The Equalizer

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«Sì, ma non ci siamo mai avvicinati...Siamo sempre stati ai nostri posti...» sfilò un libriccino che guardò nel frattempo che veniva verso di me lentamente.

«Io però non riesco a dormire così presto...Sono appena le cinque del pomeriggio» sbuffai annoiata.

«Lo so...Infatti ora ti alzi dal letto, scendi con me di sotto e guardiamo la televisione insieme» mi porse il libro che presi velocemente, senza nemmeno guardarlo.

«Solo questo?!» lo guardai con gli occhi spalancati, così lui annuì «Tu mi hai fatta depilare, solo per guardare la televisione come ogni santissima volta che ci vediamo?!» sbraitai.

«Non mi ringraziare» mormorò ormai fuori dalla stanza.

Lo seguii correndo, con ancora in mano il piccolo oggetto. Non m'interessava molto cosa conteneva, volevo solo capire che intenzione veramente avesse per quella serata.

«Puoi almeno dirmi che cosa guarderemo?» alzai un sopracciglio, raggiungendolo in cucina, vedendolo armeggiare con il forno a microonde, tirando fuori una ciotola di pop-corn caldi.

«Proprio non capisci...»mormorò fra sé, scuotendo la testa mentre sorrideva chino sulla ciotola «L'importante non è che cosa guardiamo, ma come ti compirti...»mi schivò, andando in sala «Prendi in frigo le birre» mi urlò.

Sbuffai facendo ciò che mi aveva detto, stappandole prima e poi raggiungerlo nuovamente, ormai seduto sul divano, con i piedi sul tavolino basso difronte a lui, costringendomi a fare tutto il giro per non ammazzarmi a causa delle gambe che occupavano il passaggio.

Presi posto poco distante dal suo, porgendogli con poca educazione la bottiglia in vetro verde, che afferrò sbuffando.

«Avvicinati, Ellen» disse svogliatamente, cambiando canale per cercare qualcosa da vedere.

Mi avvicinai di pochi centimetri, ma non gli bastarono, tanto che levò i piedi dal tavolino, posò la bottiglia su di esso e poi tornò a sedersi, e non feci nemmeno in tempo a reagire, che già mi aveva spinto fra le sue braccia, sbattendo la guancia sulle costole.

«Sei sempre così delicato» borbottai, sistemandomi meglio, visibilmente a disagio.

Lo sentii sospirare. Avevo il suo braccio attorno alle spalle, che si poggiava tranquillamente senza chiedersi se mi pesasse o meno, come se per me fosse un piacere avere un braccio di un quintale addosso; per di più avevo le gambe tirate indietro e i polmoni erano tipo contratti fra la gabbia toracica e il bacino in una torsione dannosa. Ma non osai obbiettare, anche quando si fece in avanti per prendere la sua bottiglia e la ciotola, portandosi dietro anche me, ancora di più rannicchiata sotto di lui. Mi sembrava di essere il suo cuscino personale.

Poi, come se niente fosse, con la mano che mi circondava le spalle, tenne la ciotola dei pop-corn, offuscandomi anche la vista.

Se prima ero scomoda, ma almeno vedevo la televisione, in quel momento vedevo il grigio del metallo della ciotola, e nemmeno si sprecò ad offrirmi il cibo, no, non si era nemmeno accorto che lo stavo osservando dal basso in cagnesco.

Ma non dissi, nulla, magari era quello il modo di stare abbracciati su un divano. Ma mi era capitato spesso di vedere Karen con il suo ex abbracciati sul divano, e certamente sembravano stare più comodi.

Non potevo continuare così, mi alzai bruscamente, finalmente respirando, mi guardò perplesso, lasciando in aria il braccio con ancora la ciotola.

«Cosa ti è preso?» si rabbuiò.

«In quella posizione non sto comoda...Possiamo solamente starcene uno per conto suo?» mi sedetti sul bracciolo, intrecciando le braccia al petto.

«Sì, e magari poi te ne torni a casa...» alzò la voce, poggiando la bottiglia e la ciotola di nuovo sul tavolinetto basso «Lo scopo era di farti sentire a tuo agio in situazioni del genere...In intimità, come dici tu, ma se poi ti comporti in questo modo non so proprio come aiutarti» continuò, girandosi verso di me, mentre la televisione continuava a parlare da sola.

«Mi hai quasi uccisa sotto il tuo braccio!» risposi indignata «Ti ho già detto di usare un po' più di delicatezza con me!» lo rimproverai arrabbiata sul serio.

Va bene che eravamo amici, ma a tutto c'era un limite, ero pur sempre una ragazza e non il suo migliore amico che si divertiva a fare gara di rutti!

«Va bene! Ora torna qui!» sospirò, tornando a sedersi comodamente sul divano.

Lo raggiunsi lentamente, mettendomi come io preferivo, poggiando la nuca, sulla sua spalla, allungando subito e di nuovo il braccio per circondarmi; misi dunque la mano sul petto, intanto che mi rannicchiavo con le gambe, toccando con le ginocchia le sue.

«Ti senti abbastanza comoda o preferisci che mi travesta da poltrona?» chiese, cercando di guardarmi meglio dal suo posto.

«Se tratti così tutte le ragazze con cui sei uscito, allora capisco per quale motivo continui ad essere single» borbottai, prendendo il telecomando anche sotto le sue minacce di non toglierglielo dalle mani, ma non lo ascoltai, cambiando canale finendo per vedere un film.

The Equalizer, abbastanza ridicolo, insomma, chi diavolo uccide con una spara chiodi?!

Denzel Washington.

Ovvio.


-Spazio a me-

Capitolo lungo, I know :)

Cosa ne dite? Ellen forse si lamenta troppo, ma è anche comprensibile, Harry la prende troppo poco sul serio, continua a trattarla come l'amica/sorella di sei anni...Speriamo gli passi .-.

Mi scuso per eventuali errori/orrori, la controllo sempre e più volte, ma poi quando vado a rileggerla dopo giorni mi accorgo di errori terrificanti e mi scuso (:

CateXx

PS: Votate e commentate- per favore- , altrimenti non credo continuerò a pubblicare, è un pò triste non ricevere nessun commento :/


PPS:La foto mi piace troppo...


S-e-x || Harry StylesWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu