarei finita con una vertebra in frantumi.

Giorgia ballava da anni,aveva vinto chissà quante medaglie e sembrava volare,tanta era la naturalezza con cui si destreggiava fra le braccia del suo partner.

Io ero seduta sul parquet della sala con una bottiglietta d'acqua in mano a guardare i ragazzi del corso ballare come se gli riuscisse meglio di respirare. Persino Angela,sembrava farlo da tempo.

«Tu non balli?»

Alzai gli occhi e li ficcai proprio nei suoi... così,come se lo facessi da sempre. Erano così scuri,sembravano carbone. Aveva la pelle olivastra coperta di tatuaggi,la testa rasata e due cerchietti alle orecchie. Sembrava un criminale... un criminale molto figo,ecco.

«No,preferisco guardare»,sorrisi.

Superfigo si sedette accanto a me e fissò i ragazzi con i gomiti sulle ginocchia. Aveva un asciugamano intorno al collo e,nonostante il sudore che gli imperlava la pelle,non puzzava neanche un po'. Fossi stata al posto suo,dopo due ore di ballo,avrebbe fatto meglio ad allontanarsi da me.

«Sei qui da sola?»,chiese.

«No,sono con quella ragazza lì.» indicai Giorgia.

«Giorgia,certo.» sorrise e si alzò in piedi. «Dài,vieni. Balliamo un po'.»

Scossi la testa. «No,no,grazie ma preferi... oh!»

Superfigo mi tirò in piedi e mi fece ballare con lui per il resto della serata. Non gli chiesi come si chiamasse,ma non feci altro che pensare a lui per i giorni a seguire.



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