"Sto andando a cucinare le cotolette, Alby"

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CAPITOLO SEDICI

Come può essere possibile che non possa passare un caspio di giorno normale senza che succeda qualcosa in questa stupidissima Radura?
Stamattina mi sono svegliato e la prima cosa che mi hanno detto è stata: 'Katherine non si trova più da nessuna parte'.
Stavo felicemente sognando unicorni e cavallini alati prima che Newt mi svegliasse con la stessa grazie di Alby e mi urlasse contro che Kath era sparita. Thomas la stava già cercando quando mi hanno svegliato, ma non l'aveva vista da nessuna parte.
Non può essere sparita all'interno della Radura, dev'essere per forza entrata nel Labirinto. Ma cosa credeva? E' Velocista da un giorno, si farà sicuramente ammazzare.
"Ehi, Minho, dove stai andando?" Alby mi raggiunge di corsa, stringendomi saldamente il polso.
"Sto andando a cucinare le cotolette, Alby" mormoro, stringendo i lacci delle scarpe.
"Non puoi andarci da solo, chissà dove si trova!"
"Non mi interessa!" sbotto, liberandomi dalla sua presa. "Voglio solo portare il suo didietro qui, al sicuro."
La cosa sembrava surreale finché non l'ho detta ad alta voce.
Com'è possibile che io voglia veramente andare al suicidio pur di riportare lei al sicuro?
Insomma, quando è successo?
"Se mi giuri qui, seduta stante, che lo fai per lei e solo per lei, allora ti lascio andare."
Portatemi bandiere, trombette da stadio e Thomas.
Voglio sposare Thomas.
"Potrei farlo per altro, secondo te? Non voglio che le succeda niente."
Aspetto il cenno di Alby che non tarda ad arrivare, stranamente, e parto alla ricerca di questa pive che ha deciso di testa sua di addentrarsi nel Labirinto. Cosa può essere successo di tanto terribile da spingerla al suicidio? Dio, sto uscendo di testa.
"Katherine!" grido, con tutta l'aria che mi resta nei polmoni. "Dove sei?"
Niente, nessuna risposta. Tanto vale continuare a correre a vuoto, prima o poi immagino che troverò qualcosa...
Aspetta, no.
Non può essere.
Mi lancio sull'oggetto che giace per terra, riconoscendolo subito. Mi sarebbe piaciuto trovare Katherine, non il suo zaino, caspio, così rischio di diventare scemo dalla disperazione. Per lo meno so che è nei paraggi, deve essere nei paraggi. E, giuro, non credo di aver mai avuto così tanta paura. E' terrificante sentire il cuore battere talmente tanto da far male, con mille pensieri che si formulano costantemente nella mia mente. Non riesco a togliermi dalla testa tutte le parole di Kath, mi sembra di sentire la sua voce ripetere tutte quelle volte che mi ha chiesto cosa c'è nel Labirinto. Non posso non trovarla, non dopo tutto quello che abbiamo passato. Non dopo che abbiamo litigato per poi far pace, non dopo che mi sono affezionato a lei, non dopo che è diventata veramente un'amica per me. Non posso permettere che le succeda qualcosa, questo è quanto.
"Katherine!" grido di nuovo, provando ad alzare il tono della voce. Ma niente da fare, nessuna risposta.
Non può essersi persa.

Tre ore.
Sono tre ore che corro, grido, mi dispero, divento sempre più nervoso.
Lei non c'è da nessuna parte, caspio, è come se la mia mente si rifiutasse di vederla. A questo punto potrebbe essere nel corridoio parallelo al mio o a sei o sette chilometri di distanza. E' tutto inutile. A questo punto non mi rimane altra scelta che provare a cambiare percorso durante l'uscita, più di molto non posso fare.
Non è giusto.
Perché se n'è andata? Perché ha lasciato tutti i Radurai senza dirlo? Perché ha lasciato...me?
Dopo tutti i casini, dopo che finalmente le cose sembravano funzionare, dopo che tutto stava andando bene.
Non mi capacito di questa sua scelta. Non riesco a realizzare, caspio, ci provo, ma non ce la faccio. Mi sento perso, confuso. E, per la cronaca, io odio essere confuso. E' la peggiore sensazione nel mondo, dopo quella di aver perso una persona importante, vorrei dire. Ed essere completamente, irrimediabilmente, fottutamente impotenti a riguardo.

Ecco l'uscita.
Chuck mi sta aspettando, è seduto insieme a Thomas a pochi metri di distanza dai muri. C'è anche Newt, ma è appena arrivato, e agita la mano nella mia direzione. Vorrei ricambiare, sorridere e fare una battuta come sempre, ma non ci riesco. E' come se i miei piedi si trascinassero senza che io faccia niente, come se tutto fosse diventato un film in bianco e nero. Faccio fatica anche a ricordare le parole da dire, perché l'unica cosa che vorrei dire, urlare, in questo momento, è solo il suo nome.
Sono state cinque ore di panico, di corsa, di fiato corto. E tutto inutile. Perché lei è sparita.
"Minho!" mi chiama Newt, accogliendomi in uno strano abbraccio.
In realtà, è un abbraccio normale. Ma non è il suo, insomma, nessuno mi abbraccia mai. Già, amo la solitudine.
"Vieni con me" sorride, dandomi un pugno sulla spalla. "E' tornata poco fa."
Strabuzzo gli occhi, vedendo tutto riprendere colore. E' tornata. E' salva, insomma, sta bene. Katherine sta bene.
"Dov'era?" chiedo, cercando di trattenere gli urletti da ragazzina isterica, tale quale sono poi. Credo che Newt pensi che in questo momento io sia fuori di me.
"Te lo dirà lei, Velocista" e conclude con un sorrisetto, spettinandomi i capelli. Non c'è sensazione più bella di questa, ne sono sicuro.
Credo di aver provato più sensazioni oggi che in tutta la mia esistenza, caspio.

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PENULTIMO CAPITOLO
E IO SONO IN RITARDO
YAY.
Ciao :')
Mi dispiace tantissimo, ma sono giù ultimamente e non trovo tempo per nulla, scusatemi.
Grazie per la vostra pazienza, ci vediamo al prossimo capitolo che sarà l'ultimo ❤

Ale xx

Chiamami VelocistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora