Cap. 2

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P.O.V. 3a persona.

-Vediaaaamo... ecco la carta d'identità! Mhhh... Aisaka Akane, 17 anni. Bene signorina Aka-chan, vediamo quanto hai da offrirmi...

Appoggiato al muro di un vicolo, Juuzou stava frugando nel portafogli da poco sottratto, quando vi tirò fuori un bel gruzzoletto.

-Niente male! E poi considerati i "prestiti" precedenti, riuscirò a comprare qualcosa da mangiare senza problemi! Ahaha! Grazie mille Aka-chan!

Il ragazzo saltò giù dal bidone di metallo del vicolo, dove già una volta si era appostato dopo un piccolo furto come quello, e con un agile balzo si avviò alla ricerca di una pasticceria canticchiando.

***

P.O.V Akane

Mi sveglio di soprassalto, la fronte imperlata di sudore. Mi passo una mano sulla faccia come per scacciare gli ultimi residui dell'incubo. Cosa avevo sognato precisamente? Ah, sì... un ghoul mi rincorreva per poi saltarmi addosso. Stava per mordermi, ma è stato proprio a quel punto che mi sono svegliata. Sospirando controllo velocemente che ora segna la sveglia. Le sei e cinquantotto.

Beh, sono praticamente le sette.

Mi alzo di malavoglia sbuffando. Detesto la scuola, ma non perché ho brutti voti, anzi, i miei sono nella norma e di questo non posso lamentarmi. La detesto per l'ambiente angusto e ovviamente per le persone che la frequentano. Gli insegnanti, il più delle volte, scambiando noi giovani per "vasi da riempire" senza curarsi minimamente del carico di lavoro di cui ci investono. I miei compagni di classe, poi, sono tutto un programma: sfaticati, prepotenti, altezzosi. La semplicità sembra essere un qualcosa da deridere per loro. 

Strusciando i piedi per terra, mi gratto la testa contribuendo a scompigliarmi la chioma ramata.

Arrivata in bagno mi sforzo di aprire bene gli occhi per mettere a fuoco la mia immagine davanti allo specchio.

Non solo i miei capelli sono un completo ammasso senza forma, ho anche gli occhi gonfi e delle leggere occhiaie. Sembro uno zombie. Con uno sbadiglio, comincio a prepararmi.

Non appena finisco di vestirmi e lavarmi, afferro lo zaino e mi precipito al piano di sotto. Non ho molta fame quindi cerco di sgattaiolare via il più silenziosamente possibile per non essere intercettata da mia madre.

-Akane, dove pensi di andare?

"E che cavolo..."

-A scuola, ovvio- rispondo secca.

-Non dimentichi qualcosa?

-No mamma.

-Akane sei a digiuno da ieri sera!- mi ammonisce mia madre. Il fatto che si preoccupi per me mi fa piacere, ma ad un certo punto diventa anche una noia.

-Mangerò qualcosa al bar- taglio corto prendendo alcuni soldi dal suo borsellino.

-Va bene- la sento sospirare rassegnata.

-Non dimenticarti le pillole! Ieri sera non le hai prese.

-Sì, sì... Ho preso duemila yen. Te li riporto, tranquilla- l'avviso prima di uscire di casa.

Ed ecco che l'odore di pioggia mi entra nel naso e il freddo vento autunnale mi colpisce in pieno il viso come a dire "buongiorno e ben svegliata in questo solito mondo di merda!".

Mi avvolgo la sciarpa rossa attorno alla bocca e controllo l'ora. Sono le sette e venticinque. Considerando che le lezioni cominciano alle otto ho tutto il tempo per andare al bar. Così, cuffie nelle orecchie e mani in tasca, mi avvio verso un locale che adocchiai tempo addietro. 

𝐇𝐮𝐦𝐚𝐧 || 𝐽𝑢𝑢𝑧𝑜𝑢 𝑆𝑢𝑧𝑢𝑦𝑎Where stories live. Discover now