III - Cuore in fiamme

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"Io... ehm...".

Un urlo improvviso interruppe quella che sicuramente sarebbe stata una bugia poco credibile fondata su una storia altrettanto inverosimile.

"Tutti gli studenti si riuniscano nell'atrium! Il re sta per entrare!", strillò Domina Maria, appena apparsa dalla porta della mensa con la stessa velocità con cui scomparve poco dopo.

I pochi ragazzi seduti nella sala si alzarono contemporaneamente diffondendo nell'aria il rumore di sedie e tavoli spostati.

Hannah mi prese all'istante per il braccio e corremmo quasi volando nell'atrium già affollato.

Non indugiò a distribuire gomitate gratuite a tutti coloro che le impedivano di avere una visuale decente, con me al suo seguito.

In quell'esatto momento, il portone d'ingresso si aprì e si versarono all'interno tre figure vestite in modo indubbiamente elegante.

Apriva il corteo un anziano baffuto con l'aria altezzosa degna del lavoro all'interno della casa reale che sicuramente ricopriva; alla sua sinistra, un uomo decisamente più solare sorridente e con dei folti capelli neri che avanzò di qualche passo accompagnato dal ragazzo biondo e con gli occhi chiari che chiudeva la fila.

Domina Maria andò loro incontro con un enorme sorriso e strinse tutte le mani che le venivano porte.

"Benvenuti! Oh, Vostra Maestà, quale onore!". Se non avesse smesso di stringere la mano al ragazzo biondo probabilmente entro pochi secondi gliel'avrebbe strappata, ma quello continuò a sorridere tranquillamente.

"Grazie per l'accoglienza, Domina Maria", si intromise l'uomo bruno con un inchino.

Il re, senza cambiare espressione, diede un'occhiata veloce alla folla di studenti davanti a lui, evidentemente radioso; passò in rassegna tutti quelli della prima fila, Hannah compresa, visto lo squittio che si levò dalle sue labbra non appena lo sguardo del re si posò su di lei.

Poi fu il mio turno.

Stavo guardando il re dal momento in cui era entrato nell'atrium, dando un'occhiata al suo fisico alto e imponente che speravo passasse inosservata; avevo notato, ovviamente, anche i suoi capelli biondi che riflettevano la luce del sole che filtrava dalle finestre della stanza enorme.

Ma fino a quell'istante non mi ero accorta del colorito verde smeraldo che caratterizzava i suoi grandi occhi: sarebbero sembrati anche carini, se non avessi sentito qualcosa nel mio stomaco iniziare a fare le capriole regalandomi un terribile attacco di nausea.

Distolsi lo sguardo all'istante come se fossi appena stata scottata e cominciai con insistenza a fissarmi le scarpe.

L'occhio mi cadde sul petto scoperto dalla divisa, arrossato, e solo allora mi resi conto del calore che il ciondolo aveva iniziato ad emanare, riscaldandomi la pelle: non era proprio un contatto piacevole e acchiappai d'istinto il cuore luminoso tenendolo sospeso dal petto con noncuranza, sperando che nessuno se ne fosse accorto.

Con uno strano presentimento, però, gettai un'occhiata al re per vedere se anche a lui fosse successa la stessa cosa.

Il sorriso era svanito e lo sguardo era fisso poco sopra la mia spalla destra, in grado di scorgermi di sottecchi ma senza vedermi davvero.

, disse una vocina dentro di me. Se n'è accorto anche lui.

Spostai di nuovo gli occhi sulle mie scarpe tentando con tutte le mie forze di ignorare i brontolii insistenti del mio stomaco: la nausea non accennava a sparire e non sapevo per quanto altro tempo ancora avrei resistito.

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