UN DESTINO SEGNATO

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Ero nel letto con le lenzuola tirate fin sopra il naso. L'inverno con tutto il suo gelo era appena fuori la mia finestra. Mi tormentai il palmo della mano sinistra, dove la mamma aveva applicato una pomata di aloe e una fasciatura di garza candida. Miss Weickfield sapeva essere una donna violenta, oltre che scorbutica ed infatti quel giorno, dopo che avevo rovesciato accidentalmente il calamaio sul mio quaderno, era andata su tutte le furie. Mi aveva dato una bacchettata così forte che all'inizio non era servito nemmeno l'impacco di neve. Non avevo pianto però. Non le avrei mai dato una simile soddisfazione, né a le né tantomeno alle mie amiche, che frequentavano quella scuola soltanto nell'attesa di  trovare un buon partito. Ma io volevo di più. Come avrei potuto accontentarmi di passare la mia vita, dominata dalla figura di mio marito, esattamente come mia madre, nonostante la sua gentilezza, lo era stata da mio padre. Io volevo viaggiare, vedere il mondo, vivere avventure da poter raccontare un giorno ed innamorarmi sul serio, non di certo accontentarmi di un ottuso giovanotto qualche anno più grande di me. Le avventure le vivevo solo in compagnia dei miei due fratelli, entrambi più piccoli di me e che avevano ancora l'innocenza che io avevo cominciato a perdere. Li sentivo dormire nei letti accanto a me, anche se non sarebbe stato per molto. Oggi avevamo ricevuto una visita inaspettata, inaspettata per me per lo meno: la sorella maggiore di papà zia Ruth era stata chiamata affinché mi educasse alle buone maniere, in modo da poter fare al più presto il mio ingresso in società. Non volevo nemmeno pensare a quel ballo che sarebbe stato dato in mio onore e che mi avrebbe definitivamente catapultato nel mondo degli adulti. io non volevo affatto crescere... ancora rimanevo affascinata dalle favole della mamma, che ormai erano impresse a fuoco nella mia memoria. Erano tutte di una terra meravigliosa, un' isola sperduta tra le nuvole popolata da incredibili creature come sirene, fate e occupata da indigeni pelle rossa e pirati. E poi c'era sempre questo misterioso ragazzo come protagonista, un ragazzo senza nome che sapeva volare. Mi ero innamorata di quel luogo sin dal primo racconto. Ora però toccava a me raccontare quelle storie ai miei fratelli e così ogni sera inscenavamo meravigliose battaglie tra pirati e indiani, pronti nelle nostre camicie da notte ad una nuova avventura. Erano le uniche che mi era concesso di vivere... l'inverno quell'anno era stato particolarmente freddo, ma nonostante questo cominciavo a sentirmi soffocare sotto tutte quelle coperte, così pian piano scesi dal letto, infilai le mie pantofole e mi strinsi addosso la vestaglia. Andai accanto alla finestra, aprendo piano le tende e sedendomi sul divanetto sottostante, accoccolandomi tra i cuscini. Non era la prima volta che mi ritrovavano addormentata accanto alla finestra. Mi rilassava guardare il cielo stellato, e quella notte con la neve che cadeva fitta, il paesaggio notturno era ancora più piacevole. Guardai in basso nel mio giardino, ma vidi il nostro cane non nella cuccia come mi aspettavo, ma intento a guardare il cielo lanciando qualche abbaio di tanto in tanto, chissà cosa aveva visto? Decisi di non pensarci, chiudendo gli occhi esausta e prendendo man mano sonno di fronte a quel cielo pieno di luci.

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Salve a tutti!

questo è il primo capitolo della mia primissima storia. ho sempre adorato la storia di Peter Pan, ma rimanevo sempre delusa dalla scarsa attenzione che spesso film o serie tv davano al personaggio di Wendy. spero che il racconto possa piacervi, anche se è un genere fantasy, ma d'altronde senza un po' di immaginazione la vita perderebbe quel briciolo di magia che rimane... alla prossima!


The true story of a Lost GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora