3

7.4K 283 9
                                    

Osservo le luci che ho usato per decorare la cornice della grande finestra della mia camera. Le luci sono gialle, e fisse, e creano infiniti bagliori dorati sui vetri creando giochi di colori strabilianti. Mi volto ed osservo la catena di luci, sempre gialla, che ho affisso da un angolo all'altro della camera, creando archi morbidi e luminosi. Le luci a forma di fiocco di neve appese qui e là per la camera. Mi alzo e percorro il corridoio illuminato da tante luci, alcune sempre di forma di fiocco di neve, altre di stella, cuore o tonda. Sulla porta ad arco, che conduce al salotto, una ghirlanda di pino impreziosita da luci e addobbi dorati la abbelliscono e inondano di luce. Sui mobili, in salotto, altre catene di luci li incorniciano e un enorme ghirlanda di pino e luci dona al caminetto un'aura magica. L'albero non molto distante è riccamente addobbato e lucente.

Sorrido e mi volto in direzione della cucina. Scosto la tenda di luci che ho appeso per dividere i due ambienti e mi dirigo alla macchinetta del caffè, me ne verso una tazza e osservo le altre catene di luci che ho messo a tutte le altre finestre di casa, le palle luminose che calano dal soffitto e alle stelle dorate.

Mi è sempre piaciuto il natale. Forse non particolarmente le riunioni di famiglia, il più delle volte eccessivamente invasive, ma quanto piuttosto l'aria che si respira in questo periodo. Il profumo di cose buone che alleggia nell'aria, la felicità e la spensieratezza che si propaga in essa. L'atmosfera romantica che si crea nei momenti speciali, l'attimo pieno di aspettative che si genera al momento di aprire i doni. La felicità sincera dei bambini raccolti intorno ai più grandi, l'innocenza del credere ancora in qualcosa che non esiste, qualcosa di mistico ma che appunto carica di speranze e gioia gli animi. E' il periodo giusto, davvero, di provare e permettersi di essere più buoni.

Riscaldo un cornetto al microonde e quando è pronto mi siedo allo sgabello dell'isola a mangiarlo, accompagnato dal caffè. Abbasso lo sguardo sul cornetto mentre con le dita ne spezzo un pezzetto e, alla sua vista, il ricordo del cibo volante mi torna alla mente. Chiudo gli occhi e scuoto la mente al senso di vergogna che da ieri sera mi accompagna e mi aleggia nel petto. Come se le avessi invocate, il cellulare inizia a suonare. Allungo il collo per vedere lo schermo del cellulare che è alle mie spalle, sul bancone, e scopro che a chiamarmi è Nicole. Scuoto ancora la testa e, incredula, non riesco a credere che si sia prestata a questo scherzo di cosi poco gusto. Kim, certo, è sempre stata quella, delle tre, col carattere esuberante e frizzante, la vivace e combina guai. Io la timida, la silenziosa che si limitava ad assistere, la riflessiva e mogia, la noiosa insomma. Ma Nicole è sempre stata quella della via di mezzo, la vivace ma al tempo stesso attenta, la brillante e seria, pragmatica, e che si unisse a Kim in un azione cosi non me l'aspettavo. E con questo pensiero, il ricordo della scorsa sera mi riporta a se come se mi tirasse mediante un filo: il filo della mia vergogna.

Dopo essermi profusa in un'infinità di scuse col proprietario del ristorante, cerco sul fondo della borsa il libretto degli assegni. Per fortuna, almeno, non ho avuto il tempo e la voglia di cambiare borsa prima di uscire altrimenti, in questo momento sarei proprio nei guai. Il proprietario non è stato preciso sulla somma dei danni e della perdita subita con i commensali in fuga subito dopo l'incidente, per cui stilo una cifra, nella speranza che non lo offenda oltremodo, ma che lo aggradi come minimo e che non provochi alle mie tasche un ammanco eccessivo. Grazie alla buon anima di uno dei camerieri, dopo aver concluso che non solo per me è stata una giornata da dimenticare, ma che l'ho anche rovinata a quel povero uomo – povero, perché ha avuto la sfiga di imbattersi in me -, con pochi sforzi da parte di entrambi sono riuscita a rimettermi in piedi. Il proprietario, quando mi ha vista, non aveva per nulla un'aria amichevole, di meno accomodante o semplicemente comprensiva; dopotutto si è trattato solo di un disgraziato incidente. A proposito dell'uomo, mi volto e lo trovo ancora al tavolo dove è stato fatto vittima da un gustoso piatto di pasta col pomodoro. Mi avvicino cauta, attenta a non scivolare sul pavimento oleoso e sporco, e lo affianco.

Christmas LightsWhere stories live. Discover now