XXVII

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"N-non so se... Posso Brian, io..."
Mi girai istantaneamente,
E gli voltai le spalle, lui arrivò da dietro e mi strinse in un fatale abbraccio
"Dammi un'altra possibilità, belle"
"Mi ci vorrà un po'"presi a baciarlo sulla guancia e mi allontanai a piedi verso l'unica persona, che so che non vuole avere contatti con Brian, Jackson.
-biiiiip
-biiiip
-oh mio dio Adelaide, come stai?! Sei scappata di lì così in fretta, vuoi che ti vengo a prendere?"
"Si, sono al parco"
"Arrivo"
Come non detto dopo pochi minuti arrivo a cento ottanta allora  con la sua spider SLK...
Avevo gli occhi sbarrati, non vedevo bene.
Mi ricordo vagamente che sono stata presa in braccio e poi soccorsa, addormentandomi in un letto che non era il nostro...

"Buongiorno ade"
Era Jackson, avevo paura,
Avevo paura di svegliarmi nel letto con Jackson, sarebbe stata una cosa infernale toccarlo e non sentire il calore che mi procurava Brian.
Aprii gli occhi, ero su un divano, un sospiro di sollievo attraversò il mio volto malinconico
"Allora vieni a fare colazione?"

BRIAN
"È da una settimana che non vedo belle,
È da una settimana che non vedo belle"
Mi ripetevo in modo fisso e costante nel mio cervello, ero preoccupato, non sapevo dove era, con chi era, non veniva più all'università, che penitenza stressante.
Fino a quando...
"Ehi Brian, come stai?"
Janet mi aiutava sempre da quando mi ha lasciato belle, cerca di consolarmi ma non funziona.
"Dai non ti preoccupare, tornerà,
Ne sono sicura.."
"Si, em ciao"
Iniziai a tornare a casa dopo una lunga giornata noiosa come sempre di università.
Presi il tram, mi ricordava ogni volta salire con belle al mio fianco e discutevamo per la mia pigrizia,
Indossai le cuffie e iniziai ad ascoltare una canzone a caso dal mio iPhone.
"E se non ti vuole più,
Non è perché è una Troia,
Infondo sei stato tu a far finire questa storia...
Anch'io sono geloso della mia tipa, ma se mi lascia butto giù l'anello, no la mia vita,
Ora nella borsa oltre ai trucchi ha il telefonino,
Per colpa tua porta uno spray al peperoncino....

Tu corri e sorridi e non voltarti mai,
Chiudi gli occhi e guarda dentro te e capirai, che sei bella anche così,
Vestita di lividi..."
Spensi subito l'iPhone, non potevo più sopportare questo dolore, ogni parola mi infliggeva la dura verità,
Lei sta male, per colpa mia.
È questa cosa non ha un senso, perché ero io quello che voleva progetterà dal male, ma mi sembra di essere io il male.
Scesi dal tram e mi incamminai verso casa, dopo venti minuti ero arrivato, stanco morto, mi distesi sul letto,
Andai a lavarmi la faccia, ma il bagno era chiuso a chiave, bussai ma niente,
Diedi uno spintone alla porta e si aprì.
La visone era scioccante,
Sdraiata per terra, con accanto tante pastiglie di non so cosa che teneva nella mano, era svenuta.
Sotto la doccia che ancora scendeva gelida.
La prima cosa che mi veniva
Era salvarla, la presi in braccio uscì dal edificio, e con lei in braccio iniziai a correre verso l'ospedale.

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