XVIII - Angeli contro demoni

2.4K 221 67
                                    

Sentii dei passi risuonare alle mie spalle quando Sebastian si scostò da me per guardarmi meglio negli occhi; ma, prima che potesse succedere qualcos'altro, riuscì a tornare da Hannah e a farsi spuntare le ali, avvertendo di essere in pericolo.

Capii le sue intenzioni abbastanza rapidamente da seguirlo appena in tempo e riuscii a scaraventarlo a terra buttandomi addosso a lui; finimmo sul pavimento nello stesso istante in cui Alexander e Leonardo fecero irruzione nella stanza, mentre Sebastian si scostava senza troppi sforzi e si rimetteva in piedi.

Prima che potessi rendermi conto del fatto che stesse scappando, volò fuori dalla finestra aperta, con Leonardo e Alexander al suo seguito.

Io intanto corsi da Hannah e cominciai a slegarla dalla sedia. Quando fu in grado di parlare mi disse un semplice "Grazie" con gli occhi lucidi e mi strinse a sé con forza, nonostante non smettesse un attimo di tremare.

Scendemmo al piano terra e solo in quell'istante mi ricordai di dover necessariamente passare nell'atrio e di dover rivedere la scena che mi aveva già terrorizzata in precedenza.

Ma stavolta ero pronta, sapevo cosa mi aspettava: perciò mi feci coraggio e iniziammo a scendere le scale di corsa, con gli occhi di alcuni cadaveri fissi nei nostri.

Quando passammo accanto a Carol ci fermammo entrambe e Hannah si fece sfuggire un gemito. Le lacrime cominciarono a rigarle le guance, una dietro l'altra, mentre scuoteva la testa e diceva: "Avrei fatto la stessa fine, se non fosse stato per te".

"Ma sei stata rapita a causa mia", le ricordai con i sensi di colpa alle stelle. Mi ero promessa che l'avrei protetta sempre e comunque e invece avevo quasi rischiato che Sebastian la uccidesse.

Delle grida di battaglia provenienti dal giardino mi riscossero dai miei pensieri e, tirando Hannah per la manica del vestito, la portai fuori dalla villa lasciandoci i cadaveri alle spalle.

Quello che vidi, però, mi lasciò senza parole: da una parte c'era Sebastian, dall'altra Leonardo e Alexander. Sarebbe stato quasi normale, se l'aria non avesse cominciato a cambiare colore col passare dei secondi: spicchi di luce si liberavano dalle mani di Leonardo mentre ombre senza forma si sprigionavano da quelle dei due demoni.

Luce e ombra, angeli e demoni, il bene e il male.

Mi sentii coinvolta come non mai in quella situazione, consapevole del fatto che avrei dovuto fare qualcosa, e anche alla svelta.

Chiusi gli occhi e lasciai che la mia natura da demone prendesse il sopravvento: mi sentii scorrere il sangue nelle vene con più velocità e i pensieri acquisirono maggiore nitidezza. Fu come se con il passare del tempo iniziassi a pesare meno dell'aria e un formicolio sulla schiena confermò i miei sospetti: mi stavano spuntando le ali.

Quando riaprii gli occhi mi ritrovai sospesa a circa sei metri da terra, mentre la battaglia ai miei piedi continuava e Hannah mi guardava con la bocca spalancata.

Vidi le ombre di Sebastian diventare più spesse, più potenti, e mi lasciai guidare dall'istinto: volai in picchiata addosso a lui facendolo cadere a terra con violenza e riuscii ad atterrare in piedi a pochi passi dal suo corpo. Chiamai le sue ombre da me alzando le braccia e chiusi gli occhi per concentrarmi meglio: quelle risposero al mio comando – come se avessero altra scelta – e vennero a solleticarmi le dita.

Le rispedii al proprietario con talmente tanta forza da bruciare il terreno sotto di loro e subito dopo si abbatterono su Sebastian: per un momento non vidi altro che le nebbie che andavano diradandosi dopo l'attacco, ma dovetti ricredermi quando notai una figura sdraiata accanto alla porta della villa, immobile.

Riacquistai lucidità quando iniziai a temere di averlo ucciso, nonostante fosse esattamente ciò che si meritava. Poi Sebastian si alzò, lentamente, e si rimise in piedi a fatica.

Eyes of ShadowWhere stories live. Discover now