Capitolo 15 - Heart by heart.

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"Bah, non so... Dovresti saperlo tu." rise il moretto, dando delle piccole gomitate al biondino, come per prenderlo in giro.

"Su su Amber smettila, non c'è nulla di nuovo, quindi nulla da dirti, sì ehm... sì."

"Ah, che strano... Ed io che pensavo che il suo non mettersi quasi sempre la matita, come prima, fosse grazie ad una certa personcina." rise Amber, sicuro come non mai di aver indovinato.

"Non ci ho fatto nemmeno tanto caso a questo suo piccolo cambiamento." rispose il biondino – omettendo invece che aveva letteralmente adorato quei momenti in cui Jensen mostrava i suoi occhi senza nulla intorno – sussurrando: "Ha degli occhi bellissimi, quell'idiota!"

"Guarda che ti ho sentito eh! Poi gli occhi belli li hai anche te." insistette Amber.

"Okay, mi arrendo. Ti ricordi quando ero spaventato dal fatto che quel Jensen di cui tutti parlavano, avrebbe potuto cacciarmi di casa? O quando i primi giorni ero davvero convinto che lui fosse esattamente come gli altri? Bene, non sapevo quanto mi stessi sbagliando, quanto mi sia lasciato ingannare dalle apparenze, e che ora... Ora tornerei infinite volte indietro, rifarei tutto il mio percorso con Kirk se il risultato di tutto questo fosse il mio incontro con Jensen. Passare le serate con lui, ritrovarmi a litigarci insieme per poi un attimo dopo fare il primo passo per cercarlo, sorprendo anche me stesso." si fermò, sentendosi come un treno che aveva iniziato a viaggiare ad alta velocità, rendendosi conto che questa era una di quelle rare volte in cui diventava logorroico, in cui si sbilanciava, e lo aveva capito quando, guardando Amber, aveva visto il suo viso sorpreso e con su stampato un sorriso a trentadue denti.

"P-Perché mi guardi così?" domandò il biondino, continuando a fissare l'amico.

"Perché sono contento che per una volta ti sia lasciato andare, non lo fai quasi mai." disse Amber, abbracciandolo.

"Sai, ieri sera Jensen ed io prima di andare a dormire, avevamo discusso, cioè non proprio, però mi ha detto che a volte stai male quando magari mi vedi giù, o perso tra i miei pensieri ed io non ti do mai una vera risposta... Mi dispiace."

"Non preoccuparti Dev, cioè sì, ci resto un po' male ma ti aspetto. Aspetto i tuoi tempi, quindi non sforzarti di nulla. E sì, lo so, Jensen sicuramente ha un'opinione e un comportamento molto diverso a riguardo, però va bene, cioè prima o poi ti stuferai e ci farai realmente partecipi della tua vita."

Ti sbagli pensò Devonne, rattristandosi.

Non avrebbe mai potuto renderli realmente partecipi della sua vita, non ce ne sarebbe stato il tempo.

Non avrebbe più potuto trascorrere altri pomeriggi o altre serate con loro.

Non avrebbe più potuto arrabbiarsi con Robert e Victor. Sì, gli sarebbe mancato anche quello.

Mancava davvero pochissimo, e semmai fosse riuscito a scappare ancora una volta da Kirk non sarebbe mai tornato da Stan. Sarebbe letteralmente scomparso, e faceva terribilmente male, rendersi conto che stava per lasciarsi alle spalle tutto ciò che di realmente bello aveva incontrato in vita sua per la prima volta.

"Dev, ci sei?" domandò Amber, destandolo dai suoi pensieri.

"Sì... Scusami, mi ero perso nei pensieri. Sono davvero contento di averti conosciuto Amber, e di aver conosciuto anche Jensen, ma meglio che lui non sappia tutte queste cose, altrimenti il suo ego si gonfia ancor di più." sorrise leggermente Devonne, allontanando ancora una volta quei pensieri sempre più insistenti.

"Già me lo immagino." rise il moro.

Arrivarono davanti al locale, dove erano soliti andare dopo scuola e le decorazioni natalizie erano già state tolte.

And then I met you... ➼ Tematica Gay.Where stories live. Discover now