SIRIUS

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E poi fuggì. Non sapeva cosa aveva fatto. Ma era stato bello. Quella sera a cena si alzò nella confusione generale e si avvicinò a Mormora. Le sue amiche lo guardarono con aria sognante mentre si avvicinava. Lui le sussurrò ad un orecchio parole soppesate. Aveva pensato a cosa dire tutto il pomeriggio.
-Mormora, eri tu la ragazza che volevo invitare. Ci stai?
-Mettiamola così, se in dieci minuti non mi farai divertire, me ne andrò con le mie amiche.
-Allora a sabato Lupin.
E la baciò sulla guancia. I mormorii delle sue amiche si sentivano distinti anche al tavolo di Grifondoro.
-Non l'hai fatto.
-Cosa?
-Non hai chiesto a mia cugina di uscire con te. Lo so.
-Prossimo argomento?
-Sirius. Mi cadi. Eri uno spirito libero una volta...
-Vigliamo parlare della bella e dolce Lily, James?
-È diverso. Non faccio di tutto per vederla r non le chiedo di uscire.
-No ti pavobeggi poco poco quando lei ti passa davanti.
-Non è questo il punto. Sirius esce con mia cugina.
-E l'ho anche baciata.
Remus perse quel poco colorito che aveva. Sembrava un lenzuolo. Non parlò per tutta la sera. Sirius, dal canto suo, prese in giro James per tutta la sera.
Dopo un'agonizzante settimana di attesa, arrivò il weekend ad Hogsmade. Mormora lo aspettava alle dieci di mattina nel cortile. Non c'era nessuno. Indossava un paio di jeans grigi, converse nere e un cappotto nero con gli alamari in legno. Era novembre e non faceva molto freddo. Aveva un filo di trucco. Non lo metteva mai. Sorrideva.
-Ehi.
Tutto l'orgoglio di lei si era sgretolato e in quel momento sembrava pensare solo a cosa dire e a cosa fare. Sembrava timidissima e fragile. A Sirius piaceva.
-Andiamo?
Mentre camminavano parlarono della loro infanzia e circa a metà tragitto si ritrovarono mano nella mano.
-I miei sono del tipo "il sangue puro". Io più libero. E be', questa cosa non gli va a genio.
-Conta che mio padre non vuole più parlare con suo fratello, che sarebbe il padre di Remus. Però io e Rem siamo molto legati, quindi mio padre mi odia. E odia mia madre perché mi appoggia. Si sono separati.
-Perché erano in disaccordo su tuo zio?
-È un po' più complicato, ma comunque sì. Lei è una babbana, quindi è difficile passare l'estate con lei.
-Sempre meglio che passarla con i maniaci del sangue puro.
Risero delle loro disgrazie. Sirius era sicuro che avrebbero passato tutto il giorno insieme. Andarono ai Tre Manici di Scopa e ordinarono due burrobirre. Chiacchierarono molto. E si baciarono molte volte. Stavano talmente bene che non si accorsero nemmeno che dall'altra parte del pub Remus, James e Peter li osservavano.
Per quel pomeriggio Sirius si dimenticò di essere il Don Giovanni che tutti conoscevano. E chiese a Mormora di rivedersi. Lei era raggiante. La riaccompagnò alla torre di Corvonero e tornò bella sua sala comune.
Quella notte la sognò in riva al mare con un vestito grigio e, una volta calata la notte, che si trasformava in un meraviglioso gufo grigio e lui la rincorreva da cane nero. E quando lei si ritrasformava in volo, lui era sempre pronto a prenderla in braccio. A turbare quel sogno c'era solo la costante presenza di due occhi gialli nell'ombra. Occhi di lupo.

Il cane nero e il gufo grigioWhere stories live. Discover now