30. I giochi e le bugie di Elle

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L'immagine in alto potrebbe essere utile per capire meglio una parte del capitolo. Capirete quando ci arriverete e, in caso, non esitate a tornare su e dargli uno sguardo!

Grazie di essere qui e buona lettura ^^

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Aizawa, Matsuda e Soichiro Yagami sedevano come sempre sui divani, ai lati della poltrona di Elle. E lui, naturalmente, si serviva con calma il suo caffè «...di collaborare con lui non se ne parla nemmeno...e se dobbiamo scegliere tra la mia vita e quella del capo della polizia, è logico che la scelta ricada su di me.»

La polizia dal giorno precedente aveva comunicato che non avrebbe più collaborato alle indagini ed i leader di tutto il mondo avevano richiesto che Elle in persona si presentasse in televisione, così come reclamato dal secondo Kira, che nel video aveva ricattato il mondo.

Elle inforchettò con accuratezza la fragola che guarniva la fetta della sua torta, la portò alle labbra meticolosamente, iniziò a masticarla, gustandosela, e proseguì «...È naturale che io non sia esaltato da questa prospettiva, ma la cosa che mi scoccerebbe maggiormente sarebbe farmi ammazzare da questo secondo Kira invece che da Kira stesso...» ingoiò pensieroso e portò la forchetta a staccare un altro pezzo di torta, fissando davanti a sé, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

In realtà non era preoccupato della possibilità di dover apparire in TV.

Gli umori e le ansie di Emma si sarebbero moltiplicati all'inverosimile se quel rischio ci fosse stato veramente. Ed Elle ne era cinicamente cosciente. Lei era la sua prova, la sua conferma. Il 5 novembre era lontano.

Gli agenti si guardarono senza commentare.

Li aveva già messi abbondantemente al corrente delle sue deduzioni circa la presenza di un secondo assassino con poteri superiori al Kira ormai noto.

Elle leccò la panna del brandello di torta che aveva appena staccato e teneva sospeso davanti alla bocca «...Quindi... veniamo al sodo. Dai nastri e le buste inviati alla Sakura TV la scientifica ha potuto reperire soltanto un'impronta digitale, peraltro piuttosto piccola.» e con la forchetta con ancora infilzato il pezzo di pan di Spagna indicò le bustine di plastica trasparenti contenenti le prove esaminate dal laboratorio e poggiate sul tavolo «Watari si sta già occupando, in modo poco ortodosso, di reperire le impronte di coloro che erano stati indagati da Ukita... Non è il caso che lo faccia nessun altro di voi.» trangugiò improvvisamente il pezzetto di torta «Ho però come la sensazione che questo non ci porterà a nulla.»

Solo poco prima che arrivassero gli agenti, Watari gli aveva comunicato che l'impronta non corrispondeva a quella di Misa Amane. Perché il grande detective naturalmente aveva voluto reperire l'impronta della idol da prima di ricevere le analisi della scientifica. E infatti, già da qualche giorno, il fedele ed accorto Wammy era riuscito, con un semplice stratagemma, a far toccare alla giovane modella un comune bicchiere di plastica, mentre lei civettava sul set affollato di una campagna pubblicitaria.

Ovviamente questo dato aveva messo immediatamente in moto il cervello del detective...

Non è questa la prova di cui mi parlava Emma. E se anche l'impronta fosse stata combaciante, non avrei ancora potuto utilizzarla per incastrare apertamente la Amane... I finti dati sui falsi pedinamenti di Ukita sono comunque eventi "nuovi" rispetto alla vicenda che "conosce" Emma e, in quanto tali, devo fare in modo che non risultino determinanti.

A questo punto, con questa semplice impronta, se Emma non ci fosse stata, se non avessi potuto puntare gli occhi sulla idol e se quindi non avessi inventato la storia dei falsi pedinamenti di Ukita, mi sarei trovato con un pugno di mosche. Un'impronta. Non avrei avuto nessun presunto indiziato con cui confrontarla e di certo non avrei potuto controllare tutti gli abitanti del Kanto per trovarne il proprietario. Un'impronta. Una prova inutile, da usare solo al momento eventuale della cattura dell'indiziato, cioè di Misa Amane. E solo allora avrei potuto appurare che non apparteneva neppure a lei. Una falsa pista.

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