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Quando la crisi di pianto fu finita, Abigail si scostò da Miska e con occhi ancora lucidi e arrossati gli fece la domanda da un milione di dollari.

«Che cosa sei tu?»

Lui rimase in silenzio a guardare le piccole onde che li separavano, poi fece un sospirò e le rispose.

«Io sono una di quella che voi chiamate "sirene"»

«Che cosa?!»

Miska annuì e si mise una mano nei capelli, grattandosi svogliatamente, in un gesto imbarazzato.

«Lo so, è difficile da capire..»

«Non ne hai idea...»

«.. ma le cose stanno così. Io sono uno dei Guardiani e quando mi hai trovato ero in fin di vita. Durante la mia convalescenza le cose si sono messe male, e adesso devo entrare in contatto con gli altri Guardiani per rassicurarli e per mettere in atto un piano in modo da riconquistare il mio Oceano..»

«Okay, è ancora più assurdo di quanto immaginassi..»

«Lo so che per te è difficile capire, credimi, ci sono passato anche io più di seicento anni fa...»

«Sei.. cento...?»

Per un attimo fu sicura di stare per svenire, ma lui la sorresse. «Abigail. Ti prego, non fare così, ascoltami. Sì, sono piuttosto vecchio, e sì, questa situazione è sicuramente assurda per te, ma adesso la mia priorità è riportarti sulla terraferma sana e salva e poi tornare a casa mia e salvare il mio popolo. Sembra pura fantasia, ma ho bisogno che tu mi dia una mano, hai capito?»

Abigail riuscì ad annuire debolmente, poi si voltò verso lo scafo e, vedendolo distrutto, per un attimo non si fece prendere da un attacco di panico.

«Come facciamo adesso?» domandò quasi isterica. L'idea di nuotare per.. quanto? Altre sei miglia? Otto al massimo? Era assolutamente assurda. Non credeva di esserne capace..

«Beh, direi che a questo punto tanto vale che ti porti io..»

«Come scusa?»

Miska riprese a trasformarsi e Abigail si scansò da lui. Quando ebbe di nuovo assunto quelle sembianze orribili, le fece segno di avvicinarsi, ma lei scosse la testa con veemenza.

«Abigail, non abbiamo molto tempo. Tra poco qualche altra cecaelia verrà a controllare che fine ha fatto la guardia di turno e noi saremo spacciati, lo capisci?»

Parlare con quei denti affilati non doveva essere facile, ma dopo seicento anni Abigail era sicura che Miska avesse trovato un ottimo metodo per non amputarsi labbra o lingua. Annuì alle sue parole e si avvicinò con riluttanza a quell'essere squamoso che in forma umana sapeva essere un gran bel pezzo d'uomo. Gli cinse il collo con la mano sana e strinse le ginocchia sui suoi fianchi, quasi fosse una cavalcatura, e quando lui le disse di prendere un bel respiro, lei obbedì. 

Si immersero di quattro o cinque metri velocemente, tanto che le orecchie le si tapparono, poi con quell'enorme coda squamosa Miska nuotò a tutta potenza in direzione della costa. Quando lei non ce la faceva più a trattenere il respiro, gli stringeva più forte la mano intorno al collo e lui risaliva. Andarono avanti così per una buona mezz'ora, finché il fondale non cominciò a sembrare meno profondo e più visibile dalla superficie. Quando riemersero per l'ultima volta, la costa rocciosa era ormai a un centinaio di metri da loro.

«Siamo arrivati..»

Miska annuì, poi si voltò verso di lei con aria triste e le chiese di scendere.

«Cosa? Tu non vieni?»

«Non posso. Ho rischiato fin troppo portandoti fino a qui.. Se qualcun altro dovesse vedermi, probabilmente mio padre non mi permetterebbe più di vivere in fondo all'oceano..»

Ocean's Smile - Il Sorriso del MareWhere stories live. Discover now