Capitolo 8.

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“Jenny, svegliati!” si sentì scuotere.

“No mamma, non voglio andare a scuola” mugolò intontita dal sonno.

Il vampiro biondo sospirò e con fare delicato le fece girare il viso nella sua direzione in modo che vedesse che quella era ancora l’orribile realtà di cui era venuta a conoscenza pochi giorni fa.

“Devi venire a caccia con noi” le annunciò Jacob.

Jennifer trasalì e si stropicciò gli occhi.
Non sapeva che ora fosse e voleva solo dormire, ma soprattutto non aveva la minima voglia di vedere dei vampiri all'opera.

“Ma non ho vestiti buoni!” balbettò la prima scusa che le venne in mente.

"Questi vanno benissimo, solo i jeans possono essere d'intralcio" commentò lui.

Si inginocchiò per osservarli e cercare una soluzione. Pochi secondi dopo strappò il tessuto con le sue stesse mani in modo che fossero più larghi e comodi.
A malincuore Jennifer dovette rassegnarsi ad andare insieme a loro, incapace di trovare un'altra scusa. Jacob le lasciò il tempo di preparsi.
Cercò a lungo un elastico per raccogliere i capelli, i quali erano sporchi ed appiccicosi. Si appuntò mentalmente di chiedere a Jacob di poter fare una doccia in seguito.
Scese sotto e trovò i cinque vampiri che l’attendevano. Nessuno si curò di lei. L’unico che la trattava bene era Jacob, gli altri erano diffidenti nei suoi confronti.

“Io sto con la ragazza, voi dividetevi!” ordinò in modo autoritario il biondo.

Così ebbe inizio la battuta di caccia.

Il vampiro era troppo veloce per stargli dietro, Jennifer era esausta e dopo aver inutilmente riprovato a raggiungerlo si arrese e si accasciò a terra, ansimando per lo sforzo.
Lui si guardò dietro e la vide a terra stanca, sbuffò ma in fondo non era facile per un’umana stare dietro un vampiro.

“Okay, facciamo così"

La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di domandare cosa intendesse che lui se la caricò sulle spalle, ricevendo dei colpi sulla schiena da parte della ragazza che voleva essere messa giù. Fu accontentata una volta arrivati nei pressi di un fiumiciattolo.
Entrambi si sedeterro e la ragazza colse l'occasione per rinfrescarsi.

“Come fai a correre così veloce?” chiese timidamente.

“Noi vampiri siamo più veloci e più forti di voi umani ed in più siamo in grado di sopportare il freddo ed il caldo” spiegò lui.

Sebbene li temesse era affascinata dalle loro capacità.
Poi una domanda le balzò in mente rapida, voleva sapere di più riguardo a quelle creature.

“Perché quando ti ho accoltellato non sei morto?”

La sua risposta fu una fragorosa risata, mentre scuoteva la testa come per schernirla della sua stupidità.
La ragazza abbassò il capo, lui non era mai stato così scortese con lei.

“Davvero credi che uno stupido coltello ci fermi? Siamo più potenti di come credi, siamo diversi da come ci descrivono, nessuno osa immaginare quanta sia la nostra forza, c’è solo qualcosa in grado di ucciderci” fece una breve pausa “ e sono il fuoco e la decapitazione”.

Sembrava così fiero, così imponente, il leader perfetto. Non lo aveva mai guardato sotto quella luce.
Cercò altre domande da fargli e pensò ad una in particolare che però ritenne opportuna non fare.

“Ti stai chiedendo se siamo tutti così belli” affermò il ragazzo malizioso.

Hanno anche la capacità di leggere nel pensiero?, si domandò mentre sentiva tutto il suo sangue defluirle fino alle guance.
Jacob le sollevò il mento con due dita, in modo da poterla vedere bene in faccia.

“Il primo vampiro esistente fece un patto col diavolo. La vita eterna e la bellezza in cambio della sua anima e quella di chi avrebbe ucciso. Noi vampiri siamo avidi, lussuriosi, potenti. È nella nostra natura" le spiegò.

"Tu eri già così?" balbettò sentendosi di nuovo avvampare.

"Io ero già così e se te lo stai chiedendo, anche Damon lo era" ribattè.

Come faceva Jacob a sapere tutte quelle cose riguardo a Damon? Evidentemente non era la prima volta che i due si scontravano.
Il vento gelido le attraversò la pelle e la fece rabbrividire e questo fu notato immediatamente dal vampiro.

"Torniamo a casa" propose lui.

Jennifer non se lo fece ripetere due volte, si rimise subito in piedi pronta a rimettersi in cammino, ma fu preceduta dal vampiro che decise di trasportarla fino alla meta.

Quando arrivarono i vampiri erano ricoperti di sangue che gli colava lungo il mento e gli dava un aspetto ancora più pauroso, Jennifer si strinse nelle spalle cercando di non guardarli.

“Jack, non hai mangiato?” domandò uno di loro.

“Ho dovuto badare a lei, non sono riuscito a cacciare”

Lo stesso vampiro che aveva posto la domanda al capo, la squadrò da capo a piedi chiaramente stizzito e poi quasi con disgusto esclamò: “Rinunciare al cibo per stare dietro ad una stupida umana!”.

Jennifer si sentì inondare dalla rabbia e resistette all’impulso di tirargli uno schiaffo, Jacob le si pose davanti e lanciò un’occhiataccia a colui che aveva osato offenderla, il vampiro intimorito si fece da parte.

“Ciò che faccio non vi deve riguardare, se voglio tutelare la ragazza a costo di rinunciare al cibo non dovete obbiettare, spero di essere stato chiaro!” ringhiò minaccioso.

Tutti lo guardarono impauriti e il silenzio si impossessò della stanza mentre il capo osservava tutti i vampiri che non osavano minimamente alzare lo sguardo, Jennifer sorrise trionfante tra sé e sé.
Quando i ragazzi si ritirarono ed i due rimasero nuovamente soli, Jacob le sorrise e si scusò per il loro comportamento.

"Affermano la loro superiorità"

"Già, mi sento veramente inutile in mezzo a voi" mormorò lei.

"Magari non avrai le nostre qualità, ma sei comunque una ragazza molto intelligente e forte"

La ragazza sorrise sincera, era grata per quelle parole di conforto, erano un'ulteriore prova della sua diversità.

Make Me Wanna Blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora