Capitolo 21.

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Il gruppo era in cammino da parecchio tempo, erano giunti nella periferia di una piccola cittadina italiana. Non avevano idea di dove si stessero dirigendo, ma fu abbastanza chiaro una volta che si ritrovarono all'ingresso di un enorme edificio che recava la scritta "Clinica di Santa Maria Novella".
All'ingresso vi era una splendida vampira dai boccoli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, che aveva comunque il profilo di una condottiera. Nel vederla Damon affrettò il passo e tutti lo imitarono. I due si sorrisero e si scambiarono un bacio sulla guancia. Tutti riuscirono ad origliare la loro conversazione su quanto fosse bello rivedersi e quanto tempo era passato. Dando le spalle alla bionda, il vampiro si rivolse verso gli altri membri del suo gruppo.

"Lei è Karen e da anni, anzi secoli, è a capo di una forte tribù di vampiri. Da oggi in poi la sua e la nostra si fonderanno, unendosi in un unico grande gruppo!"

Tutti quanti annuirono, assecondando il tono imperioso del loro capo.

"Mi fa piacere che voi siate arrivati fin qui e sono altrettanto lieta dell'unione fra i nostri gruppi. Il viaggio sarà stato stancante, avrete il tempo di riposarvi, Luke vi mostrerà le vostre stanze.

Alle sue spalle spuntò il ragazzo, aveva un aspetto giovane, ma anche l'aria di sapere il fatto suo. I tre si scansarano per permettere l'ingresso agli altri.
All'interno l'edificio era incredibilmente inquietante, doveva essere la notte a dargli quel tocco gotico. Non doveva essere stata una clinica di lusso, a giudicare dalla decadenza dell'ambiente. L'ingresso si presentava come una sala d'attesa piuttosto piccola, proseguendo poterono capire che si trattava di una struttura abbastanza grande da ospitare tutti quanti.
Jennifer rabbrividì, vedere le stanze vuote ed i vari strumenti medici abbandonati qua e là non la rassicuravano affatto. Non si sarebbe meravigliata di vedere qualche fantasma passeggiare tra i corridoi, come nel film ESP-Fenomeni Paranormali.
Dopo aver visitato l'intera clinica, Luke scortò ognuno dei nuovi arrivati alla propria stanza.
Quando fu il turno di Jennifer fu sollevata nel vedere che la sua era una comunissima camera dalle pareti bianchi e provvista unicamente di un comodino e di un letto.
Lo ringraziò ed una volta andatosene la ragazza decise di cambiarsi, indossando un leggins nero ed una maglia di lana.
Si sdraiò sul letto e rimase per un po' di tempo a fissare il soffitto, completamente assorta nei suoi pensieri.
Era sempre stato il suo sogno andare in Italia, ma non in quel modo.
Aveva dormito per gran parte del viaggio e per il resto del tempo aveva ascoltato musica.
Lei e Damon erano rimasti in silenzio, tenendosi per mano. Era incredibile quanto fosse riuscita a farla stare bene, le aveva trasmesso forza sufficiente a non fare una strage in aereo e l'aveva consolata. Forse quello che aveva conosciuto prima era il gemello cattivo di Damon perché non riusciva più a riconoscerlo.
Ad intorrempere quella vagonata di pensieri fu lo sbattere della porta accanto.
Incuriosita, si alzò e cerco di origliare cosa stesse accadendo.
Le due voci che senti erano inconfondibili.

"Arriveranno Damon, lo sai" mormorò seria Karen.

"Avrei dovuto farla finita tempo fa" affermò Damon, sospirando.

"Non è solo colpa tua, lui non ha mai voluto capire i motivi del tuo gesto" lo rassicurò lei.

"Avrei dovuto risolvere la faccenda a tempo debito. Fra pochi giorni potrebbero morire molte persone, tra cui me o te" ribatté lui.

"Dici così soltanto perché pensi di averle rovinato la vita..."

Vi furono attimi di silenzio, poi Karen ritornò a parlare.

"Non le hai fatto alcun torto Damon. Sei un vampiro e ti sei comportato da tale, lei era la tua preda, sono secoli che funziona così. È stato lui a rovinarle la vita, è stato lui a sceglierla. Tu le hai soltanto dato un'altra opportunità" disse la vampira, cercando di sollevarlo.

Era chiaro che parlassero di lei, ma Jennifer non capiva cosa intendessero ed il silenzio era calato nella stanza accanto.
Determinata a scoprire di più, sgattaiolò fuori dalla sua camera e si piazzò davanti a quella di Damon e Karen.
Sbirciando dalla serratura si sentì venir meno nel vedere i due mezzi nudi, intenti nello scambiarsi baci appassionati.
Disgustata dalla scena girò i tacchi e si sdraiò sul letto.
La verità è che era ferita, un attimo prima le teneva la mano e quello dopo si ritolova tra le lenzuola con Karen.
Non sapeva cosa le prendesse, ma era rimasta terribilmente delusa da lui.

Al suo risveglio il volto di Damon la fece sussultare. Si alzò di scatto e rifilò un'occhiataccia quando vide che si era messo a ridacchiare.

"Cosa vuoi?" domandò sgarbata.

"Volevo vedere come stavi, ma a quanto pare non sono gradito" ribattè a tono lui.

La ragazza si voltò a guardarlo, notando i suoi capelli scompigliati e le labbra gonfie. Fece una smorfia di disgusto e si alzò, guardando il muro.

"Che ti prende?"

"Nulla che t'interessi, credo che tu possa ritornare da Karen" sbottò lei.

"Tra me e Karen c'è un legame che dura da anni, ci vogliamo solo un gran bene" si affrettò a spiegare lui.

"Ho visto il modo in cui ve lo dimostrate" rispose lei, alludendo alla scena

Damon era sorpreso da quell'improvviso nervosismo della ragazza, non riusciva a capirne il motivo.

"Qual è il tuo problema se faccio sesso con Karen?"

"Nessuno" mentì lei.

Era visibilmente tesa, infatti cercò di evitare il più possibile il contatto visivo con il vampiro dandogli le spalle.

"Guardami e spiegati!" le ordinò.

Sbuffò irritata dal tono autoritario usato da Damon, ma decise di assecondarlo, voltandosi e fingendo un improvviso interesse per il pavimento.
Il vampiro era sempre più confuso dall'atteggiamento della ragazza, poi capì.
Le alzò il mento con due dita, facendo incrociare i loro sguardi, l'azzurro spento degli occhi di lei contro il verde magnetico dei suoi.

"Ti sei innamorata di me Jennifer?" domandò senza giri di parole.

La ragazza si concentrò sui suoi occhi, così maledettamenti belli e letali.
Sì Damon, mi sono innamorata di te. Sono stata così cretina da innamorarmi non solo di un vampiro, ma di quello che mi ha rovinato la vita. Sono maledettamente innamorata di te ed ho paura che questo sentimento mi uccida e stavolta per davvero, avrebbe voluto dirgli, ma non voleva farlo vincere.

"No, non mi sono innamorata di te" rispose lei sicura.

"Bene, perché non so cosa farmene dell'amore!"

Detto questo, lasciò Jennifer a fare in conti con quello che era appena successo.
Il suo tono era stato glaciale, perfido, come migliaia di lame che ti affettano il corpo. Fu quello il momento in cuì sentì realmente il suo cuore smettere di battere. Erano settimane che Jacob e Damon parlavano di guerra e quella era la ferita letale ricevuta in battaglia.
Prese le sue cose ed assicuratasi che non vi fosse nessuno a fermarla, scappò via.
Quello non era il suo posto.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora