Mockery

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«...E' un'imbranata, non sa qual è la differenza fra "karma" e "kamasutra!» tutti e tre si misero a ridere guardando me, sempre più nera dalla rabbia.

«Guardate che sono qui anche io!» sbottai, alzando in aria la mano sventolandola nella loro direzione.

«Ellen, perché non ammetti di essere inesperta?» mi chiese lei, alzando un sopracciglio.

«Perché...» sbuffai alzandomi da terra «...a voi questo non deve interessare» conclusi, uscendo dalla sua camera da letto per andare nella mia e rifugiarmi lì dentro.

Come al solito mamma non mi aveva avvisata di una cena improvvisata con amici e perciò mi ero ritrovata quattro persone in casa, non che non li conoscessi; insomma, mi avevano cresciuta praticamente, ma era stata una dura giornata in università e dover sopportare mia sorella con quei due mi metteva pensiero, e non avevo tutti i torti a preoccuparmi.

Come al solito andavano sempre a finire a parlare della mia inesistente vita sessuale, all'inizio erano quasi simpatici, poi già alla terza volta erano diventati noiosi, fino a sfociare nella cattiveria.

Me ne dicevano di tutti i colori, non si risparmiavano mai, e come ridevano! Dio mio! Gli volevo bene, a tutti e tre, ma erano così cattivi e sadici che mi facevano sentire veramente inadatta a frequentarli.

«Per Dio, Elly!» sbottò Karen entrando in camera mia «Stavamo scherzando!» si gettò a capofitto sul letto, al mio fianco, e rimbalzai non appena ci cadde sopra.

Mi guardò per qualche istante, mettendo infine una mano sulle mie, che erano strette l'una all'altra sopra la pancia, ma non volevo darle troppa attenzione, preferivo di gran lunga il soffitto bianco, con le stelle e i pianeti che si illuminavano al buio.

«E' arrabbiata?» Gemma entrò senza nemmeno far finta di bussare alla porta già aperta, anche solo per un segno di rispetto.

Ci scrutò entrambe, fino a raggiungere la sua migliore amica e sdraiarsi anche lei a pancia sotto, osservandomi per bene.

«Non volevamo essere cattivi, noi ti vogliamo bene» continuò Karen, accarezzandomi lentamente il dorso della mano sinistra, sopra la destra che intanto stringeva il maglioncino nero «Stiamo solo provando a farti reagire...Perché non esci con qualche ragazzo?» domandò comprensiva.

Mi stava veramente facendo un discorso sui ragazzi? Voleva per forza farmi sverginare senza alcuna pietà? Era un peso per lei avere la sorella vergine o era un peso per me esserlo? Che poi non era un peso! A me stava bene, che senso aveva darla in giro senza un domani?

Finalmente ricevette il contatto visivo che tanto agognava, sorridendo felice, accorgendomi che con il palmo dell'altra mano si teneva il mento, come anche Gemma, entrambe con gli sguardi felici.

«Quando uscite chiudete la porta» dissi, girandomi di spalle, facendo finta di dormire.

Senza obbiettare uscirono entrambe, finalmente dandomi quel poco di privacy che aspettavo da tutto il giorno.

Ma che volevano da me? A parte il fatto di volermi umiliare ad ogni occasione possibile, ma che altri motivi avevano? E se proprio ci tenevano potevano anche farmi conoscere qualcuno che mi sarebbe potuto piacere, invece di star lì ferme a far nulla!

Sbuffai arrabbiata, socchiudendo gli occhi, dando ancora le spalle alla porta più distante da me.

«Ellen, posso entrare?» bussò, mi girai con il busto rispondendo con un flebile "sì", vedendolo subito dopo entrare quasi furtivamente chiudendo velocemente la porta alle sue spalle, arrivando a sdraiarsi dove poco prima Karen e sua sorella erano stese.

S-e-x || Harry StylesWhere stories live. Discover now